Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  marzo 19 Mercoledì calendario

GENCHI

GENCHI Gioacchino Castelbuono (Palermo) 22 agosto 1960. Vicequestore della polizia in aspettativa. Noto soprattutto come il consulente informatico del pm Luigi De Magistris nell’inchiesta Why not. Oggetto di molte critiche perché nella sua attività finì con l’intercettare anche Romano Prodi e Clemente Mastella, all’epoca presidente del Consiglio e ministro della Giustizia: «In vita mia non ho mai intercettato nessuno. vero, invece, che lavorando sui tracciati telefonici di soggetti coinvolti nell’inchiesta Why not sono finito sul telefonino del premier. La sua utenza si rapportava con altri indagati. La sim card non era intestata a Prodi, che all’epoca dei fatti non era nemmeno parlamentare. Quella scheda, come altre, era intestata a una società di telecomunicazioni, che l’aveva girata all’ex presidente della Commissione europea e al suo staff. Poi si è scoperto che quel telefonino lo utilizzava il premier, anche quando aveva assunto lo status di deputato. Le acquisizioni dei tabulati si fanno per accertare le circostanze che non si conoscono e nessuno di noi è un oracolo. Lo stesso è accaduto per il cellulare di Mastella, che non era nemmeno intestato a lui. Quando ne furono acquisiti i tabulati, non si conosceva neppure l’intestazione all’ente che aveva attivato la scheda. Se per ogni utenza, nel sospetto che possa essere stata utilizzata da un parlamentare, si chiedesse l’autorizzazione alle Camere, si bloccherebbero di fatto le indagini e l’attività legislativa» (Gian Marco Chiocci, ”Panorama”, 27/12/2007). • «[...] ha rapporti con numerose procure e ha cooperato alle inchieste sulle stragi di Capaci e via D’Amelio. Ha anche avuto un ruolo nell’indagine che a Palermo portò a scoprire i tabulati di Francesco Campanella, ex segretario nazionale dei giovani Udeur, il quale fu accusato di aver procurato la falsa carta d’identità al capo della mafia Bernardo Provenzano. [...]» (Francesco Viviano, ”la Repubblica” 27/9/2007).