Gianni Trovati, Il Sole 24 Ore, 16/3/2009, 16 marzo 2009
INVALIDITà ANCORA IN CRESCITA: RIPARTE LA CACCIA AI FALSI MALATI
Si chiama «Inver2009» e contiene 200mila nomi: quelli dei titolari di pensione d’invalidità che nei prossimi mesi riceveranno per raccomandata la convocazione dalle commissionimediche che dovranno verificare che i requisiti per l’assegno sono reali. In cima all’elenco ci sono i 22.186 pensionati che lavorano (anche grazie alle politiche di inserimento degli ultimi anni) e i 51.919 che non hanno bisogno di delegare nessuno per riscuotere l’assegno.
il braccio operativo del maxi- piano di verifiche sulle invalidità introdotto dalla manovra d’estate e messo a punto da Governo e Inps nelle scorse settimane ( il decreto attuativo è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 4 marzo). Nel tentativo di scovare titolari di assegno che però godono di salute ottima, e di mettere ordine nella crescita tumultuosa della platea di invalidi civili, aumentata di oltre il 28% in quattro anni.
L’istituto ha appena definito gli accordi con le Regioni e le declinazioni territoriali dell’ondata di verifiche, che metterà sotto la lente quasi il 10% dei 2,1 milioni di invalidi civili totali (sono il 77% del totale) o parziali che ogni mese ricevono in media 450 euro tra pensione e indennità. I criteri studiati per indirizzare le verifiche ( e applicati a un campione di quasi un milione di persone) avevano fatto emergere 400mila potenziali «sospetti», ma il target di 200mila controlli fissato dalla legge si concilia meglio con il carico di lavoro e i problemi organizzativi che l’intera operazione comporta. Anche così, infatti, i ritmi di lavoro dei medici sono da catena di montaggio: venti visite al giorno per ogni sottocommissione territoriale, mentre ogni direzione regionale Inps dovrà mandare a Roma un report alla settimana e un dossier riassuntivo al mese.
La media nazionale di un controllo ogni 10 pensioni, però, dice poco sull’intensità che il monitoraggio avrà davvero nei singoli territori. E che raggiungerà i suoi picchi a Napoli, Crotone, Agrigento e in ampie zone della Sardegna, dove le commissioni mediche esamineranno la situazione effettiva di un invalido civile ogni quattro. Decisamente più "trascurato" dai check up sarà il Centro-Nord dove, da Milano a Reggio Emilia, da Asti a Siena fino ad Ancona e Ascoli Piceno, il tasso di verifiche oscillerà tra il 2% e il 3%. Unica eccezione è Pavia, dove l’invalidità civile colpisce più intensamente rispetto ai dintorni e dove una pensione su 10 sarà controllato. Dall’incrocio fra le visite messe in calendario dall’istituto e la diffusione territoriale degli assegni emerge però anche una curiosità statistica con epicentro in Sardegna: l’Ogliastra e la provincia di Olbia-Tempio sono le zone con meno invalidi civili d’Italia, ma proprio lì si registrerà l’intensità più alta di accertamenti. Scorrendo le tabelle del piano Inps, si scopre infatti che tutti i 335 invalidi civili dell’Ogliastra dovrebbero essere chiamati a confermare la sussistenza dei requisiti, mentre a Olbia e dintorni l’esame dovrebbe toccare il 40% dei titolari di assegno.
Il peso percentuale degli invalidi civili sulla popolazione, infatti, è solo uno dei criteri che ha orientato l’attenzione degli strateghi delle verifiche: un indicatore che punta particolarmente in alto a Nuoro, dove l’assegno di invalidità civile arriva a quasi il 9% della popolazione (neonati compresi), e fuori dalla Sardegna a Lecce e Benevento, dove interessa circa il 6% degli abitanti, un tasso più che doppio rispetto al 2,5% di Milano, Prato, Verona o Bergamo. A insospettire l’istituto, però, c’è anche l’impennata di beneficiari vissuta in alcune zone del Paese: a Padova e Venezia il numero di assegni è aumentato del 60% in quattro anni, ma gli invalidi rimangono assai più rari che a Napoli e Brindisi (+40% in quattro anni), mentre Roma mette a segno un +46%. Unica provincia con un segno meno (e per pochissimo, visto che la flessione è dello 0,1%) è Nuoro, che però mantiene il primato italiano di frequenza di queste pensioni.
Oltre a diffusione e aumento dei beneficiari, per cercare di colpire nel segno l’Inps punterà anche sull’incrocio di banche dati, diventato ormai il leitmotiv di qualsiasi accertamento che si rispetti. In questo caso, il primo database da interrogare sarà quello della motorizzazione civile, perché un titolare di pensione di invalidità e anche di patente farà scattare il campanello d’allarme dei controllori. Inps e Motorizzazione hanno ancora una decina di giorni per definire l’intesa e cominciare a far parlare fra loro i propri database.