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 2008  marzo 16 Domenica calendario

A che cosa si deve questa situazione di sofferenza e di precarietà economica e sociale? Aggravata da aspettative ancor più negative che si trasformano, come sempre avviene in questi casi, in ulteriori peggioramenti percepiti prima ancora di essere avvenuti? La risposta è nei fatti: un miliardo di persone, soprattutto nei paesi asiatici, sta gradualmente entrando nel circuito dei consumi di qualità; quattro o cinque governi (India, Cina, Corea, Singapore, Indonesia) stanno investendo massicciamente nella modernizzazione dei rispettivi paesi

A che cosa si deve questa situazione di sofferenza e di precarietà economica e sociale? Aggravata da aspettative ancor più negative che si trasformano, come sempre avviene in questi casi, in ulteriori peggioramenti percepiti prima ancora di essere avvenuti? La risposta è nei fatti: un miliardo di persone, soprattutto nei paesi asiatici, sta gradualmente entrando nel circuito dei consumi di qualità; quattro o cinque governi (India, Cina, Corea, Singapore, Indonesia) stanno investendo massicciamente nella modernizzazione dei rispettivi paesi. Tutti questi elementi sono fuori dal controllo dei governi nazionali europei, dell´Europa nel suo insieme e perfino degli Stati Uniti d´America. la nuova domanda a spingere in alto i prezzi dei cereali, del petrolio e dell´energia. Accrescere l´offerta di questi beni non è impossibile, ma procede con rapidità molto minore dell´irruente aumento di domanda dei nuovi consumatori. Per di più l´aumento dell´offerta non avverrà che in presenza di prezzi non inferiori al livello attualmente raggiunto. Siamo così, in tutto l´Occidente, dinanzi ad un´inflazione importata dall´estero da paesi con sistemi economici diversi dai nostri, livelli retributivi decisamente più bassi, monete inconvertibili, Banche centrali non integrate con quelle occidentali. Da questo punto di vista la politica dei tassi d´interesse (e quindi il valore del cambio estero della moneta europea) attuata ormai da un anno dalla Banca europea è del tutto insensata. Per il rispetto dovuto a una grande istituzione la stampa si è finora astenuta dal prender di mira la Bce; i governi e l´Ecofin hanno fatto altrettanto. Ma ora l´errore e l´inspiegabile tenacia con cui la Banca mantiene un livello dei tassi sempre più squilibrato non può esser sottaciuto. Mantenere il tasso ufficiale dell´euro al 4 per cento con una forbice in continuo aumento rispetto al tasso della Fed che tra poco sarà la metà di quello europeo significa marciare ad occhi bendati verso il disastro. Questa politica ha già spinto il cambio con il dollaro ad un´altezza insostenibile. Non soltanto con il dollaro ma anche con le altre monete che hanno cambi fissi con quella americana e quindi si svalutano con essa, a cominciare dallo yuan cinese. La conseguenza è quella di render difficilissime le esportazioni dell´Europa verso il resto del mondo, di bloccare il turismo diretto verso i nostri paesi e tra di essi di colpire soprattutto quelli come l´Italia le cui imprese operano principalmente in settori convenzionali con scarso valore aggiunto e bassa produttività. Il futuro governo che uscirà tra un mese dalle urne dovrà dunque affrontare questi problemi in primissima battuta. L´indipendenza della Bce nella politica dei tassi d´interesse non può e non deve essere intaccata, ma la sua sovranità non si estende al cambio estero. Si tratta di due grandezze strettamente collegate ma che fanno capo ad istituzioni diverse. Perciò una dialettica tra il Consiglio dei ministri europei e la Banca centrale non è soltanto auspicabile ma a questo punto urgente e necessaria (Eugenio Scalfari, la Repubblica 16/3/2008)