
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Sinistra contro sinistra

I sondaggi dicono che Partito democratico e Movimento 5 stelle dopo le amministrative continuano a scendere, che invece la Lega va forte e che il centro-destra in genere, se fosse unito, risulterebbe la prima forza politica del Paese, anche se non ancora abbastanza forte per governare. Questo scenario, unito al mediocre risultato delle elezioni amministrative, ha alimentato una nuova furibonda battaglia dentro la sinistra, dove esponenti anche di primo piano, come ad esempio Franceschini, cominciano a far capire che a parer loro con Renzi non si va da nessuna parte, «c’è un distacco col Paese», la sconfitta, continuando così, è sicura eccetera eccetera. Pisapia ieri ha lanciato l’ennesimo nuovo movimento, battezzato “Insieme” e nel quale dovrebbero confluire o ritrovarsi o aggregarsi se non altri almeno il Campo Progressista del medesimo Pisapia, il Movimento Democratico e Progressista di D’Alema-Bersani, il Possibile di Pippo Civati e la Sinistra Italiana di Nicola Fratoianni. Il lancio è avvenuto a piazza Santi Apostoli, piuttosto gremita per l’occasione, fatto di cui Pisapia s’è compiaciuto, non troppo a ragione però perché piazza Santi Apostoli, dove a suo tempo aveva l’ufficio anche Romano Prodi, è uno spazietto da poco, bastano cinquemila romani a riempirlo.
• Conta il discorso di Pisapia. Che cosa ha detto?
Unità unita unità. Novità novita novità. Cioè: discontinuità discontinuità discontinuità. La Casa comune c’è, eccola qua, siamo noi. Il lavoro, la democrazia. Non dire, ma fare, cose di sinistra. Bersani poi ha aggiunto: centrosinistra largo e plurale; il popolo di centrosinistra che se ne sta a casa e che deve tornare a votare per noi; dire noi e non io; il Pd invece è per Renzi e Renzi è per l’io. Hanno parlato poi anche Orlando, D’Alema, Zingaretti e altri.
• Il problema di questi qui è che prenderanno ad accapigliarsi come i polli di Renzo appena si tratterà di decidere chi deve fare il presidente del Consiglio.
L’idea che circola è che potrebbero mettersi d’accordo sul nome di Prodi, rimesso a un tratto in circolo alla fresca età di 77 anni. I discorsi di ieri in piazza Santi Apostoli si possono riassumere in questa formula: se andiamo alle elezioni uniti tutti insieme, se facciamo il centrosinistra largo e plurale come dice Bersani, allora vinciamo. Concorrere invece col sistema di Renzi, che non vuole associarsi con nessuno (specialmente con nessuno di noi), è garanzia certa di sconfitta. È esattamente quello che da parecchi giorni va dicendo Prodi, il quale prima s’è proposto come «il vinavil del centro-sinistra», e poi s’è lanciato nella proposta di una legge elettorale che quasi costringa agli apparentamenti. Il Professore ha avuto uno scambio abbastanza forte con Renzi, «abito in una tenda vicino al partito» disse in un’intervista e Renzi lo invitò a spostare un po’ più in là questa sua tenda.
• Ieri, suppongo, essendoci questa cosa di piazza Santi Apostoli, Renzi avrà risposto colpo su colpo.
Sì, Renzi chiudeva la giornata dei circoli democratici al cinema Ciak di Milano. La lingua ha di nuovo battuto sul problema delle coalizioni larghe e plurali. Esordio: «Si aspettano che io parli di coalizioni, legge elettorale. Noi invece siamo qui a parlare di tutt’altro». Il segretario, rifatta la storia di questi tre anni, a suo dire tutti di successi, ha affermato che «fuori dal Pd non c’è la vittoria del centro-sinistra, ma solo la sconfitta», «fuori dal Pd non c’è la rivoluzione marxista-leninista, c’è il M5s», «chi immagina di fare il centrosinistra senza il Pd vince il Nobel della fantasia».
• E la batosta delle elezioni amministrative?
«A Padova, nel 2014, avevamo preso 20mila voti alle amministrative e 45mila alle europee. A Palermo, come percentuale, il risultato è più o meno quello di Torino dello scorso anno. Ma a Torino abbiamo perso, perché la legge elettorale è diversa. Vogliamo stare ancora a discutere delle amministrative? Senza il Pd non avrebbe vinto Sala, né avrebbe vinto Pisapia, senza il Pd a sinistra non vince nessuno». Da tutto quello che ha detto dopo («non hai diritto al reddito di cittadinanza, hai diritto che ti si dia un’occasione», «un Paese che non investe in cultura è finito», «una società che non vaccina i figli è incivile») è necessario estrarre soprattutto questo avvertimento all’Europa: «A chi non rispetta le regole sui migranti, a quei Paesi che non accolgono la loro quota, noi smettiamo di mettere 20 miliardi nel bilancio europeo, soldi di cui si avvalgono proprio loro, e li mettiamo sulla gestione dei migranti».
• Com’è la storia che Pd e M5s, dopo le Amministrative, sono ancora calati?
Esce fuori da tutti i sondaggi. È confermato che il voto, col sistema attuale, non permetterà la formazione di una maggioranza che sostenga un governo stabile. Neanche la somma di Forza Italia e Pd - ammesso che Berlusconi e Renzi possano mettersi d’accordo - supera il 50% dei consensi.
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