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 2008  marzo 19 Mercoledì calendario

La Federal Reserve taglia i tassi di 75 punti base per fare fronte all’«ulteriore indebolimento dell’economia» e ripristinare fiducia nel sistema finanziario americano

La Federal Reserve taglia i tassi di 75 punti base per fare fronte all’«ulteriore indebolimento dell’economia» e ripristinare fiducia nel sistema finanziario americano. E Wall Street reagisce con un’impennata di oltre 400 punti. La decisione sui tassi di interesse della Federal Reserve è arrivata dopo una tesa seduta dell’Open Market Committee - conclusasi con una votazione 8 a 2 - e la precedente riunione notturna a Washington fra il presidente Ben Bernanke, il ministro del Tesoro Henry Paulson e George W. Bush. Amministrazione e Fed hanno coordinato le mosse. Prima Paulson ha definito l’economia nazionale in «netto declino», poi Bernanke ha firmato la riduzione dei tassi al 2,25 per cento e quindi Bush ha parlato da Jacksonville, in Florida, assicurando che «se necessario il governo adotterà ulteriori misure» a sostegno dell’economia andando oltre il pacchetto di stimoli da 150 miliardi di dollari varato dal Congresso. «La pressione causata dal mercato immobiliare ha richiesto un’azione decisa ed è ciò che stiamo facendo, abbiamo dei problemi e la chiave per risolverli è agire presto come abbiamo fatto» ha detto Bush riferendosi agli incentivi per le aziende e gli assegni per i cittadini che inizieranno ad essere distribuiti a partire dal 2 maggio. Ciò che accomuna Bernanke, Paulson e Bush è l’intenzione di voler trasmettere ai mercati la convinzione che nessuno vuole celare le difficoltà della crisi finanziarie, ma che le redini dell’economia sono salde. Non a caso nel comunicato con cui la Federal Reserve ha accompagnato l’annuncio della sesta riduzione dei tassi da settembre si legge che «questa decisione, combinata con le precedenti incluso l’aumento della liquidità sui mercati dovrebbe aiutare a promuovere una crescita moderata mitigando i rischi». Questo perché «le condizioni dell’attività economica si sono ulteriormente indebolite» e contemporaneamente «l’inflazione è cresciuta». Si tratta di uno scenario che somma due preoccupazioni e lascia intendere che Bernanke è pronto a ridurre ulteriormente i tassi dopo averli tagliati di 75 punti base per due volte in meno tre mesi, portandoli al livello più basso dalla fine del 2004. Ciò avviene perché le previsioni non sono rosee: «I mercati finanziari rimangono sotto uno stress considerevole, la stretta delle condizioni del credito e l’approfondimento della contrazione immobiliare possono pesare sulla crescita economica nel corso dei prossimi trimestri». Come dire, il rallentamento dell’economia è destinato a intensificarsi e dunque nuovi interventi saranno necessari. In questa maniera Bernanke ha voluto anche mandare un segnale ai mercati che si aspettavano un taglio dei tassi superiore, da 1 a 1,25 punti. Se Wall Street aveva iniziato la giornata con un consistente rialzo, spinta anche dai dati positivi di Goldman Sachs e Lehman Brothers, dopo l’annuncio dei 75 punti basi ha segnato il passo tradendo una certa incertezza, prima di riprendere comunque la corsa terminando la seduta con un aumento di oltre 400 punti - oltre il 3,5 per cento - che ha rassicurato molti investitori reduci da una serie di sedute molto negative. A conferma della giornata positiva il dollaro ha raggiunto rispetto allo yen la quotazione più alta degli ultimi quattro anni recuperando anche - da 1,58 a 1,56 - sull’euro. «I tagli rientrano nella strategia di calmare i mercati finanziari - spiega Daniel Libby di Sands Select Access Fund - al fine di lasciarsi alle spalle i timori seguiti a quanto avvenuto a Bear Straern, l’intento è dimostrare che si è concentrati sulle misure necessarie per risollevare l’economia rimandando ad un secondo momento le preoccupazioni legate all’aumento dell’inflazione».