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 2008  marzo 19 Mercoledì calendario

Don Gallo: l’obiettore e’ un medico a meta’. La Stampa 19 marzo 2008. Il caso del medico dell’ospedale Gaslini che praticava aborti clandestini in studio e nella clinica gestita dalle suore Immacolatine ha aperto la polemica all’interno della Chiesa

Don Gallo: l’obiettore e’ un medico a meta’. La Stampa 19 marzo 2008. Il caso del medico dell’ospedale Gaslini che praticava aborti clandestini in studio e nella clinica gestita dalle suore Immacolatine ha aperto la polemica all’interno della Chiesa. «Cio’ che e’ accaduto e’ la conseguenza di una mentalita’ abortista senza confini, che non accetta nemmeno i limiti della legge» dice da Roma monsignor Giuseppe Betori, segretario della Conferenza episcopale italiana di cui e’ presidente proprio l’arcivescovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco. «Mi fa molto male - prosegue Betori - leggere editoriali che attribuiscono le responsabilita’ alle posizioni anti-abortiste e all’obiezione di coscienza». E mentre il segretario dei vescovi suggerisce il ritorno alle «ruote degli esposti» fuori dai conventi («hanno espresso e possono esprimere ancora oggi un modo per venire incontro alle esigenze delle donne» ), da Genova don Andrea Gallo, il prete fondatore della Comunita’ di San Benedetto al Porto, gli risponde a muso duro: «La Chiesa e’ responsabile della non educazione sessuale Buttiamo via pregiudizi e ipocrisie e chiediamoci: chi l’ha creato questo clima? ». Da oltre 40 anni don Gallo passa le notti accanto agli ultimi. «Ero per strada prima della 194 e dopo. Conosco molto bene il problema e dico che bisogna tener conto della realta’ in cui viviamo. Certo c’e’ il materialismo, l’edonismo umano, ma stiamo attenti perche’ ci sono anche tante tragedie dietro la scelta di interrompere una gravidanza». Come quelle delle prostitute che lui stesso ha accompagnato ad abortire. Don Andrea Gallo rifiuta la parola aborto perche’ «le sono stati dati connotati troppo dispregiativi: l’ultimo documento della congregazione della famiglia parla addirittura di omicidio e di assassinio, partendo dal principio, ancora scientificamente non assodato, che si e’ persona dal momento del concepimento. Ecco perche’ da anni, con il mio direttore spirituale di cui non posso fare il nome, io parlo di ’’maternita’ indesiderate’’». «Nessuno - prosegue Don Gallo - puo’ impedire alla Chiesa di affermare i suoi principi ma non per questo la Chiesa deve agire come un carro armato». «Sembra che al di fuori dell’etica cattolica non possa esistere alcuna etica, questo non puo’ reggere. Io cerco sempre di proporre la nostra morale, quella della Chiesa, ma sempre nel rispetto di tutti. Come prete cattolico ascolto. Nella nostra Santa Madre Chiesa, che io amo perche’ e’ la mia casa, e non me ne andro’ finche’ non mi cacceranno, il principio della liberta’ personale e’ una cosa certa. Chi dice il contrario e’ eretico. E ricordiamoci che al centro di tutto rimane il principio dell’autodeterminazione della donna». Quanto ai medici obiettori, «non sono medici completi, non danno al paziente una risposta completa. Io capisco il dramma del dottor Rossi. Si e’ trovato di fronte a situazioni molto difficili». Intanto l’inchiesta va avanti: tre i nuovi indagati, che avrebbero collaborato con il ginecologo per gli interventi in clinica. Si tratta di un anestesista cinquantenne non ospedaliero che presta la sua attivita’ in strutture private, e di due ferriste, una di 30 e l’altra di 35 anni. E i carabinieri dei Nas continuano gli accertamenti sulla documentazione sequestrata per verificare eventuali altri interventi, alcuni dei quali potrebbero essere stati effettuati su ragazze minorenni. ALESSANDRA PIERACCI