Il Sole 24 ore 18 marzo 2008, Alfredo Sessa, 18 marzo 2008
Porti, Nordafrica chiama Balcani. Il Sole 24 ore 18 marzo 2008. Gli egiziani hanno fretta. Sarà che il loro export di prodotti freschi trova nuovi interessanti sbocchi verso l’Europa dell’Est (nei primi nove mesi del 2007, per esempio, hanno venduto frutta e verdura alla Russia per 149 milioni di dollari, più 65%)
Porti, Nordafrica chiama Balcani. Il Sole 24 ore 18 marzo 2008. Gli egiziani hanno fretta. Sarà che il loro export di prodotti freschi trova nuovi interessanti sbocchi verso l’Europa dell’Est (nei primi nove mesi del 2007, per esempio, hanno venduto frutta e verdura alla Russia per 149 milioni di dollari, più 65%). Sarà che hanno capito che l’iniziativa privata sta facendo per l’integrazione economica euro-mediterranea molto più di quanto abbia fatto finora la politica dell’Unione europea (da tempo il mercato unico del 2010 è da considerare solo una data-fantoccio, e non se ne intravede una nuova). Ma sta di fatto che, di pari passo alla crescita del ruolo del Mediterraneo come luogo di produzione di ortofrutta di qualità per il mercato europeo, cresce l’insoddisfazione degli operatori nordafricani che guardano all’Italia come ponte logistico per arrivare presto e bene sui mercati dell’Europa centro-occidentale, e adesso anche dell’Europa centro-orientale. In ballo c’è l’export di prodotti delicati, di più alta qualità, che non tollerano tempi lunghi di viaggio e di consegna ai mercati finali. E Osama Kheir El-Din, presidente dell’Upehc, l’associazione egiziana dei produttori-esportatori di prodotti agricoli, non usa giri di parole quando dichiara il suo interesse per soluzioni logistiche sempre più veloci: «Noi vogliamo che le merci tra Egitto ed Europa impieghino meno di tre giorni. Purtroppo la cooperazione con l’Italia è molto modesta rispetto a quanto dovrebbe essere». Ecco che allora gli esportatori egiziani si fanno tentare da Capodistria (Koper), il terminale sloveno sull’Adriatico. L’occasione per un contatto diretto con gli operatori sloveni è stata offerta dal Forum internazionale "Logistica marittima dei prodotti freschi nel Mediterraneo" organizzata dal Greenmed Journal e da Luka Koper, il porto di Capodistria. Gli egiziani ritengono la Slovenia una porta interessante per accedere ai mercati della vecchia e nuova Europa. Capodistria ricambia questo interesse con l’inaugurazione di un terminal per la frutta, e con il potenziamento dei collegamenti retroportuali con i corridoi cinque e dieci, quelli strategici per servire l’Est europeo. «I porti del Nord Europa sono congestionati, e gli assi di trasporto si stanno spostando verso Est. Non è però tanto importante avere il porto meno caro, quanto avere il porto che offre i servizi migliori» dice Torsten Temp, vice presidente esecutivo di Hvb-UniCredit Group. In prospettiva la rotta del Nord Adriatico diventa sempre più interessante. difficile però parlare di sistema Mediterraneo fino a quando la rete rappresentata da porti, compagnie di navigazione, specialisti dei trasporti, operatori dell’import-export, non sarà più stretta. Non solo per supportare l’incremento di traffico dal Sud verso il Nord del Mediterraneo, ma anche per intercettare una quota maggiore dei traffici provenienti dall’Asia. «Si ha spesso la sensazione che i porti del Nord Adriatico usino le loro energie per farsi concorrenza anziché offrire servizi portuali» si lamenta Sherine El Naggar, presidente di Egyptian Container Lines. Preoccupa l’eccessiva frammentazione di scali sulle rive del Mediterraneo. «L’aumento dei volumi del commercio compenserà la parte negativa della concorrenza» guarda in avanti El-Din. «All’aumento dei volumi dovrà corrispondere una specializzazione per ogni porto. La specializzazione premia» è il parere di Elen Twrdy, specialista in trasporti marittimi dell’Università di Lubiana. La partita che si gioca nel Mediterraneo è doppia. Da un lato c’è la possibilità di dare forza e continuità ai segnali di crescita della Sponda Sud, e di cavalcare anche l’onda della forte crescita economica della vicina regione del Mar Nero. Dall’altro lato è in gioco la possibilità di intercettare i traffici provenienti dall’Asia. Ma secondo un recente sondaggio condotto da Hvb-UniCredit Group tra le società di spedizione tedesche, la possibilità di ridurre i colli di bottiglia sulla rotta Asia-Europa attraverso un utilizzo più intenso dei porti del Mediterraneo è piuttosto limitata, raggiunge solo il 25% dei consensi. La vera discriminante (79% dei pareri) sarà la capacità di accogliere navi portacontainer sempre più grandi, con pescaggio di almeno 16 metri, verso le quali si orienta il mercato navale. Un serio limite per molti porti del Mediterraneo. La distanza dal Nord Europa, e la limitata capacità di trasporto transalpino, rischiano di fare il resto. Alfredo Sessa