La Stampa, 8 maggio 2018
Nessuno vuole accogliere un barcone di migranti
Nel Canale di Sicilia c’è un altro braccio di ferro per portare in salvo un gruppo di migranti recuperati domenica al largo della Libia. Ancora una volta sono le mutate condizioni in cui operano le Ong a determinare lo stallo: con il piccolo veliero «Astral» della Ong spagnola ProActiva Open Arms che ha tenuto per 24 ore sul ponte i 105 migranti salvati, aspettando di «cederli» perché non poteva assisterli; con la nave «Aquarius» delle Ong Sos Méditerranée e Medici senza Frontiere lì accanto, da ieri all’alba in attesa dell’autorizzazione al trasbordo; con gli Mrcc di Roma e Londra (sia la Astral sia la Aquarius battono bandiera britannica) che si scambiano messaggi su chi debba assegnare il «porto sicuro» per lo sbarco. Una specie di déjà vu di due mesi fa, quando un’altra nave della ProActiva, la «Open Arms», «disobbedì» all’ordine della Guardia costiera libica di non intervenire, trovandosi a vagare nel Mediterraneo per due giorni in attesa che si risolvesse la disputa diplomatica, dato che l’Italia non riconosceva quel caso come di propria competenza e dunque non assegnava un «porto sicuro». I migranti arrivarono a Pozzallo, ma la nave finì sotto sequestro per circa un mese.
In una nota, la Guardia costiera italiana ieri sera ha precisato che la «Astral», «sebbene informata dell’assunzione del coordinamento da parte delle autorità libiche, ha proceduto in autonomia al recupero dei migranti, ritenendo la situazione critica». Questo, per le leggi del mare, significa che dovrà essere lo Stato di bandiera della nave ad autorizzare il trasbordo e a indicare il «porto sicuro» dove sbarcare i naufraghi. Il Regno Unito, ha rivelato la Ong spagnola, aveva dato un assenso verbale per un accordo con l’Italia ma poi non è mai arrivata una comunicazione ufficiale; una portavoce della Ong, anzi, ieri sera spiegava che «gli inglesi dicono che non è loro competenza». Risultato: «Astral» e «Aquarius» restano al largo della Libia, in attesa che si trovi una soluzione, sollecitata anche dal deputato radicale Riccardo Magi che si trova a bordo della «Astral». Nella notte l’Italia, «attesa la mancanza di indicazioni pervenute dallo Stato di bandiera dell’Astral», ha autorizzato il trasbordo tra le due navi, ma non la destinazione.
Come se non bastasse, visto che da qualche giorno il Mediterraneo centrale è tornato calmo, gommoni carichi di migranti continuano a partire dalla Libia e, quando non vengono bloccati dalle motovedette libiche, devono essere raggiunti dai soccorritori il prima possibile. I rapporti tra Ong e libici sono sempre più tesi. Ieri, il portavoce della Guardia costiera libica, il generale Ayoub Kacem, ha avvertito che le tensioni con le navi delle Ong «possono peggiorare nei prossimi giorni se continuano ad avvicinarsi alle imbarcazioni dei migranti». Gli episodi non mancano, anche nelle ultime ore: domenica la «Aquarius», costretta a non intervenire e ad allontanarsi subito, ha assistito a un intervento dei libici nei confronti di un centinaio di migranti a bordo di un gommone che, alla vista della motovedetta, si erano gettati in mare; lo stesso era avvenuto il giorno prima proprio alla «Astral» che, assieme a un mercantile, era andata in soccorso di 38 migranti. I due gruppi fanno parte degli oltre 300 migranti, su tre diverse imbarcazioni, recuperati nel fine settimana dalla Guardia costiera libica e riportati a Tripoli dove sono stati assistiti dall’Unhcr – che parla di numerosi casi di disidratazione, ustioni e traumi – prima di essere trasferiti negli stessi terribili campi di detenzione da dove erano scappati.
I dati del Viminale dicono che gli arrivi in Italia sono calati del 76% (9567 persone) rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Tuttavia, i migranti continuano a partire e, spesso, a morire. Gli ultimi dati dell’Oim, l’organizzazione dell’Onu per le migrazioni dicono che da gennaio risultano morte o disperse 615 persone, 379 sulla rotta per l’Italia che resta la più pericolosa, un dato che in proporzione è più alto di quello del 2017.