Sole 24 ore 19 marzo 2008, Riccardo Sabbatini, 19 marzo 2008
L’ombra Bear Stearns sulle index linked. Sole 24 ore 19 marzo 2008. Sono i prodotti finanziari garantiti per eccellenza
L’ombra Bear Stearns sulle index linked. Sole 24 ore 19 marzo 2008. Sono i prodotti finanziari garantiti per eccellenza. Ma le index linked, strumenti finanziari collocati a piene mani dagli assicuratori nel corso degli ultimi anni, non sono a prova di default. Nella maggioranza dei casi il rimborso del capitale delle obbligazioni contenute in quei prodotti strutturati - sono "costruiti" miscelando assieme un bond ed un prodotto derivato - riposa sul rating, cioè sull’affidabilità di chi lo ha emesso. Non della compagnia che ha collocato la polizza. Il problema ha sfiorato da vicino in questi giorni le index linked che, al loro interno, avevano obbligazioni emesse da Bear Stearns la banca americana salvata da JP Morgan quando era sul punto del crac. Diverse compagnie italiane - la tabella a fianco contiene alcuni esempi e non è affatto esaustiva – vi avevano fatto ricorso rassicurate dall’elevato rating di quell’emittente (A+, al momento di costruire la index). Ma se quei bond fossero andati in default i risparmiatori ne avrebbero probabilmente sopportato le conseguenze. Normalmente infatti - una verifica non è stata fatta su tutti i prodotti contenuti nella lista pubblicata - i prospetti informativi precisano che il rimborso del capitale è affidato alla solvibilità di chi ha emesso il titolo. Il fatto è che, nonostante questo, le index sono normalmente considerate prodotti a capitale garantito e, per questo motivo sono assai diffuse tra gli investitori. Nel corso del 2007 la raccolta di simili prodotti ha raggiunto i 13,7 miliardi, secondo i dati pubblicati in questi giorni dall’Ania, l’associazione delle compagnie. Il rischio a carico dei risparmiatori italiani appare comunque circoscritto. Nel 2003 l’Isvap, il regulator assicurativo, impose alle imprese di utilizzare per i loro prodotti strutturati soltanto bond con rating A o superiori. Inoltre vietò di collocare nelle index prodotti derivati come alcuni intermediari avevano iniziato a fare. Famoso rimase il caso di "classe 3A valore reale" una index emessa nel 2002 dal Bancoposta con un cdo (collateralised debt obbligation) al posto di una normale obbligazione. Simili prodotti proprio nei mesi scorsi sono venuti alla ribalta come contenitori dei mutui subprime. Per l’assoluta anomalia di aver collocato strutturati così complessi tra i risparmiatori al dettaglio l’ente Pt si guadagnò, al tempo, la copertura di Risk Magazine, sofisticata rivista britannica sui prodotti derivati. Da allora le compagnie utilizzano per le index soltanto obbligazioni "sicure" anche se la crisi finanziaria sta alzando verso l’alto l’asticella dell’affidabilità. Riccardo Sabbatini