Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Il governo neutrale di Mattarella
Il presidente della Repubblica chiamerà, già oggi o domani, una personalità autorevole e gli chiederà di formare un «governo neutrale», secondo l’espressione adoperata dallo stesso Mattarella nel suo discorso di ieri sera. Il capo dello stato chiederà poi a questo governo neutrale di giurare e quindi di presentarsi al parlamento per la fiducia. Il parlamento, cioè i partiti, sanno già che questo governo neutrale sarà in ogni caso licenziato il prossimo 31 dicembre e che a quella data le camere saranno sciolte e si voterà di nuovo. Sanno pure che, se nel frattempo i partiti raggiungeranno un’intesa per un governo non neutrale, ma politico, il governo neutrale del presidente Mattarella si farà da parte e lascerà nascere questo governo politico. Sapendo questo, i partiti dovranno decidere se votare o no la fiducia al governo neutrale. Se la voteranno, tutto andrà come promesso. Se non la voteranno le camere saranno sciolte e voteremo già a luglio.
• Accidenti. È una procedura costituzionalmente corretta?
La più corretta delle procedure. Nel corso delle consultazioni di ieri i partiti hanno ripetuto le solite cose, con le quali non la annoierò ulteriormente. I veti reciproci sono tali, che Mattarella ne ha dedotto l’impossibilità di un governo politico. D’altra parte la costituzione impone che la legislatura abbia un suo gabinetto, non essendo ammissibile che l’ordinaria amministrazione sia gestita da un esecutivo nato in una stagione politica diversa. Quindi, ecco la nomina del governo neutrale. In base a quanto stabilito dalla costituzione, questo governo neutrale, se ha la maggioranza, può governare. E se non ce l’ha bisogna votare. Ineccepibile.
• Come sono le parole esatte? Perché qui basta una virgola e cambia tutto.
L’essenziale, di un discorso di appena otto minuti, ben pensato e preparato in anticipo nel caso che i partiti avessero ufficialmente confermato le posizioni descritte nei giorni scorsi dai giornali, è questo: «[...] Non vi è alcuna possibilità di una maggioranza nata da un accordo politico. Esclusa la possibilità di un governo politico di minoranza. Credo che sia più rispettoso del voto degli italiani che a portare alle elezioni sia un governo non di parte. Il governo Gentiloni ha esaurito la sua funzione e non può essere ulteriormente prorogato. Quali che siano le decisioni che assumeranno i partiti, è doveroso dare vita a un governo [...] In mancanza di accordi, consentano i partiti che nasca un governo neutrale, di servizio. Laddove si formasse nei prossimi mesi una maggioranza, quel governo si dimetterebbe per far posto a un governo politico. Qualora non si formasse questa maggioranza, il governo neutrale si concluderà comunque a dicembre, per poi andare al voto. L’altra ipotesi è un voto anticipato, ma si è sempre evitato di votare in estate. Si potrebbe fissare il voto in autunno, ma con la preoccupazione di non avere il tempo di elaborare e approvare la manovra finanziaria. Va considerato anche il rischio ulteriore della speculazione finanziaria sui mercati internazionali. E anche che, a legge elettorale invariata, si riproduca la stessa attuale situazione. Va tenuto anche in debito conto il tema dei tempi minimi per assicurare la partecipazione alle elezioni. Sarebbe la prima volta nella storia della Repubblica che una legislatura si conclude senza essere neanche avviata. Scelgano i partiti, in Parlamento, tra queste soluzioni alternative. Un governo neutrale ma pienamente in carica fino a fine anno o nuove elezioni subito».
• Di Maio non vuole il governo tecnico e Salvini neanche. Il governo neutrale, direi, non ha alcuna possibilità.
Stiamo a vedere. Avrà di sicuro l’appoggio del Pd. Berlusconi è assolutamente intenzionato a votare a favore, quindi nel centro-destra le parti si sono rovesciate: prima Salvini voleva fare il governo con i cinquestelle e Berlusconi glielo ha impedito fino al limite della rottura. Sarà il capo leghista a rompere adesso sulla volontà del Cavaliere di non andare alle elezioni subito? Il no di Di Maio si direbbe scontato, ma dentro la Lega e dentro il Movimento 5 stelle c’è un sacco di gente eletta per la prima volta e che non ha nessuna voglia di andare a casa. Chi li tiene, questi? È un discorso che Salvini e Giorgetti si sono già fatti nei giorni scorsi. Certo, i voti da trovare, se anche la Lega si mette di traverso, sono molti. Ma chi sa. Si può anche uscire dall’aula e, senza compromettersi, abbassare il numero legale...
• Che razza di governo sarà?
Uomini e donne impossibili da attribuire a questa o a quella area politica. Mattarella vigilerà che siano neutrali sul serio. Grandissima competenza nei vari settori, in modo da rendere la loro scelta indiscutibile.
• A Palazzo Chigi?
Per Palazzo Chigi si fa il nome di Cottarelli. Oppure di una donna tra queste tre che abbiamo già citato ieri: Marta Cartabia, giudice della corte costituzionale (il posto dove sedeva Mattarella prima di finire al Quirinale), Fabiola Gianotti, grande scienziata del Cern di Ginevra, oppure Lucrezia Reichlin, stimatissima economista e discendente di politici famosi. In ogni caso rischia di essere il più bel governo del Dopoguerra. Anche bocciarlo non sarà semplicissimo.
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