vanity, 16 marzo 2009
La lettera di Benedetto XVI
• Forse, nella storia del papato, mai un pontefice aveva scritto una lettera come quella che Benedetto XVI ha mandato ai propri vescovi la settimana scorsa e in cui si denuncia con amarezza che «nella Chiesa ci si morde e ci si divora a vicenda, come espressione di una libertà male intesa». Il Papa è addolorato per gli attacchi ricevuti all’indomani del perdono ai quattro cardinali lefebvriani, nemici del Concilio Vaticano II e a suo tempo scomunicati. Il Pontefice li ha riammessi nella Comunità senza rendersi conto che almeno uno di loro – monsignor Richard Williamson – era ferocemente antisemita, al punto da negare l’Olocausto. Sarebbe bastato consultare Internet per saperlo. Eppure… «In futuro nella Santa sede dovremo prestar più attenzione a quella fonte di notizie». Il perdono ai lefebvriani fu quindi seguìto da polemiche e attacchi, anche dall’interno, nei quali si ricordavano, tra l’altro, le numerose gaffes commesse da Benedetto XVI in questi quattro anni di pontificato, e si portava in luce in modo definitivo l’esistenza, nella Chiesa, di un partito, per dir così, radicale, tenacemente all’opposizione di Ratzinger. Cuore di questa dissidenza sarebbe la diocesi di Milano del cardinale Tettamanzi. D’altra parte – come ha notato Galli della Loggia sul Corriere – l’esistenza di un partito radicale emerge a questo punto perché al potere sarebbe andato un uomo del partito opposto, quello conservatore che si oppone alle aperture del Vaticano II. E insomma il guaio sarebbe in definitiva che anche nella Chiesa ci sono i partiti. in ogni caso un fatto che Benedetto è uno studioso, un filosofo, un teologo, con poca sensibilità diplomatica e scarsa attitudine alla politica praticata. Idem il suo segretario di Stato (primo ministro), Tarcisio Bertone, un canonista, cioè, anche lui, un dotto, a suo agio soprattutto in biblioteca e con poca mano per il mondo. Però Bertone compirà 75 anni il prossimo 2 dicembre e a quel punto dovrebbe mettere a disposizione l’incarico per raggiunti limiti d’età. Quindi, dietro al gran dibattito storico-politico-ideologico, si intravede anche la solita, assai terrena ambizione umana, la corsa per la conquista della poltrona vaticana più ambita. [Giorgio Dell’Arti]