
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Un branco di una ventina di cani ha imperversato ieri a Modica, vicino a Ragusa, in Sicilia, sbranando il bambino di dieci anni Giuseppe Brafa, morto appena l’elicottero che tentava di portarlo all’ospedale Cannizzaro di Catania s’è levato in volo, ferendo un suo amichetto di 9 anni, ricoverato ma non in pericolo di vita, e mordendo senza gravi conseguenze un uomo di 45 anni la cui identità non è stata resa nota. Le circostanze del fatto si conoscono per sommi capi: Giuseppe sarebbe stato azzannato alla testa e a una gamba in contrada Pisciotto, sul litorale tra Marina di Modica e Samperi. Il suo amichetto è stato salvato da un passante che ha poi raccontato la cosa così: «L’ho visto aggredito dai cani e ho buttato contro gli animali dei sassi per allontanarli. Poi, facendomi scudo con la bici, mi sono avvicinato al bambino, l’ho tirato su e l’ho portato al riparo. Poi ho chiamato i soccorsi ». L’uomo di 45 anni è andato a farsi medicare al Pronto soccorso di Pozzallo. I carabinieri, aiutati dalla polizia veterinaria, sono riusciti a catturare il branco di cani e a rinchiuderli. Potrebbero essere soppressi. In serata è stato arrestato un uomo di 62 anni, incensurato.
• Perché?
I carabinieri accusano questo personaggio di omessa custodia, concorso in omicidio colposo, malgoverno di animali e resistenza a pubblico ufficiale. Hanno spiegato che questo tizio era già stato denunciato in passato ed «era noto». I venti cani non erano più randagi: gli erano stati affidati e lui doveva tenerli in giardino.
• Come fa uno a tenersi venti cani in giardino?
C’è gente – si tratta soprattutto di donne sole – che ne tiene anche cento in appartamento e il record mi pare sia di una canadese nella cui casa, di dimensioni normali, abitavano più di 600 cani. Ma il caso di Modica, per quel che se ne capisce finora, non sta in questa categoria, ma in quella di coloro che intascano il compenso riconosciuto dai Comuni a chi si fa carico di un cane senza padrone. Si tratta di un giro d’affari, determinato dal randagismo, che si aggira sui 7 milioni di euro l’anno e che sta alla base dei canili lager, strutture create apposta per prendere i finanziamenti comunali (il responsabile dei randagi è il sindaco), che si incassano un tanto a cane. Gli animali sono in genere malnutriti e maltrattati, chiusi in gabbie sporche e tenuti in vita col minimo indispensabile, perché se muoiono il finanziamento finisce. Il tipo di Modica, per quanto si capisce, aveva adottato un altro metodo: lasciava che i cani andassero in giro e rientrassero casomai la sera. In questo modo gli costavano ancora meno.
• Come mai questi cani risultano tanto feroci?
Bisognerebbe studiare questo gruppo per rispondere con esattezza. In generale, il cane ex domestico che viene abbandonato, quando non muore rinselvatichisce e genera altri cani selvatici. Esiste quindi una popolazione canina, che gravita intorno ai centri abitati, che non è più costituita da amici dell’uomo, ma da esemplari che cacciano o rubano per procacciarsi il cibo, vivono in branco, si difendono e, quando si sentono in pericolo, attaccano. Il branco è considerato più pericoloso del cane solitario, perché strutturato gerarchicamente e organizzato per la difesa. La natura dà in tante situazioni un vantaggio selettivo al branco proprio perché più efficace in termini di sicurezza. La regola vale anche per homo sapiens, un animale capace di formare branchi sterminati e poi complicati da miriadi di sotto- branchi.
• Ma questi cani selvaggi saranno alla fine poche decine, no?
I randagi sono quasi 700 mila. Non so poi dire di questi quanti siano «selvaggi». Certo, un randagio tende a diventar selvaggio, man mano che passa il tempo, e a vivere secondo la legge di natura, che privilegia il più forte.
• Come fa a dire che sono addirittura 700 mila?
Sono calcoli fatti dagli enti preposti e dalle associazioni degli animalisti. I cani domestici sono sei milioni e mezzo. Ogni anno ne vengono comprati circa 150 mila e ne vengono abbandonati altrettanti. L’80 per cento dei cani abbandonati muore di fame o di sete oppure finisce sotto una macchina o in qualche laboratorio dove si pratica la vivisezione o anche nelle mani di qualcuno che organizza i combattimenti. Il 20 per cento che sopravvive incrementa la popolazione dei randagi. Non pensi che il problema sia solo nostro: negli Stati Uniti le aggressioni dei cani vaganti provocano ogni anno danni per 80 milioni di dollari, le persone ferite sono 800 mila e di queste 370 mila bambini. I cani senza padrone stanno dappertutto. Solo che non ci pensiamo mai. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 16/3/2009]
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