
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Sergio Cicala e la moglie Philomene Kabouree, attorniati dai loro sequestratori, nella foto fatta pervenire al sito di Al Arabiya. Il volto della donna è oscurato, per gli integralisti non può essere mostrato.
• C’è una risposta?
Io non la conosco.
• Ma è giusto parlare di “terrorismo internazionale”? Un’organizzazione sola, con una mente che guida tutto?
Esiste un nuovo Bin Laden o, almeno, un personaggio che i servizi americani giudicano pericoloso come Bin Laden. Si chiama Anwar Al Awlaki, vive in Yemen, è scampato a un blitz condotto da yemeniti e americani che volevano ammazzare lui e due luogotenenti di Bin Laden. possibile che la polvere e il liquido che Abdul Muttalab aveva con sé sul volo Amsterdam-Detroit del 26 fossero stati forniti proprio da Awlaki e, infatti, ieri sera tramite un sito fiancheggiatore, Al Qaeda ha rivendicato il fallito attentato e lanciato un appello alla «guerra totale contro i crociati». Un altro elemento che renderebbe centrale lo Yemen e questo per noi nuovo terrorista, è l’articolo del che dice di essere stato informato da una fonte anonima di Scotland Yard del fatto che 25 cittadini inglesi di origine mediorientale stanno adesso seguendo un corso di addestramento proprio in Yemen e si preparano, una volta tornati in patria, a salire su qualche aereo di linea preferibilmente in viaggio verso gli Stati Uniti per farsi saltare in aria con i passeggeri. L’insieme di queste notizie farebbe credere a un minimo di coordinamento centrale. Anche se poi resta vera quell’altra lettura di Al Qaeda, espressione – non dimentichiamolo – che significa ”la base”: fanatici individualisti o microgruppi fondamentalisti agirebbero sostanzialmente da sé e trarrebbero da Awlaki, casomai, aiuti logistici o culturali. In questo, Al Qaeda riprodurrebbe la struttura dello stesso Islam, che non ha né un Papa né una Roma e che si distende nel mondo con una struttura quanto mai cangiante. Uno dei problemi per i Paesi che accolgono imusulmani e che non c’è un’autorità né politica né religiosa capace di rappresentarli tutti. Con l’Islam, perciò, non si possono fare accordi. E i terroristi, allo stesso modo, sono in ogni caso una rete di mille cellule, ognuna delle quali può colpire chi, dove e quando vuole, sempre nel nome di Allah o di Al Qaeda. Lo dimostra il caso di Game, lo mancato della caserma di Milano, oppure la storia ultima della Mauritania.
• I due italiani rapiti?
Non sono due italiani. Lui è italiano, ha 65 anni e si chiama Sergio Cicala. Lei è del Burkina Faso, si chiama Philomene Kabouree e ha 39 anni. Vivono a Palermo. Stavano andando in Burkina Faso a trovare il figlio di lei quando sono stati sequestrati da uomini armati sulla strada che finisce in Mali. Anche se i sequestratori si proclam anoadepti di Al Qaeda, gridano che con questo gesto vogliono punire i crimini italiani in Afghanistan e in Iraq e chiedono la liberazione di loro fratelli prigionieri, nell’operazione ha di sicuro una parte importante la malavita. Sono banditi comuni quelli che hanno fatto l’operazione. O hanno agito per conto di una cellula politica o hanno rivenduto a un cellula politica affiliata ad Al Qaeda gli ostaggi oppure sono banditi che si travestono da qaedisti per lucrare un riscatto più alto. In ogni caso è terrorismo autonomo, che si richiama a una pretesa Grande Centrale, la quale però di quel fatto specifico sa probabilmente poco o niente. Aggiungo che c’è altra gente rapita in quella zona (che si sappia, almeno tre spagnoli e un francese) per la quale i rispettivi governi stanno trattando da mesi. Il nostro ministro degli Esteri Frattini, che sarà in Mauritania l’11 e il 12 gennaio (appuntamento preso in precedenza), assicura che non sarà pagato alcun riscatto. Promessa alla quale, purtroppo, non si può credere.
• Che si sa dell’altro attentatore, quello del volo americano?
Gli americani hanno preso la cosa molto sul serio, e si attente, a questo proposito, un discorso di Obama. Janet Napolitano, segretaria per la sicurezza interna, ieri ha per la prima volta criticato, e duramente, i servizi. Il fatto che Abdul sia salito a bordo appare a questo punto enorme, anche se Abdul era in una lista di 550mila sospettati di aver legami col terrorismo. La lista no-fly, quella che contiene i nomi delle persone a cui sono interdetti i voli per l’America, è composta da 18mila nominativi.
• Non sono numeri capaci di spaventare un computer, no?
No, e infatti Obama vuole due inchieste per capire come sia potuto accadere quello che è accaduto. E’ assodato che Abdul ha sbagliato nella procedura di preparazione della bomba, ma che aveva in mano quanto bastava a far scoppiare tutto. Ache la scelta del posto 19a appare mirata. E’ il sedile che si trova proprio sopra al serbatoio. Abdul ieri avrebbe rivelato all’FBI: “Molti altri come me sono pronti a colpire”.
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