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 2012  luglio 14 Sabato calendario

SE DIETRO QUEGLI OCCHIALI SI NASCONDE UNA STAR


La montatura è la cornice degli occhi, le lenti il filtro tra noi e il mondo. Una volta gli occhiali servivano solo a veder meglio e più chiaro, oggi celano emozioni, nascondono espressioni, camuffano fisionomie. Se sono grandi, a farfalla, possono rendere una donna irriconoscibile più di una maschera. Quelli piccoli, bordati oro, fanno subito intellettuale alla Gustav Mahler. Il modello Aviator — stile Tom Cruise in
Top Gun
o Al Pacino in
Cruising
— indurisce il viso, specie se specchiato. La Ray-Ban può andar fiera di quel modello lanciato 75 anni fa, largamente imitato e mai tramontato. Il marchio fondato dalla Bausch & Lomb nel 1937 (venduto all’italiana Luxottica nel 1999 per 640 milioni di dollari) aveva poca concorrenza quando l’Aviator
fu adottato dalla United States Army Air Corps. Il generale Douglas MacArthur ne sfoggiò orgogliosamente un paio quando atterrò sulla spiaggia delle Filippine durante la Seconda guerra mondiale; l’immagine del soldato americano duro, intrepido e coraggioso che avrebbe ispirato mille film. Il modello fu un successo ancor prima di diventare un accessorio da divi (anche se
Top Gun
ne
incrementò del 40 per cento le vendite). Quando, nel 1952, fu messo in commercio il nuovo modello Wayfarer — montatura in plastica nera e lenti scure — le star non indossavano altro. Kim Novak, Marilyn Monroe, James Dean (e più tardi Jack Nicholson), ma anche l’impeccabile John Fitzgerald Kennedy, prima che venisse smitizzato da musicisti come Roy Robison e Bob Dylan e diventasse un accessorio indispensabile da Blues Brothers (Belushi e Aykroyd).
In
Legends: Untold stories,
un libro a tiratura limitata prodotto per celebrare i 75 anni di attività, ci sono testimonianze e ritratti d’autore che mostrano vip e celebrity in Ray-Ban. «Ereditai il mio primo paio di Ray-Ban da mio padre. Era tutto quel che aveva, la mia eredità, e ne ero fiero. Avevo imparato, guardando Jfk, Miles Davis e Ray Charles, che se vuoi essere cool devi in-
dossare un paio di occhiali», scrive Glenn O’Brien, giornalista e scrittore che in epoca new wave faceva parte della corte di Andy Warhol e dello staff del suo magazine
Interview.
O’Brien aveva già visto i Ray-Ban incollati sulla faccia di Marlon Brando e Audrey Hepburn, e la prima volta che incontrò Debbie Harry dei Blondie, la trovò impenetrabile dietro i suoi wayfarer. Beth Ditto, la leader lesbica dei Gossip, descrive la sua ammirazione per le prime donne aeronaute del Wasp (Women Airforce Service Pilots), commentando una foto di Jean Pearson a bordo del suo velivolo scattata in Texas nel 1943. Strepitosa l’immagine di Humphrey Bogart e Lauren Bacall sul set di
Averee non avere
(1944). Per non parlare di quelle di James Dean con Ray-Ban da vista in una pausa di lavorazione del film
Il gigante
(1955) e di Marilyn Monroe con Arthur Miller a bordo della loro Thunderbird Covertible in viaggio verso l’infelicità. Una delle foto più rare, scattata nel 1984 da Andy Warhol in persona, mostra Madonna in lenti fotocromatiche insieme al dj “Jellybean” Benitez, suo boyfriend di allora. Malcolm X aveva optato per una variazione del modello originale; Michael Jackson amava indistintamente aviator e wayfarer; anche Muhammad Ali ne indossava un paio quando nel corso di una filmatissima conferenza stampa dichiarò: «Sono il più grande, lo dicevo anche prima di diventarlo!». Il mondo del rock ne ha fatto un trend; non solo Dylan, ma anche Keith Richards e Patti Smith, Lou Reed e Iggy Pop, Damon Albarn e Florence Welch. E il John Lennon dei primi anni newyorkesi, che “fece suo” il modello W0976, con montatura metallica rotonda. All’epoca del flower power era un must.