il Fatto Quotidiano, 12 febbraio 2016
Per i deputati è troppo faticoso votare, si studia il pulsante automatico
Quando il vicepresidente della Camera Simone Baldelli, era la metà del giugno scorso, ha tirato fuori la proposta, al questore Paolo Fontanelli è subito venuto in mente un rischio: il “possibile aumento della mobilità dei parlamentari in Aula”. La traduzione dal politichese è presto fatta: non è che così spariscono tutti?
A provocare l’eventuale fuggi fuggi è l’idea di un “effetto memoria” nelle pulsantiere utilizzate per il voto elettronico. Un meccanismo, in pratica, che permette di mantenere “viva” l’impronta dei deputati in Aula.
Ad oggi, la questione funziona così: ogni volta che un parlamentare deve esprimere la sua preferenza, inserisce il dito nell’apposita fessura per il riconoscimento e poi pigia il tasto prescelto: favorevole/contrario/astenuto. Va ricordato che il sistema delle impronte digitali è stato inserito per evitare il cosiddetto fenomeno dei “pianisti”: parlamentari che supplivano all’assenza dei colleghi votando anche per loro. Alla Camera, in verità, ci sono ancora una trentina di eletti (è l’ultimo dato disponibile) che si sono rifiutati di farsi identificare con le minuzie, nonostante i ripetuti appelli della presidenza di Montecitorio.
Ora che il processo di voto elettronico è ampiamente rodato, però, alcuni deputati lamentano l’eccesso di fatica: quando la seduta prevede votazioni a raffica, è una seccatura dover ogni volta farsi riconoscere e poi pigiare il tasto giusto. È qui che interviene Baldelli e la sua proposta sull’ “effetto memoria”. L’idea è già stata accolta dall’Aula, che l’ha votata al momento dell’approvazione del bilancio di Montecitorio. Dell’impronta a lunga conservazione, però, non se n’è più parlato. La deve studiare il servizio informatico, per capire come coniugare le due esigenze: sollevare i deputati dal gravoso impegno del riconoscimento a ripetizione ed evitare che la permanenza in Aula diventi un di più. Chissà cosa ne pensa l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che l’altro giorno, in commissione Esteri, si è lamentato con i colleghi parlamentari del loro scarso impegno lavorativo. Negli uffici della Camera, comunque, avvertono: l’allarme di Fontanelli sull’aumento della “mobilità” è eccessivo: al massimo, sostengono, il deputato avrebbe il tempo di andare in bagno tra un voto e l’altro.