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 2009  marzo 16 Lunedì calendario

GUAZZALOCA E LA SALUTE: EUGENETICA CONTRO DI ME


Giorgio Guazzaloca, com’è la pressione stamattina?
«130 la massima, 80 la minima. Sto benissimo, grazie».
Dicono tutti così. Come fa a tenerla così bassa alla sua età? Quali farmaci prende?
«Guardi che non c’è niente da ridere ».
Il professor Monti, re delle terme e degli ambulatori privati, sfida i candidati sindaci di Bologna a un accurato check- up. I suoi rivali, Delbono, Pasquino e Cazzola, si sono detti disponibili.
«Cose da matti. Sarebbe la prima volta nella storia d’Italia. Come ha detto qualcuno: un’idea eugenetica. Da nazisti ».
In America lo fanno.
«Ma per un presidente eletto da trecento milioni di persone e con la bomba atomica ».
Cazzola prima ha detto che lei si sarebbe tirato indietro. Poi si è corretto.
«Spero siano tutti in buona fede. Ma temo che l’intento di questa manovra fosse strumentalizzare la grave malattia che ho avuto dieci anni fa. In ogni caso, mi sottoporrò a qualsiasi check-up, non fosse altro che per zittire le cornacchie».
Cazzola ora precisa: «Non sapevo che Giorgio fosse stato malato».
Guazzaloca stavolta ride di gusto: «E’ l’unico in tutta Bologna che non lo sapeva!».
Come andò?
«Cominciò con un dolore insistente al costato, all’inizio del ”99. Lo avvertivo già in campagna elettorale. Poi, dopo la vittoria, andai al Sant’Orsola per le analisi. Frattura spontanea. Segno di una malattia più grave. Feci altre analisi. Mieloma multiplo».
Come si curò?
«La chemioterapia fu durissima. Persi i capelli e una ventina di chili. Ma mi tirai fuori, grazie anche all’affetto dei bolognesi. Mi sono ripreso in fretta, e ho dimenticato subito. Quando mi incontravano sotto i portici e mi vedevano camminare con passo ancora malfermo, si preoccupavano: "Come sta, sindaco?". Ma a me sembrava parlassero di un altro. Appena me la sono sentita, senza aspettare l’ok dei medici, ho ripreso le vecchie abitudini alimentari. La mortadella e le tagliatelle del Diana a mezzogiorno, la fettina la sera, il bollito la domenica...».
Che cosa le ha lasciato la malattia?
«La malattia è una tappa. Un dovere da affrontare. Una pratica da risolvere. Mi ha rafforzato. Ho sofferto, certo. Ma è stato nulla, in confronto all’altra volta ».
Quale altra volta?
«Tanti anni fa ho perso mia moglie, che mi lasciò con due bambine piccole. Grazia aveva solo otto mesi. Quello sì, è un dolore irrimediabile».
Ora come sta?
«Bene, come sa chiunque a Bologna, tranne quelli che temono di essere sconfitti alle elezioni».
Nel ”99 fu un altro professore, il ginecologo Flamigni, a occuparsi di lei in campagna elettorale. Fece notare che Guazzaloca aveva solo la licenza media.
«Commise un errore: ho solo la licenza elementare, sono andato in macelleria a quattordici anni. Ma il professor Flamigni fu il vero stratega, inconsapevole e gratuito, della mia campagna. Il giorno dopo il tassista non volle le 5.200 lire della corsa: "Siamo già in pari. Anche io ho cominciato a lavorare a quattordici anni". Per giorni mi fermarono artigiani e pensionati comunisti per dirmi: "Ma come si permette cal profesaur! Noi votiamo per lei!". Può darsi che il professor Monti faccia lo stesso effetto».
La fa facile, lei. E i trigliceridi? Il colesterolo ldl?
«Purtroppo anche quello è a posto. E’ un mio cruccio. Da "homo bononiensis", dovrei averlo più alto».