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 2012  luglio 14 Sabato calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Mario Monti
Il Ministro degli Interni è Anna Maria Cancellieri
Il Ministro degli Esteri è Giulio Terzi di Sant’Agata
Il Ministro della Giustizia è Paola Severino
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Vittorio Grilli
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Francesco Profumo
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Elsa Fornero
Il Ministro della Difesa è Giampaolo Di Paola
Il Ministro dello Sviluppo economico è Corrado Passera
Il Ministro delle Politiche agricole è Mario Catania
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Corrado Passera
Il Ministro della Salute è Renato Balduzzi
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Lorenzo Ornaghi
Il Ministro dell’ Ambiente è Corrado Clini
Il Ministro degli Affari europei è Enzo Moavero Milanesi (senza portafoglio)
Il Ministro di Affari regionali, turismo e sport è Piero Gnudi (senza portafoglio)
Il Ministro della Coesione territoriale è Fabrizio Barca (senza portafoglio)
Il Ministro della Cooperazione internazionale e integrazione è Andrea Riccardi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Semplificazione è Filippo Patroni Griffi (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Dino Piero Giarda (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Jean-Marc Ayrault
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Muhammad Mursi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Moody’s ha declassato un’altra volta il debito italiano, da A3 a Baa2. Senza addentrarci per l’ennesima volta nel significato di questi voti, basterà ricordare che Baa2 è a due livelli di distanza dalla valutazione “spazzatura” (junk bonds).

 

Comincerei col ricordare quest’affare delle agenzie di rating, in che consiste eccetera.

“Agenzia di rating”, appunto, cioè “agenzie di valutazione”. Valutazione di che cosa? Del debito. Tu chiedi i soldi in prestito a una banca e qualcuno valuta che razza di debitore sei, se cioè i soldi li restituirai oppure no. Naturalmente Moody’, Standard & Poor’s e Fitch – le agenzie di rating che hanno in mano il 95% del mercato – non si occupano né di me né di lei. Si occupano dei grandi debitori. Per esempio, l’Italia. Quante probabilità ci sono che l’Italia non sia in grado di restituire i soldi che deve a mezzo mondo? La risposta a questa domanda è il voto. Che non è eterno: oggi ti valuto al massimo (tripla A, l’abbiamo persa da un pezzo), domani, se sono cambiate le condizioni economiche e politiche, ti butto giù. Ieri ci hanno buttato giù per l’ennesima volta. Fatto che ha provocato una marea di reazioni.

Ecco, siccome mi figuro che ci sarà un consistente coro di condanna per Moody’s (me lo figuro perché più o meno è stato sempre così), vorrei cominciare dalle ragioni che hanno spinto questi signori a degradarci.

La ragione principale è politica: l’avvicinarsi del voto la prossima primavera aumenta il rischio che il paese non si sobbarchi i sacrifici necessari. Si parla poi di prospettive economiche, e qui ricordiamo che la settimana scorsa il governatore della Banca d’Italia ha pronosticato per noi un calo del Pil del 2%. Se dovesse riscontrare difficoltà a finanziare il proprio debito, l’Italia – dice Moody’s - sarebbe «costretta a richiedere un aiuto esterno». Con perdita della sovranità e tensioni sociali inimmaginabili (forse, aggiungiamo noi). C’è poi, ragiona Moody’s, il rischio del contagio da Grecia e Spagna. Che accadrebbe al nostro sistema bancario se uno dei due paesi o tutti e due saltassero? Già oggi aiutarli ci costa 45 miliardi, e per procurarceli siamo costretti a indebitarci. Moody’s non lo dice, ma c’è un elemento di preoccupazione in più: ad agosto ci sono meno contrattazioni, quindi si può buttar giù l’Italia con poco sforzo. Ricordiamo (Moody’s non lo dice) che l’obiettivo principale della speculazione è l’euro, sulla cui caduta ha scommesso più di un colosso.

Come hanno reagito i mercati ai giudizi di Moody’s?

Bene. La Borsa di Milano ha guadagnato quasi un punto, i Btp a tre anni sono stati piazzati a un tasso nettamente inferiore a quello di maggio (4,65 contro 5,30) e la richiesta è stata poco meno del doppio del quantitativo disponibile. Lo spread è rimasto a 480 dopo essere sceso a 460. Resta la stranezza di queste valutazioni rilasciate a mercati aperti, un vizio che è stato molto criticato in passato e ancora ieri ha suscitato le rampogne della Commissione europea, Olli Rehn, Simon O’Connor eccetera.

Vediamo adesso che cosa dicono i critici dell’agenzia.

Mario Monti ha avuto la notizia mentre si trovava nell’Idaho al convegno della Allen & Company. Ecco quello che ha detto: «Siamo virtuosi e invece di premiarci ci puniscono». Corrado Passera ha parlato di giudizio «fuorviante» e «ingiustificato». Difesa anche da Squinzi (capo di Confndustria) e Bonanni (Cisl): il sistema economico italiano è più forte di quello che vuol far credere Moody’s. Si ricordano le topiche colossali prese da questi signori, che davano un voto alto a Lehman poche ore prima del fallimento. E del resto s’erano comportati allo stesso modo con Parmalat. Poi: non fecero minimamente capire quello che stava succedendo con i subprime. Dicono un po’ tutti: perché meravigliarsi? Sono aziende private che rilasciano i loro giudizi dietro pagamento. Conflitti d’interesse colossali. E magari quando emettono il giudizio hanno fatto vendere a qualche loro amico titoli allo scoperto della società degradata e questi loro amici si accingono a ricomprare dopo qualche giorno a prezzo ribassato. Sono illazioni, sia chiaro.

C’è un’inchiesta della magistratura.

Sì, del magistrato di Trani, e magari questo fa un po’ ridere, la piccola procura di Trani contro i colossi che stanno al centro della finanzia mondiale e dei suoi misteri. Però il pm di Trani, Michele Ruggiero, ha scoperto che lo scorso gennaio, quando stava per arrivare il downgrading (declassamento) di Standard & Poor’s, il responsabile per le banche di Standard, Renato Panichi, avvertì i suoi capi che si stavano sbagliando. C’è un piano perverso dietro il comportamento delle agenzie? Come mai in autunno diffusero la falsa notizie che il debito francese stava per essere declassato? I sospetti esistono, e il magistrato di Trani – a cui gli Stati Uniti hanno impedito di andare in America a indagare (rogatoria respinta) – si prepara a rinviarli a giudizio. Potrebbe anche farsi forte delle testimonianze di Webster Tarpley e Paul Krugman, due tipi che se ne intendono, detestano le agenzie di rating e sono pronti a volare in Puglia per raccontare quello che sanno.

Non è strano che gli unici disposti ad andargli contro stiano a Trani?

C’è un’inchiesta anche della magistratura spagnola (da Madrid). E li tiene nel mirino anche la Sec, l’istituzione Usa che comanda a Wall Street.


[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 14 luglio 2012]

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