
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Ha fatto sensazione la decisione del sindaco di Los Angeles, Antonio Villaraigosa, di depurare l’acqua delle fogne e redistriburla nei rubinetti delle case. Il sindaco si immagina che gli abitanti della città la bevano e ci cuociano la pasta. I dubbi che il progetto possa passare sono parecchi.
• Secondo lei?
Passerà, prima o poi. E sa perché? Perché è inevitabile.
• Ma come vogliono fare?
un grande progetto, tanto più significativo perché dieci anni fa Villaraigosa, da consigliere comunale, bloccò un piano analogo. Adesso però si è pentito, la California sta attraversando un lungo periodo di siccità e le riserve sono al limite. Quindi: depurare l’acqua delle fogne e rimetterla in circolazione recuperando così 20 miliardi di litri l’anno. Poi: sanzionare chi spreca troppo per lavare la macchina o innaffiare il giardino. Quindi: cambio di lavatrici, gabinetti, cipolle della doccia e obbligo di sostituirli con apparecchi che sprechino di meno. Los Angeles segue in questo una strada già tracciata: l’anno scorso in Georgia il governatore Sonny Perdue chiese agli abitanti del suo Stato di tagliare i consumi d’acqua del 10 per cento in modo da far fronte alla siccità. Ottenne risparmi addirittura del 15 per cento. In Texas negli ultimi 10 anni la popolazione è aumentata del 30 per cento, ma i consumi sono rimasti gli stessi grazie agli investimenti in tecnologie. Massimo Gaggi ha raccontato che il parco acquatico di Sea World ha imparato a risparmiare 80 milioni di litri d’acqua all’anno e che Frito-Lay fabbrica un chilo di patatine fritte non più con 16 litri d’acqua, ma con 8. Bisogna ricordare qualche dato, per capire la sostanza del problema. Innanzi tutto l’acqua che ci serve è quella dolce e di acqua dolce ce n’è poca: se tutta l’acqua esistente fosse contenuta in una vasca da bagno, per quella dolce basterebbe un cucchiaino da caffè. Inoltre il 70 per cento dell’acqua serve per l’agricoltura e per l’allevamento, per esempio per un chilo di pomodori ci vogliono 130 litri d’acqua, per un chilo di carne di manzo 9.680 litri, eccetera...
• Non c’era quel tizio molto importante che si lavava una volta alla settimana...?
Fulco Pratesi, presidente del Wwf. Ne abbiamo parlato l’anno scorso. Scrisse un articolo sul Corriere della Sera. Partiva dalla constatazione che gli italiani sono quelli che sprecano più acqua di tutti: «800 litri pro capite al giorno di splendida acqua potabile che finiscono, caldi, schiumosi e inquinati nelle fogne», frase che ci riconduce dritti alla Los Angeles di oggi. Poi spiegava di fare un solo bagno il sabato mattina (100 litri d’acqua), di radersi adoperando l’acqua di mezzo lavandino, di lavarsi i denti solo ogni tre pasti e con lo spazzolino asciutto, di cambiarsi la camicia e i calzini ogni tre giorni, la canottiera una volta alla settimana, eccetera. Del resto anche l’ex sindaco di Londra Livingstone diceva di non tirare mai l’acqua dopo aver fatto pipì. Sempre per risparmiare.
• Senta, ma non si potrebbe pigliare l’acqua del mare, togliere il sale e adoperare quella?
E pensa che non ci abbiano pensato? Solo che gli impianti di dissalazione costano quasi come una centrale nucleare e soprattutto consumano una quantità enorme di energia. L’impianto di Carboneras in Spagna succhia, da solo, un terzo di tutta l’energia consumata nella regione (l’Almeria). Ci vogliono da 2 a 5 chilowattore per produrre un solo metro cubo d’acqua. Maurizio Ricci ha scritto che il problema tra qualche decennio sarà di scegliere tra il rubinetto dell’acqua e la luce delle lampadine.
• E sotto terra di acqua non ce n’è?
Sotto terra la sta cercando Gheddafi: ha cominciato nel 1984 la costruzione del Grand Omar Mukhtar Reservoir, il secondo bacino artificiale del pianeta, detto l’’ottava meraviglia del mondo”. Da qui parte il “Grande Fiume Artificiale”, duemila chilometri di tubi larghi quattro metri (ci passa un tir) che pigliano l’acqua da 1.300 pozzi dello Jebel al-Hasawinah e dello As Sarir e la trasportano attraverso il deserto fino alla costa. Sei milioni di litri d’acqua al giorno, il più lungo acquedotto della Terra. I pozzi stanno molti chilometri sotto terra, si sono formati tra 20 e 40 mila anni fa, quando sul Sahara pioveva parecchio, occupano 350 mila chilometri cubici, fanno parte del bacino di acqua fossile di Kufra. Quattordici miliardi di dollari, tutti messi dalla Libia. Costruzione arrivata poco oltre la metà. Costo finale: 25 miliardi di dollari. Ricordiamoci che la Libia ha 6 milioni di abitanti. L’acqua resa disponibile dal Grande Fiume Artificiale sarà sufficiente per i prossimi 14 mila anni. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport]
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