Carla Massi, La stampa 16/3/2009, 16 marzo 2009
OGNI CENTENARIO E’ ACCOMPAGNATO DA 4 COETANEE
Ogni centenario può scegliere tra quattro coetanee per avere un po’ di compagnia. Al Nord si contano addirittura sei donne per uomo mentre al Sud si scende a due a uno. In questa Italia, che ha dimenticato i bambini e le braccia forti dei giovani, sono undicimila quelli che hanno festeggiato i 100 anni. Sette-ottomila signore e circa tremila signori. Una sola eccezione, la Sardegna. Nell’isola gli uomini stravincono, per longevità, sulle donne. Tra una cinquantina d’anni, assicurano i demografi, i ”secolari”, da noi, saranno almeno 170mila. Cifre da Guinness che ci regalano il record mondiale per la più alta popolazione anziana (20%) e per la durata media della vita (79 anni). Pensiamo che, nel 1951, si poteva fare l’appello di quelli che avevano scavallato i cento: erano 165 da Trieste a Palermo. Siamo un paese di anziani, si sa. Ma forse è molto meno chiaro che su un centinaio di italiani ne troviamo solo 14 che hanno meno di quindici anni.
Un tesoro esplorato solo dagli scienziati quello dei nostri centenari. Eppure, stiamo parlando di un pianeta abitato da chi, nel cuore e nella testa, può scoprire di aver custodito (pur non volendo) brandelli di storia. Dalla Grande guerra, alle epidemie che falciavano la popolazione, alle donne che non uscivano di casa se non accompagnate, alla nascita del Fascismo fino allo sbarco sulla Luna, al via libera al divorzio, ai matrimoni gay e al governo Berlusconi. Si rammaricano i geriatri: perché non li avvicinate? Perché non li considerate come la prima fila di un esercito che avanza a grandi passi? Un esercito, comunque, dimenticato protestano i medici. Eppure, attualmente, l’1% della popolazione femminile ha 90 anni. Un reale spostamento delle frontiere della vita. Dall’analisi dei ricoveri emerge che gli uomini, già a partire dai 50 anni, sono più bisognosi di cure.
«Un numero del 1990 dell’autorevole rivista ”Science” indicava gli 85 anni - spiega Pierugo Carbonin pioniere della Geriatria che, per ”Vita e Pensiero” ha appena firmato il manuale scientifico ”Eterna giovinezza o fragilità? Le conoscenze di base dell’invecchiamento” - come limite massimo, non superabile, della vita media. Sono bastati poco più di quindici anni per andare al di là di questo confine. Prima in Giappone e ora anche da noi, almeno per quanto riguarda le donne. Le previsioni dell’Organizzazione mondiale della sanità ci dice che presto si arriverà oltre i 90 anni e ci si avvicinerà sempre di più ai cento. L’allungamento della durata della vita non ha, tuttavia, coinciso con un prolungamento della giovinezza. Non si è verificato alcun cambiamento nel modo di invecchiare. La fragilità, causa del declino dell’efficienza fisica e della cronicità accompagna tuttore la maggioranza degli anziani nell’ultima parte del loro cammino». E la medicina anti-invecchiamento? «Attenzione - mette in guardia Roberto Bernabei, presidente delle Società italiana di geriatria -. La cosiddetta medicina anti-aging non poggia su alcuna base scientifica. Neppure dalle cellule staminali si è finora ottenuto alcun riscontro: messe in un corpo vecchio, non fanno nulla».