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 2016  febbraio 12 Venerdì calendario

Captate le onde gravitazionali: è la prova della teoria della relatività • Un testimone dice che Giulio Regeni era stato arrestato dalla polizia • Un accordo potrebbe presto portare una tregua in Siria • Una brutta giornata per le banche con l’oro che torna bene rifugio • I giudici dichiarano insolvente Banca Etruria e aprono a una nuova inchiesta per bancarotta fraudolenta • Arrestati undici pedofili, c’era anche un prete • Bagnasco vuole lo scrutinio segreto sulle unioni civili • È morto il signor Bialetti, l’omino coi baffi


Onde/1 Einstein aveva ipotizzato che il mondo in cui viviamo è un continuo spazio-temporale, dove il tempo è una dimensione come lo spazio. E la forza di gravità influenza questo mondo. Quando avviene una perturbazione abbastanza forte dello spazio tempo, Einstein disse, partono delle onde di gravità che si propagano alla velocità della luce e causano deformazioni misurabili. Dopo anni di tentativi, ieri un gruppo di scienziati americani del Ligo (Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory, osservatorio interferometrico laser per le onde gravitazionali, costruito negli Stati Uniti) ha annunciato di aver misurato queste onde gravitazionali. Secondo gli autori, i responsabili di queste onde erano due buchi neri, pesanti circa 30 volte il Sole, che si sono fusi in uno solo, modificando lo spazio intorno a loro e poi via via fino a noi, alla velocità della luce. Queste onde gravitazionali, alla fusione dei due buchi neri, avevano accumulato una enorme energia: 50 volte quella di tutte le stelle dell’Universo, anche se solo per un cinquantesimo di secondo. Al loro arrivo sulla Terra, dopo un viaggio di più di un miliardo di anni, questa energia è bastata per deformare, anche se di pochissimo, i due rivelatori di Ligo, uno in Louisiana e una nello Stato di Washington. Il tempo intercorso tra le due rilevazioni è proprio quello che serve ad attraversare gli Usa alla velocità della luce (Bignami, Rep).

Onde/2 Ieri alla sala del National Press Club di Washington, dopo l’annuncio della rilevazione delle onde gravitazionali, Gabriela Gonzales, alla guida della collaborazione Ligo, ha fatto sentire il suono dell’onda registrata dalle due antenne installate nello Stato di Washington e in Louisiana, e proveniente dalle profondità del cielo australe. Le onde erano state lanciate dal rapidissimo movimento accelerato di due buchi neri che si fondevano insieme formando un agglomerato di 360 chilometri di diametro con una massa 60 volte quella del Sole. La potenza emessa dal catastrofico evento cosmico avvenuto 1,3 miliardi di anni fa è calcolata in circa 50 volte quella espressa dall’intero universo visibile. Finora nessuno strumento a disposizione poteva raccogliere le tracce di un simile fenomeno, testimoniato dalle onde che tanto tempo hanno impiegato ad arrivare sulla Terra pur viaggiando alla velocità della luce. Solo gli interferometri a laser inventati apposta potevano farlo. La scienziata Gonzales: «Le onde spostavano di una misura impercettibile, inferiore a quella di un capello, il fascio di luce che correva negli osservatori. Percepire l’effetto è stata un’impresa difficilissima permessa dall’introduzione di nuove tecnologie». Ligo è nato dalla collaborazione tra 16 nazioni: 750 scienziati, guidati dagli americani, ma che comprende anche Giappone, India, Australia, Germania e Gran Bretagna (Caprara, Cds). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]

Regeni Un supertestimone nel caso di Giulio Regeni ha detto agli investigatori italiani di aver visto quella sera prelevare il ragazzo da poliziotti in borghese alla fermata della metropolitana, a tre minuti da casa sua. Non quadra infatti la versione ufficiale, del semplice crimine. La prima, quella dell’incidente stradale, quadrava ancor meno. A fornirla ai media era stato il capo della squadra investigativa incaricata di trovare gli assassini del ricercatore: Khaled Shalaby, poliziotto condannato nel 2003 per aver interrogato una persona con torture tali da portarla alla morte. Convince ancor meno la pista fornita dal governo egiziano di un omicidio senza connotazioni politiche (Piccolillo, Cds).

Siria Ieri notte a Monaco i Paesi del Syria Support Group hanno concordato un complicato percorso che dovrebbe portare alla fine delle violenze. È un’intesa in tre punti, raggiunta innanzitutto grazie al negoziato fra Russia e Usa, che poi l’hanno fatta accettare agli altri Paesi del Group e (sembra) anche ai gruppi ribelli. Il percorso dovrebbe portare alla fine delle ostilità maggiori entro una settimana, all’accesso degli aiuti umanitari a partire da subito nelle zone in cui è già possibile farlo e poi all’ingresso di altri aiuti quando, passo dopo passo, verranno consolidate le tregue nelle varie regioni del paese. La Russia non ha accettato da subito il blocco dei suoi bombardamenti aerei, ma rallenterà il ritmo. Lo scopo è quello di creare una pausa seria che possa portare alla ripresa dei negoziati di pace che erano partiti a Ginevra ed erano stati subito interrotti (Nigro, Rep).

