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 2008  marzo 19 Mercoledì calendario

 morto Arthur Clarke, inventò «2001 Odissea nello spazio» Da ieri notte, con la morte per un blocco respiratorio – all’età di 90 anni nello Sri Lanka dove si era rifugiato nel 1956 – del Comandante dell’Impero Britannico Sir Arthur C

 morto Arthur Clarke, inventò «2001 Odissea nello spazio» Da ieri notte, con la morte per un blocco respiratorio – all’età di 90 anni nello Sri Lanka dove si era rifugiato nel 1956 – del Comandante dell’Impero Britannico Sir Arthur C. Clarke, Ray Bradbury è rimasto solo. Perché con la scomparsa di Clarke, della squadra dei vecchi geniali ragazzi nati quando il Novecento era appena iniziato e che hanno inventato la fantascienza moderna, è rimasto solo Bradbury. Sono volati via Heinlein, poi Asimov, e Sagan; infine, ieri notte – ma era già mattino nello Sri Lanka – Clarke, autore di 2001: Odissea nello Spazio del 1968 (dal quale Kubrick trasse il film capolavoro), della serie di 2010 e di 3001, del ciclo di Rama oltre a centinaia di racconti e storie brevi. Il ragazzino del Somerset che passava le notti sdraiato sull’erba a guardare le stelle e che sognò per primo una rete senza fili che, rimbalzando nello spazio, permettesse al mondo di comunicare in un istante, non aveva potuto andare all’università causa ristrettezze economiche. Ci riuscì dopo la guerra quando, quasi trentenne, congedato dall’aeronautica, si laureò in fisica al King’s College. Appassionato degli abissi interstellari come di quelli oceanici, astronomo e anche studioso dei fondali corallini, si era trasferito nello Sri Lanka in cerca di silenzio, per studiare con bombola e pinne la composizione del reef. Proprio la scelta di vivere a Colombo fu alla base dell’unico scandalo che, già anziano, lo colpì una decina d’anni fa: quando il principe Carlo stava per farlo baronetto e un tabloid scrisse che Clarke, notoriamente scapolo, si era trasferito sull’isola per poter vivere al riparo la sua pedofilia. Falsità che però provocarono la sospensione della cerimonia, una terribile umiliazione per Clarke già malato di polio e costretto su una sedia a rotelle, e dopo la smentita il meritato titolo di baronetto. Pareggiando i conti con gli scrittori di generi «seri». Ma la passione dell’astronomo dilettante non l’aveva mai lasciato: e visto che la tecnologia era sempre indietro rispetto alle sue idee, impossibilitato a viaggiare fisicamente nello spazio lo fece nei suoi libri; con una fantascienza che pone più domande di quante ne risolva. Attraversando i pianeti, l’universo, le dimensioni fino a creare quell’universo mistico e silenzioso messo a fuoco da Kubrick, nel quale la tecnologia è solo il nostro specchio convesso. E nel buio dello spazio si intuisce forse, a distanze siderali, la presenza silenziosa di Dio. Arthur Charles Clarke era nato a Minehead, nel Somerset (Inghilterra), il 16 dicembre del 1917 Matteo Persivale