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 2018  aprile 01 Domenica calendario

L’amaca

Il nuovo tesoriere dei cinquestelle, deriso sui soliti social perché ha solo la terza media, fa bene a rispondere per le rime, rivendicando il diritto di fare politica anche per le persone di bassa scolarità. Così come fece bene Di Maio a diffondere e difendere il suo modestissimo curriculum professionale: la democrazia non è fatta solo per i professori e per i ricchi.
La discussione, in ogni modo, meriterebbe un deciso salto di qualità. Quanto basta per capire che la bassa scolarità non è una vergogna, ma non è neppure una ragione di orgoglio, una specie di bandierina che gli ultimi possono sventolare in faccia ai primi. È, banalmente, uno dei grandi problemi di questo Paese, che al notevole progresso economico degli ultimi sessant’anni non è riuscito a far seguire un progresso culturale lontanamente paragonabile.
Non si tratta di fare della filosofia, si tratta di leggere dei numeri che collocano l’Italia agli ultimi posti, tra i Paesi sviluppati, come livello di scolarizzazione.
Pochi diplomati e pochi laureati rispetto agli altri popoli europei. Di qui è molto probabile che discendano almeno alcuni dei nostri deficit civili e sociali. Che abbia la terza media oppure due lauree, bisognerebbe dunque che chi fa politica si facesse carico di migliorare le cose: chi ha due lauree battendosi perché quelli con la terza media possano laurearsi, e quelli con la terza media augurandosi, come gli operai di una volta, che almeno i loro figli possano accedere all’università.