La Stampa 24/5/2008, 24 maggio 2008
«Non ho niente da dire sono questioni da trattare in altre sedi non sui giornali». Il professor Carlo Taormina non vuole parlare della sua parcella per i 5 anni di lavoro come difensore di Annamaria Franzoni: 740 mila euro
«Non ho niente da dire sono questioni da trattare in altre sedi non sui giornali». Il professor Carlo Taormina non vuole parlare della sua parcella per i 5 anni di lavoro come difensore di Annamaria Franzoni: 740 mila euro. Ma il suo patrocinio non era gratuito? Non doveva rientrare delle sole spese? «Falso, mai detto una cosa del genere. E’ stata Annamaria ad aver detto che non mi aveva pagato. E’ vero. Ci sono soltanto poche persone che possono avere detto di questa parcella e la signorilità non è certo il tratto che le contraddistingue. L’importante è che paghino. E pagheranno, non dubiti: io quei soldi li merito». L’avvocato aggiunge che non è la speranza («Pur legittima sia chiaro») della revisione da perseguire, piuttosto la grazia. «Tra Sofri e Annamaria è lei ad avere più chances, per due ragioni. Sono convinto della sua innocenza, ma comunque la sua condanna è dovuta a quella che si può definire una situazione di corto circuito. La pena la sta pagando dal momento in cui ha perso Samuele. Di certo non siamo di fronte a un caso di omicidio intenzionale. La seconda ragione è che per stessa ammissione degli psichiatri Annamaria non è pericolosa. Anche avesse commesso l’omicidio non potrà certo ripetere il delitto». Ma ci sarebbero elementi per la revisione? «Ci sono tante cose che non sono state fatte durante l’inchiesta, molti punti poco chiari. E soprattutto molti aspetti che non sono stati approfonditi. Ma le sembra possibile che l’unica testimone del dopo-omicidio, la dottoressa Ada Satragni non sia mai stata sentita dopo quel giorno? Non come avrebbe dovuto, intendo. La dottoressa, sottolineando di essere psichiatra parlando con un carabiniere aveva indicato una cerchia di persone tra cui potevano esserci l’assassino di Samuele. Qui bisogna cercare. Comunque ripeto bisogna chiedere la grazia perché è il caso di discutere sul distacco violento di una madre dai suoi due figli».