La Gazzetta dello Sport, 2 luglio 2017
Il mega contratto di Steph Curry: oltre 200 milioni. È lui il più ricco
Nel 2016-17 è stato, immeritatamente, l’82° giocatore nella classifica dei più pagati. E negli ultimi tre anni, in cui ha vinto due titoli e due premi di Most Valuable Player, non era mai stato tra i 50 più ricchi. Nei prossimi giorni (le intese nella free agency sono ufficializzabili solo dalle 18 italiane del 6 luglio) Steph Curry si prenderà la sua rivincita economica, mettendo la firma su un quinquennale da 201 milioni di dollari (lordi) che rappresenta il contratto con più soldi garantiti che la storia Nba ricordi. Non c’è stato praticamente bisogno di trattare tra Curry e Golden State, l’unica squadra che il miglior tiratore in circolazione abbia mai conosciuto: poco dopo le 6 italiane di ieri, quando è ufficialmente cominciata la free agency 2017, il suo agente ha confermato che era stata trovata l’intesa al massimo possibile.
I RECORD DI STEPH Curry si toglie di dosso la sempre antipatica etichetta di sottopagato stabilendo ogni record: contratto complessivo più ricco della storia Nba (superiore ai 153 milioni in 5 anni che Mike Conley aveva firmato con Memphis lo scorso anno e al quinquennale da 172.4 milioni con cui i Clippers ieri hanno convinto Blake Griffin a restare), contratto nella singola stagione più alto della storia (stipendio 2017-18 da 34.7 milioni di dollari, più dei 33.3 che guadagnerà LeBron James e più dei 33.1 con cui Michael Jordan chiuse l’avventura ai Bulls nel 1997-98, anche se adattandolo all’inflazione quello stipendio di His Airness salirebbe fino a 49 milioni di dollari), addirittura giocatore con la media annua di salario più alta nei 4 sport principali in USA, con i suoi 40.2 milioni di media superiori ai 34.4 di Zack Greinke, lanciatore di Arizona in Mlb, e ai 25 di Derek Carr, quarterback dei Raiders più pagato in Nfl. Il nuovo contratto quinquennale di Curry non ha opzioni per terminare prima del 2021-22, quando nell’ultima stagione del suo nuovo contratto, a 34 anni, Steph guadagnerà oltre 46 milioni di dollari.
IL RE DEI SOTTOPAGATI E dire che quattro anni fa, quando aveva firmato il suo ultimo contratto con i Warriors, Curry era in una situazione ben diversa. Si era dovuto accontentare di un quadriennale a 44 milioni di dollari, con Golden State restia a fare all-in su di lui per colpa di quelle caviglie fragili che lo avevano frenato nei primi anni di carriera. Steph, snobbato fin dai tempi della scelta del college (era finito a Davidson, ben lontano dai grandi nomi Ncaa), si era messo ancora più a lavorare ed era esploso, diventando sotto Steve Kerr il miglior giocatore Nba per due stagioni di fila, demolendo record su record di tiri da tre a bersaglio e crescendo fino a diventare quel fantastico leader che ha trascinato Golden State al titolo il mese scorso. Curry non era nemmeno il più pagato della sua squadra quando ha vinto il suo primo mvp nel 2015; non era nemmeno tra i primi 3 stipendi dei Warriors quando nel 2016 è diventato il primo di sempre eletto all’unanimità miglior giocatore della regular season.
IL SUPERTEAM Anche grazie allo stipendio bassissimo di Curry, Golden State si è potuta permettere di firmare Kevin Durant la scorsa estate (26.6 milioni, più del doppio di Curry) e avere 4 All-Star come fondamenta di una delle squadre più forti di sempre pur essendo quattordicesima per monte salari complessivo (101.7 milioni, ben distante dagli oltre 127 di Cleveland, il team più costoso del 2016-17). «Il mio approccio alla free agency sarà cercare di ottenere il massimo a livello individuale, qualcosa per cui lavoro da molto, molto tempo, tenendo però ben presente il contesto, ovvero la volontà di tenere insieme questa squadra – raccontava Steph qualche giorno dopo aver vinto il secondo anello della carriera -. Quello che abbiamo costruito qui è qualcosa di speciale, di unico, che nessuno vuole vedere finire». Nessuno nella dirigenza Warriors ha nemmeno pensato di chiedere a Curry uno sconto, quello che invece dovrà fare Durant (tornerà con un nuovo contratto di una stagione con l’opzione sulla seconda, con stipendio 2017-18 attorno ai 31.6 milioni) per permettere al GM Bob Myers (che ha già chiuso per i ritorni di Shaun Livingston per 3 anni a 24 milioni e David West, un anno a 2.3 milioni) di presentarsi con un’offerta competitiva dal richiestissimo Andre Iguodala. Curry si è meritato questa «ricompensa»: dopo anni da superstar sottopagata, i Warriors sentivano di doverglielo.