
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Infuria la polemica tra le associazioni dei consumatori e le banche. La convenzione tra l’Abi e il governo in base alla quale uno può andare in banca e farsi trasformare il tasso del mutuo sulla prima casa da variabile a fisso, e tenere poi fermo questo fisso al livello del 2006 è conveniente davvero o no? Ci rimettono le banche o i cittadini?
• Non ho capito perché non sarebbe conveniente farsi riportare il tasso al 2006 e per di più fisso. Non so se le banche ci rimettono, ma i consumatori mi pare che non ci rimettono proprio.
Piano. Prima di tutto la convenzione non esiste ancora, esiste solo un annuncio di convenzione. In secondo luogo, anche quando il governo e l’Associazione delle banche (che si chiama Abi) avranno firmato la convenzione, questa scatterà dal prossimo primo gennaio. In terzo luogo non è proprio così come lei l’ha detta. A convenzione firmata, e dal 1° gennaio 2009, lei, che ha un tasso variabile, potrà andare in banca e chiedere non ”la trasformazione del tasso variabile 2009 in tasso fisso 2006” ma semplicemente ”l’applicazione della convenzione Abi-governo relativa ai mutui sulla prima casa a tasso variabile”. A questo punto la banca prenderà il suo mutuo e calcolerà le rate a venire applicando questo famoso tasso fisso del 2006. Anche se non sappiamo che tassi ci saranno nel gennaio 2009, possiamo immaginare che, applicando il fisso 2006, verrà fuori una rata più bassa di quella che darebbe il variabile 2009. Mettiamo che la sua rata col variabile al 31 dicembre 2008 sia di 100 lire e che la rata del gennaio 2009 risulti, col nuovo calcolo, di 90 lire. La banca perde le 10 lire? No, semplicemente la convenzione prevede che le 10 lire vengano spostate alla fine del mutuo. Cioè queste 10 lire che la banca non incassa subito si accumulano in un conto a parte e lei le restituirà, con gli interessi, quando avrà finito di pagare il mutuo. Meglio, quando avrà creduto di finire di pagare il mutuo. Naturalmente, se nel frattempo i tassi fossero scesi, la banca ci restituirà del denaro.
• Come sarebbe? E allora dov’è il guadagno per i cittadini?
Infatti, non direi che c’è guadagno. È una semplice ristrutturazione del mutuo. Supponiamo che il suo mutuo, secondo il contratto originario, finisca nel 2018, cioè tra 10 anni, e che nel frattempo tutti i tassi restino fermi. Arrivati a questo 2018 si vedrà che lei deve ancora dare alla banca 1200 lire, cioè 10 lire al mese per 10 anni. Si tratta di 1200 lire di capitale a cui adesso saranno applicati gli interessi per tutto il periodo in cui il capitale è rimasto fermo nelle sue tasche e per i periodi successivi. Quindi, poiché la sua rata era di 90 lire, le continueranno a far pagare queste 90 lire per tutto il periodo necessario a rimborsare le 1200 lire più gli interessi. Altri dieci, venti o trenta mesi.
• A tasso fisso o variabile?
A tasso variabile, naturalmente. Qui torna in vigore infatti il primo contratto, quello che lei ha sottoscritto prima della richiesta di ristrutturazione. Ho visto tabelle su tabelle e sentito i pareri più disparati. Gli analisti della banca britannica Cazenove sostengono che le nostre quattro banche principali (Unicredit, Intesa, Ubi e Popolare) ci rimetterano 371 milioni, un’affermazione un po’ sorprendente dato che la convenzione non c’è ancora e in questo genere di cose i dettagli sono decisivi. Allo stesso modo le associazioni dei consumatori sparano a zero e dicono che Tremonti ha fatto un regalo alle banche: secondo loro la convenzione sarà solo «una sanatoria mascherata del decreto Bersani». Anche qui: bisogna vedere i dettagli.
• Il decreto Bersani che diceva?
Ricorderà Bersani, il ministro dell’Industria del governo Prodi. Si ricorderà che Bersani faceva le cosiddette lenzuolate, leggi lunghissime dove si procedeva a liberalizzazioni più o meno forti e più o meno riuscite del mercato? Una di queste liberalizzazioni riguardava proprio i mutui e cioè il fatto che una famiglia col mutuo a tasso variabile contratto con la banca A, poteva andare in una banca B che gli offriva condizioni migliori e trasferirlo. Senza costi. L’idea era ottima, perché si mettevano le banche una contro l’altra e quindi si incoraggiava la concorrenza, si poteva allungare la durata del finanziamento accollandosi rate meno pesanti e si poteva infine passare dal tasso variabile al fisso.
• Beh, sembrerebbe un’impostazione migliore di quella di Tremonti.
Solo che le banche hanno fatto come al solito loro, resistenza passiva e segreta insormontabile. Poiché la legge stabiliva che tu dovevi fare questa operazione senza costi aggiuntivi, le banche si sono messe d’accordo di aumentare i costi d’istruzione del mutuo! Non potevano modificare il prezzo della carne e hanno cambiato quello del pane! Per questa ragione, una decina di giorni fa, l’Antitrust ha messo sotto inchiesta dieci banche che si sarebbero messe segretamente d’accordo e avrebbero fatto cartello per impedire la portabilità dei mutui.
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