
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
La battaglia di Chiaiano è rinviata di almeno 24 ore. Ieri il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Guido Bertolaso, che ha la responsabilità dei rifiuti, ha ricevuto i sindaci delle comunità che dovrebbero accogliere le discariche campane. Con i più duri di questi – Carmine Malinconico di Chiaiano, Salvatore Perrotta di Marano, Daniele Palumbo di Mugnano – è stata raggiunta la seguente intesa: gli amministratori locali hanno 24 ore di tempo per convincere i manifestanti a sgombrare il campo e far arrivare i tecnici che devono compiere rilievi sul terreno (la cosiddetta “caratterizzazione”). Malinconico, Perrotta e Palumbo hanno avvertito che forse i manifestanti faranno passare i tecnici, ma certo pretenderanno che la polizia non si impossessi dei luoghi.
• Quando dovrebbero arrivare questi tecnici?
Domani mattina. Alle dieci e mezza di ieri sera, quando l’incontro è finito, è stato emesso un comunicato in cui si annuncia che fino a domani mattina «non ci sarà alcuna attività presso la cava di Chiaiano».
• Perché si concentrano tutti su Chiaiano? Il decreto del governo ha indicato dieci siti.
Sì. In provincia di Napoli dovrebbero sorgere tre discariche (Terzigno, in località Pozzelle e in località Cava Vitiello; e Chiaiano, località Cava del Poligono-Cupa di Cane), altre due in provincia di Caserta (il Torrione di Cava Mastroianni e Santa Maria La Fossa, località Ferrandelle), altre tre in provincia di Avellino (a Postarza in Savignano Irpino e in Andretta, località Pero Spaccone-Formicoso), un’altra in provincia di Benevento (a Nocecchie di Sant’Arcangelo Trimonte) e infine, la nona e la decima, nel salernitano, a Serre, località Valle della Masseria e località Macchia Soprana. Valle della Masseria a Serre è il posto, già prescelto anche da Prodi, a causa del quale l’altra volta saltò Bertolaso che aveva contro Pecoraro Scanio. Il sindaco di Serre ieri ha mostrato a Bertolaso un protocollo d’intesa sottoscritto fra il ministro dell’Ambiente (sempre Pecoraro), l’allora commissario per l’emergenza rifiuti Pansa, Regione e Provincia in cui si garantisce che a Serre, dopo Macchia Soprana, non si faranno altre discariche. Su questo punto Bertolaso ha chiesto dieci giorni di tempo e il sindaco se n’è andato rilasciando qualche dichiarazione meno drammatica.
• Ho come l’impressione che cominci a esserci un cedimento.
Non lo so. Ieri, prima dell’incontro, Bertolaso ha detto a tutti che avrebbe ricevuto i sindaci non per trattare, ma per rassicurare. La riunione poi è stata lunghissima. Quindi una qualche trattativa deve esserci stata. L’ideale sarebbe che la popolazione cedesse e che lo Stato fosse messo in condizioni di fare quello che ha deciso di fare, pacificamente. Ieri era un coro: giornali, uomini politici di destra e di sinistra, tutti a dire: «Stavolta se lo Stato cede perde la faccia». È vero, anche se è vero che lo Stato si è ridotto a questo punto per la insipienza, debolezza, vigliaccheria e scarsa lungimiranza precedenti. E per la profonda corruzione generale: la perenne emergenza rifiuti ha permesso di sistemare un mucchio di gente che non fa niente e di far arrivare sul posto, in nome dell’emergenza, una quantità di miliardi. Emergenza cioè molto redditizia. Ci sarà anche una resistenza in buona fede, e magari eroica, di gente che crede di fare chi sa che cosa. Ma c’è anche tanta malafede e malizia. Le discariche abusive erano un grande affare e se ci si mette lo Stato finisce tutto. La Stampa ieri ha raccontato che interi quartieri costruiti da quelle parti con l’arrivo della discarica dimezzerebbero il loro valore. Eccetera.
• La popolazione locale non ha diritto di opporsi a una decisione del governo? La democrazia non è questo?
Veramente no, la democrazia non è questo. E che a Chiaiano sia in corso una battaglia proprio su questo punto è chiaro a tutti, tant’è vero che i giornali di ieri segnalavano l’arrivo sul posto di no global, black bloc, gente della Val di Susa (quelli che non vogliono l’alta velocità), gente di Vicenza (i contrari alla base americana). La democrazia – quella almeno che c’è da noi – funziona sulle rappresentanze a cui è demandato di fare leggi, prendere decisioni coerenti con le leggi, farle applicare e sanzionare chi le viola. La gente per strada può indurre a una riflessione politica – specialmente se ci sorprende –, ma non essere parte in causa nelle scelte. Quelle spettano alle istituzioni.
• E la polizia che carica o spara?
Sarà magari duro ammetterlo, ma la polizia appartiene alle istituzioni. E si muove in nome di quello Stato che, bello o brutto, ci comprende tutti. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 26/5/2008]
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