Glauco Maggi, La Stampa 29/12/2009, 29 dicembre 2009
Negli aeroporti è caos. "Venite tre ore prima" di Glauco Maggi per La Stampa - Gli aeroporti mondiali sono nel caos, perché è scattata una corsa scoordinata alla ricerca di nuove iniziative per impedire che si ripeta un fiasco del genere dell’Amsterdam-Detroit, finito bene per puro caso
Negli aeroporti è caos. "Venite tre ore prima" di Glauco Maggi per La Stampa - Gli aeroporti mondiali sono nel caos, perché è scattata una corsa scoordinata alla ricerca di nuove iniziative per impedire che si ripeta un fiasco del genere dell’Amsterdam-Detroit, finito bene per puro caso. La fortuna non va sfidata due volte, e lo stesso presidente Obama dalle sue vacanze alle Hawaii è intervenuto per tranquillizzare il pubblico sotto choc, annunciando le prime misure concrete. Ogni volo che interessa il territorio americano avrà uno «sceriffo dell’aria», ossia almeno un agente speciale che si mescolerà ai viaggiatori. Alla vigilanza dei civili e dei membri dell’equipaggio, richiamata comunque da Obama come una risorsa fondamentale della lotta al terrorismo, si aggiungerà dunque un professionista della sicurezza. Rispondendo allo sconcerto del pubblico per il fatto che il giovane nigeriano sia potuto salire a bordo dopo che suo padre ne aveva denunciato la pericolosità e i legami con radicali islamici all’ambasciata americana, il Presidente ha assicurato che sarà rivista la politica delle liste dei soggetti ai quali è da negare l’accesso ai voli. La «lista dei proscritti» dovrà essere davvero comprensiva di chi minaccia la sicurezza degli americani. Anche il raccordo con i partner internazionali dovrà essere intensificato, ha promesso Obama, un riferimento a ciò che risultava sull’attentatore alle autorità inglesi, che gli avevano negato il visto, mentre gli Usa glielo hanno concesso. Le parole del nuovo impegno della Casa Bianca per la sicurezza dei voli sono giunte mentre negli aeroscali è un «assoluto manicomio», come denuncia il Toronto Star. E per l’esperto di sicurezza Bruce Schneier, autore di libri sulla prevenzione degli atti di terrorismo, il caos negli aeroporti successivo al «miracolo» natalizio sul volo Northwest in discesa su Detroit è «il teatrino della sicurezza». Le ore di ritardo e le perdite delle coincidenze che stanno affliggendo gli scali dall’Europa al Canada, dall’Africa al Medio Oriente, per tutti gli aerei con direzione gli Stati Uniti, sono il risultato di un inasprimento dei controlli che non è detto sia ripagato affatto dall’azzeramento dei pericoli per chi vola. Soltanto l’esame intrusivo e accurato dei sospetti con il controllo delle cavità corporee, secondo Schneier, garantisce il rischio zero. «Abbiamo sempre saputo che si può attivare materiale esplosivo nascosto dentro o addosso il proprio corpo senza utilizzare un ordigno metallico, e che è possibile portarsi le sostanze vietate nell’aereo. Occorre che i terroristi siano fermati prima che entrino in aeroporto». Nel suo discorso anche Obama ha accennato a una revisione delle tecniche di screening, ma non è entrato nei dettagli. Ovunque le autorità di sicurezza hanno reagito immediatamente, dentro e fuori gli Usa, dopo la grave disfunzione del nigeriano armato che è salito a bordo, con un biglietto di sola andata pagato cash, e con il suo micidiale armamentario. Ma la regia non è centralizzata, e le norme introdotte hanno avuto l’effetto di rendere i viaggi un incubo, anche per il sovraccarico di traffico dovuto alle feste. Per esempio, in molti casi l’uso dei cani per fiutare esplosivi addosso a tutti i passeggeri e ai loro bagagli ha raddoppiato i tempi della procedura, prima affidata ai soli raggi X. Al Pearson International di Toronto la decisione di limitare rigidamente a un solo collo ciò che i passeggeri possono portare con sé ha provocato code chilometriche. «La maggior parte dei ritardi sono dovuti al fatto che i viaggiatori con le valigie da far controllare una per una le devono trascinare per l’aeroscalo», per rispettare le nuove disposizioni, ha detto Trish Krale della Authority degli Aeroporti della Grande Toronto. Se in Canada si sono registrati ingorghi sulle tre o quattro ore, i ritardi record sono stati segnalati dal Times di Londra a proposito degli scali inglesi: «Per il caos a Heathrow e ad altri aeroporti in Gran Bretagna le partenze sono state posticipate anche di cinque ore». Il sito di Heathrow, uno tra i maggiori scali del mondo, avvisa che ci si deve presentare in anticipo per sostenere verifiche più lunghe e che non ci saranno eccezioni alla politica del «collo unico» per ogni viaggiatore.