Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  marzo 19 Mercoledì calendario

I molti padri. Corriere della sera 19 marzo 2008. Caro Romano, riguardo alle cause dell’accumularsi del debito pubblico avrei anche precisato che l’incidenza del debito sul Pil ha iniziato la sua salita con il governo Spadolini per proseguire con i governi Craxi e infine con i governi di centrosinistra fino al livello stratosferico, se ricordo bene, del 122% ai tempi del collasso della lira (1992), e quindi bloccata e ridotta dal governo Amato

I molti padri. Corriere della sera 19 marzo 2008. Caro Romano, riguardo alle cause dell’accumularsi del debito pubblico avrei anche precisato che l’incidenza del debito sul Pil ha iniziato la sua salita con il governo Spadolini per proseguire con i governi Craxi e infine con i governi di centrosinistra fino al livello stratosferico, se ricordo bene, del 122% ai tempi del collasso della lira (1992), e quindi bloccata e ridotta dal governo Amato. In seguito l’incidenza sul Pil è costantemente diminuita (altrimenti non saremmo mai entrati nell’euro) salvo che nel periodo dell’ultimo governo Berlusconi. Siccome sento sintomi di nostalgia per i governi del Caf (Craxi, Andreotti, Forlani), mi sembra opportuna questa precisazione. Roberto Ruggeri, Ivrea (To) Lei ha ragione: il debito pubblico ebbe molti padri. Quando avverto nostalgia del passato mi chiedo quali sarebbero le condizioni dell’Italia se il Tesoro non dovesse iscrivere ogni anno, in cima alla colonna dei passivi, i 70 miliardi di interessi che lo Stato deve pagare ai titolari delle cartelle del debito pubblico. Sergio Romano