Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Gendarmi francesi a Bardonecchia
Possono gendarmi francesi entrare in una sala d’aspetto italiana, far fare la pipì a un sospettato per verificare che non sia sotto l’effetto di stupefacenti, poi tornarsene a casa come se nulla fosse?
• Secondo me non possono.
È successo a Bardonecchia. Sul Tgv Parigi-Milano doganieri francesi hanno fermato un nigeriano. Sospettavano fosse uno spacciatore, gli hanno chiesto il permesso di fargli l’analisi delle urine, quello ha acconsentito per iscritto, gli agenti hanno deciso di aspettare l’arrivo del treno a Bardonecchia per svolgere l’operazione con maggior comodità. A Bardonecchia sono entrati in una certa sala d’aspetto che conoscono molto bene perché c’erano entrati altre volte, hanno accompagnato il nigeriano nel bagno, quello ha fatto pipì, le urine sono state analizzate al volo, non c’era niente, il nigeriano - residente in Italia - è stato lasciato libero, gli agenti se ne sono tornati a casa. Erano cinque, armati, provenienti dalla gendarmeria di Modane. Sull’episodio è stata montata una tragedia nazionale, con dichiarazioni di fuoco e la convocazione dell’ambasciatore a Roma. «Macron ci deve spiegare...» eccetera, è il senso del profluvio di prese di posizione politiche che ha fatto seguito all’episodio. Sarebbe stata violata la sovranità nazionale, anche se dall’altra parte si risponde che un certo accordo del 1990 consente (consentirebbe) alla polizia di frontiera transalpina di fare quello che ha fatto.
• Sono esagerazioni?
Non lo so, i francesi sono antipatici, noi abbiamo un complesso d’inferiorità che ci deriva da un’identità nazionale molto debole, il fatto che ai poliziotti di Modane non sia venuto in mente che sarebbe stato prudente, prima di invadere la sala d’aspetto della stazione di Bardonecchia, di avvertire i nostri, con cui pure collaborano di necessità ogni giorno, dato che quello è un punto di forte pressione migratoria, è pure significativo della sensazione che trasmettiamo al prossimo, di sciatteria quotidiana, sensazione magari sbagliata ma che discende da fatti culturali troppo complessi e storicamente profondi...
• Forse non bisogna farla troppo lunga. Potevano o non potevano?
Gerald Darmanin, ministro francese dei Conti pubblici, da cui dipendono i gendarmi, ha fornito questa risposta ufficiale: «I doganieri francesi possono intervenire sul territorio italiano in base a un accordo sugli uffici di confine del 1990 in condizione di rispetto della legge e delle persone». Ha aggiunto: «Al fine di evitare nuovi incidenti nel futuro le autorità francesi sono a disposizione di quelle italiane per chiarire il contesto giuridico e operativo nel quale i doganieri francesi sono intervenuti sul suolo italiano». Gli italiani hanno risposto che quell’accordo del 1990 è caduto in disuso e che in ogni caso, prima di operare sul nostro territorio, è necessario che i nostri siano avvertiti. Le convenzioni ammettono persino che un ricercato in fuga sia inseguito da agenti francesi in Italia, però sempre coinvolgendo le forze dell’ordine italiane. Inoltre, gli italiani sostengono che la materia non è più regolata dalle intese del 1990, ma dagli accordi di Chambery del 3 ottobre 1997. Vattelapesca, ecco dove la faccenda diventa un garbuglio burocratico, capace di tenere impegnati giuristi di mezza Europa per i prossimi dieci anni. Intanto il loro ambasciatore a Roma, Christian Masset, è stato convocato alla Farnesina e ricevuto dal Direttore Generale per l’Unione Europea, Giuseppe Buccino Grimaldi, che gli ha rappresentato «la ferma protesta» del governo italiano, per il comportamento dei doganieri francesi ritenuto «inaccettabile». La Meloni vuole che il governo riferisca in parlamento, ma il livello della discussione è comunque quello, un dibattito tra direttori generali e ministri di seconda fascia, non si occupano di faccende simili né Macron né Alfano o Gentiloni.
• Chi c’era nella sala d’aspetto quando sono arrivati i gendarmi?
I volontari di Rainbow4Africa, a cui il comune ha affidato quello spazio. Dice il sindaco di Bardonecchia, Francesco Avato: «Non avevano alcun diritto di introdursi lì dentro. Non si permettano mai più».
• Che hanno detto i politici?
Di Maio: «Bene ha fatto la Farnesina a convocare l’ambasciatore francese. Quanto accaduto a #Bardonecchia deve essere chiarito completamente in ogni suo aspetto». Salvini: «Altro che espellere i diplomatici russi, qui bisogna allontanare i diplomatici francesi! Con noi al governo l’Italia rialzerà la testa in Europa, da Macron e Merkel non abbiamo lezioni da prendere, e i nostri confini ce li controlleremo noi». Martina: «I fatti di Bardonecchia sono gravi. Così di certo non si fa la nuova Europa». Ha detto la sua anche Enrico Letta: «L’irruzione della polizia francese a Bardonecchia è l’ennesimo errore sulla questione migranti. Poi in Europa si stupiscono dell’esito elettorale in Italia!».
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