Luigi Grassia, La Stampa 29/12/2009, 29 dicembre 2009
Saldi, evitare le fregature di Luigi Grassia per La Stampa - Che cosa sono i saldi di fine stagione? Non sono normali sconti, del tipo che i commercianti possono fare quando vogliono (più o meno)
Saldi, evitare le fregature di Luigi Grassia per La Stampa - Che cosa sono i saldi di fine stagione? Non sono normali sconti, del tipo che i commercianti possono fare quando vogliono (più o meno). Sono invece sconti regolamentati a salvaguardia del cliente, e devono riguardare merce della stagione in corso (altrimenti si parla di residui di magazzino). C’è la stagione di saldi invernale, che parte a gennaio, e quella dei saldi estivi. Tutto l’anno i negozianti possono abbassare i prezzi come credono purché non vendano sottocosto (cioè meno del prezzo all’origine) e non scrivano in vetrina o sulla cosa venduta che si tratta di un saldo. Qual è la base di partenza dello sconto offerto? Ad esempio: -35% di che cosa? La base di partenza deve essere, tassativamente, il prezzo pre-saldo, che non si può aumentare in vista dello sconto. Una volta che il commerciante scrive «Saldi» non può fare quello che vuole, e se per caso riscontrate che qualcuno fa il furbo ci sarebbe materia per fare una telefonata ai vigili. Più alla buona se avete messo gli occhi su una cosa che vi interessa comprare segnatevi il prezzo pieno prima che comincino i saldi e poi tornate in negozio a saldi avviati, controllando che lo sconto promesso sia effettivo. La merce comprata in saldo può essere cambiata? Sì, se ricorrono le condizioni. Esistono regole precise del commercio che impongono il cambio della merce non corrispondente a quanto propagandato, o perché difettosa. Il fatto che una cosa sia venduta in saldo non significa che queste regole a tutela del consumatore non siano valide. Perciò bisogna diffidare dei negozi che espongono cartelli tipo «la merce venduta non si cambia». Posso cambiare la merce in saldo se un altro negozio fa sconti più generosi? No, questo non si può fare. Una volta che un capo è stato acquistato, se trovo cento metri più in là un negozio che vende a minor prezzo, o se ho sbagliato la taglia oppure ho semplicemente cambiato idea, è solo la disponibilità del commerciante che può ovviare al problema, ma non c’è un diritto del consumatore. Le regole tutelano anche chi vende. C’è un limite all’entità degli sconti delle merci in saldo? Un limite non c’è, però le associazioni dei consumatori (per esempio l’Aduc nel suo decalogo sui saldi appena diffuso) consigliano di non lasciarsi tentare da sconti che superano il 50% del prezzo iniziale. Questo perché difficilmente un commerciante impone sulla merce che vende ricarichi superiori al 50%, quindi se fa sconti che eccedono il 50% vuol dire che ci rimette, oppure che la merce può avere delle magagne nascoste. Non è vietato né vendere né compare con sconti (ad esempio) del 70% però in quel caso l’acquirente deve stare due volte attento. I capi in saldo possono essere difettosi? Non più delle merci vendute a prezzo pieno (altra cosa è se viene praticato uno sconto giustificato in modo esplicito con la presenza di difetti di fabbricazione). Sui prodotti in saldo il cliente ha diritto di essere pignolo. Di un capo bisogna guardare, per esempio, l’etichetta che riporta la composizione dei tessuti: i prodotti naturali costano di più, quelli sintetici di meno, e la percentuale di composizione può variare notevolmente e incidere sul prezzo finale. Controllare se il capo è di pura lana vergine o di lana senza aggettivi: quest’ultima può essere riciclata, la prima no. E di un capo di cotone chiedere la provenienza: i prodotti dei Paesi asiatici possono essere trattati con pesticidi o anti-muffa che al contatto con la pelle umana possono provocare allergie. I commercianti possono pretendere modalità di pagamento particolari? I saldi sono normali transazioni commerciali e il prezzo di acquisto ribassato non modifica le regole. Quindi le forme di pagamento non differiscono da quelle abituali, e al cliente non può essere richiesto di pagare in contanti; se il negozio espone la convenzione con un istituto di carte di credito o bancomat si ha diritto di utilizzare questa forma di pagamento, e se viene opposto un rifiuto si può segnalarlo alla rete di pagamento, che potrebbe anche annullare la convenzione. Maxi sconti non significano merce scadente? Ancora le associazioni di consumatori sconsigliano i capi d’abbigliamento disponibili in tutte le taglie o colori, perché è alto il rischio che non siano merce a saldo ma immessi sul mercato approfittando dell’occasione con un finto prezzo scontato. Poi non bisogna scordarsi dei controlli usuali, per esempio consultare l’etichetta con le modalità di lavaggio e chiedere pure conferma al commerciante di ciò che vi è indicato, così da evitare sorprese spiacevoli. Ma quando comincia la stagione dei saldi? Si può partire il 2 gennaio, ma ogni regione stabilisce il suo calendario..