Ettore Livini, Repubblica 29/12/2009, 29 dicembre 2009
Mps e Generali frenano la holding Caltagirone di Ettore Livini per Repubblica - MILANO - La crisi del mattone e la diversificazione finanziaria a Trieste e Siena regalano un anno in rosso anche all´imprenditore più liquido d´Italia
Mps e Generali frenano la holding Caltagirone di Ettore Livini per Repubblica - MILANO - La crisi del mattone e la diversificazione finanziaria a Trieste e Siena regalano un anno in rosso anche all´imprenditore più liquido d´Italia. Fgc Spa – la cassaforte di Francesco Gaetano Caltagirone – ha chiuso il bilancio 2008, appena depositato, con una perdita di 9 milioni di euro, contro i 13 milioni di utile dell´anno precedente. E l´immobiliarista romano – per sostenere lo shopping (continuato nel 2009) sui titoli Acea e Generali – è stato costretto a mettere mano al salvadanaio di casa, prestando di tasca propria 352 milioni in contanti alla holding di famiglia. La situazione del suo impero però, malgrado il passivo della capogruppo, è ancora solidissima. Certo, le svalutazioni ai livelli della Borsa sulla quota del 3,9% in Mps (costata 234 milioni) e dell´1,9% in Generali (ridotto per 95 milioni) hanno rallentato la generazione di cassa. E la posizione finanziaria netta consolidata è peggiorata dai 128 milioni di debiti del 2007 ai 694 del 2008. Ma il bilancio di gruppo – quello che somma i conti del business del mattone, dell´editoria e delle costruzioni – è andato in archivio ancora con il segno più: 24 milioni di utile contro i 90 dell´anno prima. E nel patrimonio familiare è custodito un "tesoretto" di riserve, accumulato negli anni di vacche grasse, di 946 milioni di euro. Una scorta di liquidità da Guinness, in grado di mettere mette al riparo la Fgc da ogni sorpresa e lasciare la porta aperta a eventuali nuove scommesse imprenditoriali del socio di riferimento. La prudenza contabile di Caltagirone ha risparmiato al suo gruppo i contraccolpi del crollo del mattone. Fgc ha in portafoglio un ricchissimo elenco di investimenti immobiliari a Roma in zone di pregio (da via del Corso a via Nazionale fino a via Barberini e Piazza Navona). Asset che a bilancio valgono 494 milioni e su cui gravano garanzie reali per 422 milioni. Il loro reale valore di mercato però – secondo quanto calcolato dalla Fgc – è di oltre 860 milioni di euro. Il 2009 del gruppo dell´imprenditore romano, con ogni probabilità, andrà in archivio ancora in chiaroscuro. I suoi 777 milioni di euro investiti a Piazza Affari a fine 2008 (399 su Mps, 230 su Generali e 143 su Acea) non hanno dato grandi soddisfazioni. Il leone di Trieste viaggia sui livelli dello scorso anno, mentre Siena vale oggi il 18% meno di dicembre 2008. Caltagirone però non molla la presa. Negli ultimi mesi ha rastrellato in Borsa altri titoli del colosso assicurativo (riavvicinandosi alla soglia del 2% dopo la diluizione seguita alla fusione Generali-Alleanza) e della municipalizzata romana. proprio su questi due fronti, in effetti, che l´editore de Il Messaggero dovrebbe giocare le partite più calde del 2010. Il suo pacchetto in Generali gli consentirà di pesare moltissimo nel rinnovo della presidenza del gruppo, forse la poltrona più ambita dell´ex salotto buono di Mediobanca. Acea invece (dove Caltagirone ha l´8% circa) potrebbe diventare il suo cavallo di Troia per sbarcare nel promettente mercato della gestione privata dell´acqua in Italia.