varie, 26 maggio 2008
Stefano Satta, 42 anni. Ragioniere di Sassari, impiegato in un’impresa edile, «sempre sorridente e disponibile», «intraprendente e grintoso», di recente s’era separato dalla moglie e così era tornato a vivere nella palazzina di famiglia abitata dalla madre ottantacinquenne e dal fratello Gavino di anni 52, disoccupato, depresso, strano di testa, sempre tappato in casa ad accudire la mamma inferma
Stefano Satta, 42 anni. Ragioniere di Sassari, impiegato in un’impresa edile, «sempre sorridente e disponibile», «intraprendente e grintoso», di recente s’era separato dalla moglie e così era tornato a vivere nella palazzina di famiglia abitata dalla madre ottantacinquenne e dal fratello Gavino di anni 52, disoccupato, depresso, strano di testa, sempre tappato in casa ad accudire la mamma inferma. Questo Gavino, che mal sopportava l’esuberanza del fratello maggiore e spesso ci litigava, l’altra notte, quando lo sentì rientrare in casa intorno alle 2 e mezza, si alzò dal letto, gli si parò di fronte col pigiama indosso, e d’un tratto, afferrato un grosso coltello a serramanico, gli infilò più e più volte la lama nel corpo anche quando lo vide in terra in una pozza di sangue. Subito dopo telefonò ai carabinieri e s’andò a rintanare nel bagno, dove fu trovato imbambolato e con lo sguardo perso nel vuoto. Alle 3 di notte di sabato 24 maggio in una palazzina a due piani in via IV Novembre, a Sassari.