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 2008  maggio 25 Domenica calendario

Bassanini, Cossiga e i sottosegretari Nella sua nota sul Corriere del 23 maggio, Massimo Franco riferisce dei problemi che la struttura snella del nuovo Governo può produrre in rapporto con i lavori parlamentari: i sottosegretari non basterebbero per seguire i lavori delle commissioni parlamentari ; e tutto deriverebbe «dalla follia della legge Bassanini» (parole di Cossiga)

Bassanini, Cossiga e i sottosegretari Nella sua nota sul Corriere del 23 maggio, Massimo Franco riferisce dei problemi che la struttura snella del nuovo Governo può produrre in rapporto con i lavori parlamentari: i sottosegretari non basterebbero per seguire i lavori delle commissioni parlamentari ; e tutto deriverebbe «dalla follia della legge Bassanini» (parole di Cossiga). Ma la cosiddetta riforma Bassanini (1999) non si è occupata dei sottosegretari. Ha ridotto a dodici i ministeri, riaccorpandoli per settori organici (secondo le «grandi missioni» dello Stato): che è ciò che serve per evitare duplicazioni, conflitti, sprechi (e avere un’amministrazione più efficiente). Ma ha lasciato del tutto libero il numero dei sottosegretari (e dei ministri senza portafoglio). Il «tetto» complessivo di 60 è stato fissato, invece, dalla legge finanziaria del 2008 . La riforma del 1999 non è la «bibbia»: applicandola, è possibile che ne emergano lacune e imperfezioni, ma è stata il frutto di un serio studio dei maggiori esperti italiani e di una intesa bipartisan (con Franco Frattini in primis); e ha allineato l’Italia ai modelli dei principali Paesi europei; dunque merita – credo – di essere sperimentata, come il presidente Berlusconi ha deciso di fare. Il numero dei sottosegretari va invece calibrato sulle esigenze del lavoro parlamentare. Più che aumentare i sottosegretari, sarebbe ragionevole ridurre l’eccessiva produzione legislativa (produciamo molte più leggi degli altri paesi) e, conseguentemente, anche il numero delle Commissioni parlamentari. Alcuni mesi fa ho scritto per Veltroni un progetto in tal senso, che ho dato ora a Calderoli. Ma per far ciò occorre tempo; per intanto, un ragionevole aumento del numero dei sottosegretari potrebbe rivelarsi necessario, e non avrebbe affatto gli effetti disastrosi dello «spacchettamento» dei ministeri. questione di misura: ricordo che nessun governo francese, negli ultimi 50 anni, ha superato il massimo di 46 tra ministri e sottosegretari (l’attuale governo Fillon ha 15 ministri e 23 sottosegretari). Franco Bassanini