
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
A un certo punto, ieri, Alitalia era crollata del 40 per cento...
• Ma perché, scusi? I francesi non stanno comprando? Se comprano non è tutto risolto?
I francesi hanno offerto un prezzo di 9,9 centesimi ad azione. Venerdì il titolo quotava 53,4, cinque volte tanto. Il mercato s’è adeguato subit se il valore dell’azienda è 9,9 e qui la pagano ancora 50, vendo e ricomprerò poi a 9-10. Come sempre in questi casi, l’eccesso di ribasso ha provocato la sospensione delle contrattazioni: le Alitalia, da un certo momento in poi, non si potevano più né comprare né vendere. Il listino di chiusura a 0,3911 (meno 26,76 per cento sulla quotazione di venerdì) è un pro-forma, tanto per dare agli operatori un punto di riferimento. Oltre tutto questo sfacelo è capitato nel giorno del crollo generale delle Borse in tutto il mondo. Avrà sentito che Bear Stearns, rispetto alle quotazioni dello scorso agosto, ha perso il 90 per cento.
• Però, visto che i francesi compreranno, anche questo valore di 9,9 centesimi è per modo di dire. Una volta dentro, Air France farà salire subito la quotazione.
Ma non è mica detto che i francesi comprino. Dopo l’offerta da 9,9 centesimi, che valuta la nostra compagnia di bandiera 140 milioni (la campagna acquisti dell’Inter), toccava al consiglio d’amministrazione di Alitalia dire se accettava o no di vendere. C’è stata una riunione che è durata dieci ore, e non se ne veniva fuori. A dicembre Air France aveva offerto 35 centesimi ad azione e bisognava adesso mandar giù una riduzione di tre volte e mezzo il prezzo di partenza. Alla fine il cda Alitalia ha detto sì, e anche il governo ieri sera ha aderito all’offerta. Badi che Toto, il concorrente italiano, aveva offerto già a dicembre un centesimo ad azione. I francesi valgono ancora adesso nove volte di più.
• E perché questo taglio nel prezzo?
Da dicembre ad oggi Alitalia ha bruciato più o meno 300 milioni di euro. I soldi in cassa, quelli che servono a pagare gli stipendi, finiranno a giugno. Malpensa – cioè il Comune di Milano – ha fatto causa ad Alitalia, colpevole di aver tagliato diciassette voli intercontinentali, e vuole un risarcimento danni di un miliardo e 250 milioni. In altri termini: in tre mesi Alitalia ha perso molto valore. E tra due mesi, se non si chiude adesso, varrà ancora meno. Del resto, se Air France non compra, bisognerà commissariarla e farla fallire.
• Scusi, ma non sarebbe giusto aspettare le elezioni e il nuovo governo?
Sarebbe giusto, sì, e infatti Bossi ha dett vinciamo le elezioni e ci pensiamo noi. Ma i francesi vogliono blindare la situazione e vogliono blindarla entro il 31 marzo. A quella data i sindacati devono aver firmato un documento in cui accettano tutte le condizioni poste dalla compagnia; il governo si impegna a manlevare Alitalia dal rischio della causa Malpensa, cioè impegnerà lo Stato a pagare nel caso Alitalia perda in tribunale; i rappresentanti del governo e dell’opposizione (quindi anche quelli del governo che verrà) devono impegnarsi a non fare dichiarazioni che mettano in pericolo l’accordo raggiunt il Tesoro deve promettere un prestito ad Alitalia di 300 milioni che consenta di espletare tranquillamente le pratiche del subentro (Alitalia restituirà il denaro dopo che Air France avrà aumentato il capitale di un miliardo); infine Fiumicino, destinato a diventare il perno della compagnia, deve impegnarsi al rafforzament da fine marzo passeranno da Roma 200 voli in più e i francesi si ricordano bene il collasso dell’estate scorsa. Da Fiumicino sono usciti i vecchi padroni, responsabili di quel caos, e da ottobre comandano i Benetton.
• E in cambio i francesi che cosa offrono?
In cambio di un taglio secco di 1600 dipendenti e di un trasferimento a Fintecna di altri cinquemila lavoratori, Air France promette di mantenere il marchio della compagnia, che resterà così “di bandiera”, e garantisce investimenti tali da farla tornare in utile entro il 2009. «Che almeno paghino le tasse in Italia», ha chiesto Tito Boeri. E ha ragione. Prima, però, bisognerà tagliare la flotta di un quinto e poi rinnovarla completamente (entro il 2011). Inoltre verrà chiuso il servizio Cargo, quello relativo al trasporto merci, cosa che ha fatto scendere sul piede di guerra i piloti, fino a ieri favorevoli ai francesi. «Vogliono prendersi questo business, loro riempiono i loro aerei del 61,7% di merci, noi del 76,7», ha detto uno di loro. la tesi di Formigoni, secondo il quale i francesi non stanno davvero comprando, ma solo pagando un bonus per eliminare dalla scena un concorrente. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 18/3/2008]
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