Libero, 1 aprile 2018
Importiamo ovini dall’estero per maltrattarli e macellarli meglio
Stipati e schiacciati, senza alcuna possibilità di sdraiarsi o riposarsi, senza acqua e senza cibo, feriti, esanimi, svenuti, e mai soccorsi durante l’intero tragitto, dall’Est Europa (Ungheria, Romania e Polonia) fino in Italia. Così hanno passato le ultime 30 ore della loro vita gli agnelli pasquali.
Con un video, che non avremmo mai voluto vedere, Animal Equality denuncia le atroci sofferenze di questi piccoli, nati poche settimane prima, strappati brutalmente dal seno della mamma e gettati uno sull’altro all’interno di un vecchio camion, con parti interne rotte e lettiere sporche, malfunzionanti, non adatte ad assorbire le deiezioni degli animali.
«Non si contano le violazioni del regolamento europeo dice Matteo Cupi, direttore esecutivo dell’organizzazione internazionale per la protezione di animali. Questi lunghissimi viaggi comportano atroci sofferenze per animali che non dovrebbero nemmeno essere sottoposti alla violenza del macello. Per questo, vogliamo far luce su un sistema che non funziona e svelare quello che avviene nell’industria della carne». Cupi fa notare che vengono ammassati 850 agnelli su camion che ne potrebbero contenere al massino 700, per farli viaggiare con sistemi di abbeveraggio non funzionanti e in ogni caso irraggiungibili a causa del sovraffollamento. Questo è il modo in cui vengono importati gli ovini (un milione ogni anno) provenienti dall’Est e destinati al mercato italiano.
Ma quanto sarebbe più bella la Pasqua senza tanta crudeltà. Una crudeltà che colpisce il cuore. Difficile restare indifferenti. Ecco perché accogliamo l’iniziativa politico-legislativa della parlamentare Michela Vittoria Brambilla, presidente del Movimento Animalista, volta a frenare le «stragi». E dunque «andrebbe vietata la macellazione dei piccoli che non hanno raggiunto l’età adulta». Tanto più che il consumo sembra in costante diminuzione. «Siamo passati da 812 mila capi macellati durante il periodo pasquale del 2010 ai circa 420 mila del 2017», precisa.