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 2008  maggio 24 Sabato calendario

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

WASHINGTON – Se non può essere Hillary il candidato alla Casa Bianca, che gli faccia almeno da vice. Se lo è meritato. Chiusa dai numeri, in favore di Obama, la discussione su chi debba essere il prescelto del partito democratico, la proposta del dream-team, con lei nella posizione di vice-presidente, ha trovato negli ultimi giorni un inatteso sostenitore: Bill Clinton. L’ex presidente avrebbe già iniziato un intenso e discreto lavorio dietro le quinte, perorando la causa della moglie, proprio mentre il campo di Obama ha lanciato ufficialmente il processo di selezione di un eventuale numero due.
Ma l’ex first-lady si è fatta male da sola, ieri, per una gaffe involontaria ma infelice, più un concetto mal espresso che altro, citando l’assassinio di Robert Kennedy nel 1968, come una delle ragioni per cui lei deve rimanere nella corsa alla nomination democratica, nonostante tutto sembri girare in favore di Obama.
 stato uno di quei momenti che possono segnare definitivamente il destino di una campagna, tanto più grave in quanto la paura di un possibile attentato contro Obama ha sempre aleggiato sulla candidatura del senatore afro-americano. Al punto che Hillary ha dovuto scusarsi. «Mi dispiace se il mio riferimento a quel momento di trauma, per la nazione e per la famiglia Kennedy, possa essere suonato offensivo », ha detto l’ex first-lady, mentre il filmato della sua intervista con la redazione del Sioux Falls Argus Leader, quotidiano del South Dakota, rimbalzava su tutti i network. Alla domanda sul perché si ostini a rimanere in gara, Hillary aveva risposto: «Mio marito nel 1992 non ebbe la nomination fino a quando non vinse le primarie della California alla metà di giugno, giusto? Ricordiamo tutti che Robert Kennedy fu assassinato alla fine di giugno in California. Proprio non capisco perché dovrei lasciare ». Hillary probabilmente voleva accennare a due precedenti storici, in cui la nomination fu decisa solo molto tardi.
Ma la frase su Kennedy ha mandato tutti in fibrillazione. «Una dichiarazione infelice », ha detto Bill Burton, uno dei portavoce di Obama. L’episodio potrebbe nuovamente avvelenare l’atmosfera, dopo la relativa tregua degli ultimi giorni.
La notizia che Bill Clinton vorrebbe per Hillary il posto di vice-presidente nel ticket con Obama è stata anticipata dal settimanale Time. L’ha poi ripresa sulla Abc George Stephanopoulos, l’ex portavoce di Bill Clinton diventato anchorman. Ieri il New York Times
vi ha dedicato un articolo in prima pagina, dov’erano citati amici dell’ex presidente. Lo scenario è stato però smentito ieri con forza dalla stessa senatrice di New York.
Ma una pressione su Obama perché scelga l’avversaria esiste. E rischia di diventare ulteriore elemento di polemica interna ai democratici, dove il dream-team sognato soprattutto dai sostenitori dell’ex first-lady, per molti è invece un «tandem da incubo». Sia Ted Kennedy, schierato con Obama, che la speaker della Camera dei Rappresentanti, Nancy Pelosi, ancora neutrale, lo hanno definito «impossibile ». Perfino un fedelissimo di Hillary come il sindaco di Boston, Thomas Menino, dice che è una cattiva idea, «perché se lei tornasse alla Casa Bianca come vice, si porterebbe dietro Bill, che finirebbe per fare ombra al presidente».
Paolo Valentino