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 2008  marzo 16 Domenica calendario

GLI AMANTI E QUELLO STRANO TESTIMONE

Corriere della Sera 16 marzo 2008.
Il caso BALLERINI-PAN RIEMP LE PAGINE DEI GIORNALI, DOVE DIVENT LA STORIA D’AMORE SCELLERATA DELLA «BIONDA DIABOLICA» DI VENTITR ANNI E DEL BANDITO DI TRENTUNO, CHE AVREBBERO UCCISO IL MARITO DI LEI PER VIVERE LA LORO PASSIONE TRAVOLGENTE.
VICENDA TROPPO PICCANTE E TRASGRESSIVA ANCHE PER UN CHE ERA APPENA USCITO DAL RIBALTONE DEI «VALORI» DEL Benché assolta dalla giustizia, sia pure dopo una battaglia legale di dieci anni (con sei di carcere), Franca Ballerini restò implacabilmente (e ingiustamente) condannata dall’opinione pubblica benpensante di tutta Italia: nella sostanza, non le veniva perdonato di essere una splendida creatura molto seducente, spregiudicata nei propri comportamenti di donna libera.
Il fatto criminale in cui fu coinvolta risale al primo giorno d’estate del 1972, quando un dannato mercoledì (21 giugno) il marito, Fulvio Magliacani, fu barbaramente ucciso da una furia di coltellate nella casa coniugale alla periferia di Torino, alla Pellerina: in una villetta di pochi piani. Ma il caso venne a galla molto tempo dopo (quasi un anno), quando Tarcisio, fratello di Paolo Pan, di due anni più giovane di lui, incominciò a parlare e fece ritrovare il cadavere del Magliacani seppellito avvolto in una coperta.
L’alibi
Franca Ballerini, per l’ora del delitto, ha un alibi solido. Dal giorno prima è a Sestriere con la madre e la figlia Stefania di due anni. E’ partita per una vacanza di una settimana e dalla borgata montana alla moda telefona al marito all’ora di pranzo nella casa dei suoi genitori e stabilisce poi con lui un altro appuntamento telefonico per la sera, questa volta nella loro villetta. Non si sa se la telefonata ci fu o meno. Di fatto la Ballerini cercherà il marito ripetutamente il giorno dopo dai suoceri, mettendoli in allarme.
Il padre e il fratello di Fulvio vanno a cercarlo alla Pellerina. Vedono sotto casa la sua macchina parcheggiata, entrano nell’appartamento passando da una finestra, ma trovano tutto a posto. Franca scende anche lei a Torino per andare subito a casa. Scopre che mancano una valigia, vestiti, camicie, biancheria ed altri effetti personali del marito, oltre a una pistola. Pensa, così dirà ai suoceri (e poco dopo alla polizia) che Fulvio sia partito, forse con un’altra donna.
Passano tre giorni e si continua a non avere notizie. Franca è sempre più sicura che il marito se ne sia andato via con un’amante. Va dunque al commissariato di polizia per denunciare la scomparsa dell’uomo, poi – indispettita – inizierà a mettere in moto la procedura di una separazione legale per abbandono del tetto coniugale. Non accade nulla di concreto. La polizia ingrana pigramente la routine mossa dalla denuncia di una scomparsa che pare comunque allegra.
I sospetti del suocero
La Ballerini pensa sempre di più al tradimento e all’abbandono, ma non si dispera per così poco. Il suocero invece si mette a indagare per proprio conto, senza però coinvolgere l’autorità giudiziaria. Si saprà poi che farà seguire da un amico i movimenti della nuora. Cova sospetti nei suoi confronti: ne ha sempre avuti su questa donna troppo bella per il figlio. Franca, ormai certa di essere stata abbandonata, continua la propria vita di donna libera d’amare. Non prende quindi precauzioni nel frequentare insieme al primo amante (Paolo Pan, un professionista nel furto e nello smercio di auto rubate) un altro uomo, un odontotecnico torinese, che sta prendendo nel suo cuore sempre di più il posto dell’antico amante.
Sull’intera vicenda cade il silenzio, fino al 5 ottobre 1972, quando a casa Magliacani arriva la telefonata anonima di una donna. Porta una comunicazione sbrigativa: Fulvio sta bene e non ha bisogno di niente, chiede solo di «essere lasciato in pace». La cosa risulta strana, ma c’è un secondo fatto che turba la famiglia Magliacani. Due giorni dopo qualcuno ruba nella villa alla Pellerina la Bmw e la motocicletta di Fulvio. Passano altri nove giorni e alla polizia arriva un’altra telefonata anonima: Paolo Pan (ricercato) è stato visto a Ventimiglia, alla frontiera con la Francia, su una Mini Minor rossa insieme a una bella bionda. Paolo è arrestato perché mostra una carta d’identità falsa. La bionda è la Ballerini, ha con sé banconote in dollari per tre milioni e mezzo: dice che sono dell’amico e viene lasciata in libertà. Non è un reato infatti frequentare un ladro. Si muove il padre di Fulvio che si decide finalmente ad andare dai carabinieri ai primi del 1973. Vuole formalizzare il suo sospetto che il figlio non sia scomparso ma sia stato ucciso. Ma a sconvolgere la scena, dopo ben undici mesi dal delitto, è il racconto di un corniciaio torinese che si presenta prima da un avvocato e poi dai carabinieri per riferire la «confidenza» ricevuta mesi prima da un balordo che da anni frequenta la sua bottega.