Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Verrà il giorno in cui questa rubrica potrà descrivere cosa è accaduto 10 alla meno 43 secondi dopo il Big Bang...
• In sole 4.500 battute?
Ahimé sì, il Direttore non ci concederà più spazio neanche quella volta.
• Ci troviamo, senza essercene accorti, al manicomio?
No. È che gli scienziati hanno appena annunciato, in una conferenza stampa che s’è tenuta in contemporanea a Cascina e negli Stati Uniti, che le onde gravitazionali effettivamente esistono, come aveva predetto Einstein. E al momento del Big Bang (più o meno 13 miliardi di anni fa), l’immensa esplosione produsse, appunto, onde gravitazionali di cui in giro per l’universo c’è ancora traccia. Sono debolissime e non solo perché risalgono a tanto tempo fa. È che le onde gravitazionali sono debolissime per conto loro, più deboli del disturbo prodotto dal motore di un’automobile e per captarle bisogna costruire i soliti tunnel lunghi chilometri e poi sparare dentro i tubi raggi laser e se i raggi laser, invece di comportarsi come dovrebbero, a un certo punto si deformano in un certo modo (deformazioni, intendiamoci, pari a un miliardesimo di 10 alla -19 metri), allora ecco, lo possiamo dire: gli è andata addosso un’onda gravitazionale. Beh, è successo davvero. La deformazione è avvenuta, l’onda gravitazionale esiste, il buco nero (sempre ipotizzato e mai visto) pure, Stephen Hawking, saputa la cosa, ha detto: abbiamo un nuovo modo di osservare l’universo.
• Intanto lei mi deve dire che cosa significano tutti questi meno, 10 alla meno 19 metri e, all’inizio, 10 alla meno 43 secondi...
Se lei scrive un numero così: 22 si legge due al quadrato, e significa 2 x 2, cioè quattro. Se scrivo 102 significa 10 x 10, cioè 100. Se scrivo 1043 voglio dire, in forma estremamente abbreviata, che dovrò moltiplicare 10 per se stesso 43 volte, cioè 1 seguito da 43 zeri, che è troppo lungo da scrivere. Se scrivo, infine, 10-43 vuol dire semplicemente che il numero 10 va messo in frazione, in questo modo: 1/1043. Cioè si tratta di un numero piccolissimo, un 1 diviso un altro 1 seguito da 43 zeri...
• E perché prima ha parlato dei buchi neri? Che cosa sono i buchi neri? Che c’entrano i buchi neri?
Purtroppo abbiamo il cervello fatto in un certo modo, un modo che ci fa capire bene e subito le tre dimensioni, e cioè lunghezza, larghezza e profondità. Mentre non riusciamo a vedere l’esistenza di una quarta dimensione, che è il tempo. I fisici invece, grazie alle equazioni, superano i limiti della sensibilità umana e descrivono non lo spazio, ma lo spazio-tempo, un tessuto osservabile per loro anche dall’esterno e che gli eventi deformano. Anche il battito dei tasti del mio computer in questo momento modifica lo spazio-tempo. Figuriamoci quando si scontrano due buchi neri... I buchi neri sono luoghi dello spazio-tempo in cui la forza di gravità è così potente che nulla di quello che vi è finito dentro può più venirne fuori. Due di questi buchi neri si sono scontrati (ruotano come pianeti) e il loro scontro ha generato delle onde, che vengono dette gravitazionali perché sono le onde appartenenti alla stessa forza che fa cadere gli oggetti verso il basso... Già, a lei sembra naturale che gli oggetti cadano verso il basso. E in che altro modo potrebbero cadere?, dice lei (glielo leggo negli occhi). Però nei vari Shuttle le cose e i corpi non cadono affatto verso il basso ma galleggiano nello spazio e sulla Luna si tirano i giavellotti o i palloni di calcio lontanissimo con una piccola spinta perché sugli Shuttle o sulla Luna la forza di gravità è debolissima. La forza di gravità è cioè quella forza posseduta da ogni corpo che attira verso di sé, come una calamita, gli oggetti circostanti. Diciamo che gli oggetti sulla Terra cadono verso il basso perché c’è una calamita, al centro della Terra, che li attira. Lo stesso tipo di forza si genera quando avvengono eventi enormemente catastrofici, come il Big Bang iniziale o la collisione di due buchi neri che alla fine si fondono, come nel caso di adesso.
• È tutta roba che non si vede con gli occhi e non si sente con le orecchie. Come hanno fatto ad accorgersene?
Nelle campagne di Pisa, cioè a Cascina, e negli Stati Uniti hanno costruito gli interferometri Ligo e Virgo, cioè tre chilometri di tunnel nel sito italiano e quattro chilometri di tunnel nei due siti americani. È qui che vengono sparati i raggi laser e che si osservano le deformazioni eventualmente causate dalle onde gravitazionali, generate a loro volta da qualche evento catastrofico. Per ora potremmo/dovremmo essere in grado di captare le onde emesse 380 mila anni dopo il Big Bang. Ma gli interferometri saranno potenziati e se ne costruiranno direttamente nello spazio e a un certo punto, forse in tempo per questa rubrica, sapremo cosa è accaduto 1/10000.... (43 zeri) secondo dopo la Grande Esplosione. L’inizio di una storia che alla fine, pensi un po’, ha portato alla nascita mia e sua.
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