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 2018  aprile 01 Domenica calendario

Il pulsante d’emergenza sale in auto

L’auto finisce fuori strada e il conducente è immobilizzato, intontito, incastrato. Ma il mezzo ha registrato l’impatto e lo segnala in automatico al numero unico d’emergenza 112, permettendo di localizzare la macchina e di avviare in molti frangenti una comunicazione telefonica con l’autista, se è in grado di sostenerla e collegato con Bluetooth, oltre a far partire subito l’ambulanza con una destinazione precisa.

Non è solo fantascienza, ciò di cui sentiremo parlare sempre più a partire da oggi. Perché proprio dal primo aprile è obbligatorio sulle automobili e i furgoni di nuova omologazione il sistema eCall, salvavita voluto dall’Unione. L’Europa, che ha fissato la norma nel 2015, vorrebbe tagliare in un quinquennio del 40-50% i tempi medi di soccorso specie lungo le strade extraurbane dove avviene il 55% degli schianti, e abbattere il trend sulle vittime: sono state 25.500 all’anno dal 2014 considerando l’Ue a 28, mentre in Italia se ne sono registrate 3.283 nel 2016 secondo l’ultimo dato Istat, con 17.000 feriti gravi in crescita del 9% sui dodici mesi precedenti.
«È evidente – ribadisce da sempre il presidente dell’Aci Angelo Sticchi Damiani – che soccorsi più rapidi potranno in primis aumentare la possibilità di curare e salvare le vittime (nel nostro Paese ci sono
quasi 55 morti all’anno sulle strade ogni milione di abitante, il dato complessivo Ue è di 50,6, ndr). E si potrebbero ridurre del 15% i tempi di congestione sulle varie arterie prodotti dalle collisioni».
Il dispositivo – costo variabile fra i 100 e i 200 euro – non sarà presente a bordo di tutte le vetture acquistate d’ora in poi dagli italiani. Lo avrà in dotazione ogni modello «omologato», quindi quelli via via presentati dai costruttori come completamenti nuovi o versioni rinnovate di automobili già esistenti.

L’apparecchiatura entra in funzione da sola quando s’incrociano vari fattori, sintomatici d’un possibile scontro o comunque di un’anomalia: l’attivazione dell’airbag, una decelerazione improvvisa se si procedeva oltre i 50 km/h, senza dimenticare che può essere avviato con un pulsante dal conducente stesso o da un passeggero.

Spiega Sergio Caglieris, medico e tra i principali coordinatori del 112 nel Nord-Ovest: «L’efficienza piena si raggiungerà nel 2023, ma prima o dopo bisognava partire. In Italia allo stato 20 milioni di abitanti vivono in zone coperte dal numero unico: Piemonte, Valle D’Aosta, Lombardia, Liguria, Friuli e Trentino Alto Adige le regioni in cui è più rodato, altrove è a macchia di leopardo o ancora inesistente ed è una delle principali criticità nella declinazione italiana di eCall. I tempi tuttavia non saranno biblici, molte vetture lo contengono già e ci è capitato di soccorrere grazie a quello persone coinvolte in incidenti». Sul fronte privacy, eCall non dovrebbe permettere la tracciabilità dei percorsi, sebbene quest’aspetto vada approfondito nel momento in cui saranno dirottati sul 112 dispositivi già presenti, che in precedenza segnalavano l’emergenza a centrali private.