Banche Un’altra brutta giornata per le banche, considerate poco affidabili. L’oro, invece, cresce: ieri +5,2% a 1.256 dollari l’oncia. Le borse europee hanno mandato in fumo oltre 242 miliardi di euro. In netto ribasso tutti i listini. Milano, di nuovo, in Europa fa peggio di tutti. I titoli bancari ieri pesavano il 25,6% dell’indice. Un valore salito in questi ultimi quattro anni anche a seguito di aumenti di capitale per complessivi 40 miliardi. Piazza Affari ha perso il 5,63%, Madrid il 4,88%, Parigi il 4,05%. Più caute Francoforte (-2,93%) e Londra (-2,39%). In rosso per tutta la giornata anche Wall Street (che ha chiuso in perdita dell’1,6%) a segnalare che gli scenari di incertezza si sono moltiplicati. Tra i bancari vendite pesanti su Mps (-9,88%) e Ubi (-12,11%) dopo la diffusione dei conti. Giù anche Banco Popolare (-8%) in vista di una fusione con Bpm. Sul listino parigino penalizzata soprattutto Société Générale, nonostante un aumento dell’utile del 46%. Il titolo è crollato in avvio fino a perdere il 15% per poi archiviare la seduta con un ribasso del 4%. Ha pesato la revisione delle stime di redditività della banca per l’esercizio appena iniziato. Giornata negativa per Deutsche Bank, che ha perso il 5,45% (Savelli, Cds).

Etruria Il tribunale di Arezzo ha dichiarato lo stato di insolvenza per banca Etruria che apre a una nuova inchiesta per bancarotta fraudolenta nei confronti dei vecchi amministratori. Il buco di oltre tre miliardi di euro è stato infatti causato, secondo i giudici, da un’opera di dissipazione del patrimonio anche a fini personali. Scrivono nelle motivazioni: «Nell’arco di nove mesi (tra dicembre 2014 e settembre 2015) emerge una riduzione del patrimonio netto di circa i 2/3». E, sottolineano i giudici, «alla data di avvio della risoluzione (il 22 novembre) il patrimonio netto risultava integralmente eroso da ulteriori perdite». I magistrati stanno studiando il verdetto, entro breve potrebbero decidere l’iscrizione nel registro degli indagati dei vecchi amministratori, a cominciare da coloro che guidavano Etruria al momento del commissariamento deciso da Bankitalia nel febbraio 2015. E dunque l’ex presidente Lorenzo Rosi e i suoi due vicepresidenti: il vicario Alfredo Berni e Pierluigi Boschi, padre del ministro delle Riforme (Sarcina, Cds).

Pedofili Don Diego Rota, 46 anni, parroco di Solza (duemila anime in provincia di Bergamo) è stato arrestato con altre 10 persone per prostituzione minorile. Il sacerdote si faceva chiamare Marco e adescava minorenni online, che poi incontrava al cimitero di Seriate. Quattro ragazzini bergamaschi di 15, 16 e 17 anni, si erano iscritti a Badoo, sito di incontri online, dichiarandosi maggiorenni sotto falso nome: «Volevamo guadagnare soldi con i gay». L’intenzione iniziale dei ragazzi era quella di farsi pagare in anticipo e poi scappare. Ma le cose andavano diversamente. Per esempio il 10 settembre 2015 il sacerdote fa salire due ragazzini sul suo Suv e gli regala due cellulari nuovi, con rispettive sim card: è la merce di scambio per il sesso. «Chiamatemi con questi telefoni», è l’accordo coi minorenni. Uno vuole capire meglio la tipologia dell’impegno col sacerdote e gli manda un sms: «Ma quante volte lo dobbiamo ancora fare gratis?». Risposta: «Abbiamo appena cominciato, ce ne hai per 15 volte su 20 pattuite. Se fai meglio e se non mi bidoni sempre potrei scontarne qualcuna». In arresto, tra gli altri, anche Cristian Zilli, 43 anni, allenatore delle giovanili di calcio della Acos Treviglio, ed Egidio Bosio, noto vigile urbano di Albino, 54 anni. C’è anche Claudio Tonoli, 55enne bresciano sieropositivo già fermato con le stesse accuse le scorse settimane. Poi un idraulico, un assicuratore, un allevatore, impiegati. Tutti disposti a pagare fino a 100 euro (o pranzi da McDonald’s, biglietti per Gardaland, una catenina d’oro con lo stemma dell’Inter) per fare sesso con un minore. Fino all’estate del 2014, quando una madre ha scoperto le chat del figlio e ha denunciato (Berizzi, Rep).

Unioni civili Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ieri ha auspicato che sulle unioni civili si preceda con lo scrutinio segreto. Molti hanno pensato che l’appello sia rivolto al presidente del Senato, Piero Grasso, che mercoledì aveva impedito il voto segreto sul primo ordine del giorno contro il ddl Cirinnà (Maesano, Sta).

Bialetti È morto a 93 anni ad Ascona (Canton Ticino) Renato Bialetti, l’“omino coi baffi”, ex proprietario e icona dell’azienda di macchinette per il caffè. Suo padre, Alfonso, aveva fondato nel 1919 a Omegna, Piemonte, un’officina per la fusione e lavorazione dell’alluminio. La svolta arriva nel 1933 quando, come dice la tradizione, «osservando le donne di Omegna che facevano il bucato sulle rive del lago d’Orta», Alfonso Bialetti ha l’intuizione che lo porta a progettare e realizzare la moka Bialetti. La sua produzione viene avviata in quello stesso anno, e fino al Dopoguerra rimane a carattere artigianale con 70 mila pezzi prodotti ogni anno. Il testimone passa al figlio Renato, che vuole rendere la caffettiera famosa in tutto il mondo: da qui l’intuizione dell’importanza della pubblicità. Proprio Renato Bialetti viene rappresentato dall’artista Paul Campani come l’«omino con i baffi», immagine stilizzata di un signore distinto che alla fine degli anni Cinquanta diventò, in forma animata, uno dei primi protagonisti del Carosello (Zanini, Cds).

(a cura di Daria Egidi)