
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
C’è un altro tizio che ha investito due ragazze, le ha ammazzate, è stato preso e trovato ubriaco, è stato portato in carcere e infine fatto uscire di cella dal giudice dopo appena tre ore.
• Le domando quest ma il giudice che fa tornare a casa questi disgraziati non capisce il furore che accende nella gente?
Il giudice pensa che il furore della gente appartenga a una reazione primordiale e selvaggia, che va avversata. Non so se lo pensa questo giudice in particolare, ma l’iper-garantismo nasce da questa insensibilità di fronte al reale. E da una legislazione vecchia di trent’anni, che ha pressoché abolito la colpa e la responsabilità individuali per sostituirle con la colpa sociale. Questa teoria dice che se l’investitore di ieri era ubriaco e correva come un pazzo alle due di notte è perché la società non lo ha reso abbastanza felice, non ha soddisfatto le sue ambizioni, eccetera. Quindi la pena non ha quasi più finalità punitive, ma solo rieducative. E se il tizio non si rieduca, è sempre colpa nostra.
• Come sono andati i fatti?
C’è questo Friedrich Vernarelli, 32 anni, romano, figlio di un vigile urbano. Sono le due di notte, la notte tra lunedì e martedì, e Vernarelli sta correndo come un pazzo per il lungotevere con una mercedes b. Arrivato a Castel Sant’Angelo, in quel tratto del lungotevere che si chiama degli Altoviti, non vede due ragazze irlandesi che stanno attraversando sulle strisce per rientrare in albergo dopo aver festeggiato San Patrizio. Si chiamano Elizabeth Anne Gubbins e Mary Clare Collins. Hanno 28 e 29 anni. Vernarelli le prende tutt’e due. Una ha fatto un volo di quaranta metri, l’altra è finita sotto le ruote e Vernarelli l’ha trascinata per sessanta metri. Non so se lei ha mai visto lo scempio che un’automobile può fare di un corpo...
• No, non l’ho mai visto.
Vernarelli ha continuato a scappare. A piazza Adriana è andato a sbattere contro due automobili parcheggiate, non si è fermato nemmeno stavolta, poi all’incrocio tra via Virgilio e via Cola di Rienzo ha incocciato un cassonetto e carambolato contro un’altra auto in sosta. L’hanno preso e portato in ospedale, non sapevano ancora che era quello che aveva ammazzato le due ragazze e lui ha potuto rifiutarsi di fare il test anti-alcol. Quando i vigili hanno capito chi era, gli hanno fatto questo test e aveva più del quadruplo del tasso consentito. Finito dentro, ma il giudice in giornata l’ha mandato a casa e ha concesso i domiciliari.
• Ecco, questa è la cosa che non capisco.
Più tardi i magistrati hanno spiegato che chiederanno la custodia in carcere al gip. Che è una procedura nuova: il pm tiene uno dentro perché può ripetere il reato e chi corre in macchina e mette sotto una persona e scappa sperando di non essere preso è fortemente sospetto di poter ripetere il reato. Dieci giorni fa, vicino a Roma, c’è stato un caso analog una donna di 27 anni, Monica Iacoangeli, che ha messo sotto e ucciso – sempre con una mercedes – una ragazzina rumena di 13 anni che stava attraversando la strada per buttare la spazzatura. Il giudice l’ha liberata tre giorni dopo, dandole solo l’obbligo di firma. C’è un problema di sensibilità sociale ferita di cui si deve tener conto. Necessario recuperare il concetto che la pena deve avere un fino rieducativo ma anche un fine punitivo.
• Quindi bisognerà cambiare la legge.
E non sarà semplice, perché la legge deve obbedire a un principio ispiratore e cambiare un solo punto del codice senza intervenire sullo spirito complessivo è un problema. Ieri Veltroni, da Biella, ha sentenziat «Chi sbaglia deve pagare». E ha poi stigmatizzato un video che gira su internet e in cui si vede Friederich che, invece di stare attento alla guida, fa il cretino davanti a un videofonino. Forse si avrebbero meno morti se si applicasse sul serio la legge intervenendo, per esempio, su quelli che telefonano mentre guidano. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 19/3/2008]
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