Corriere della Sera, 2 luglio 2017
Banconote logore, il business della moneta da «tritare»
MILANO La società «Distruzione Documenti srl» dirige i suoi automezzi verso la sede di Milano della Banca d’Italia, carica milioni e milioni di euro (o ex euro) e li va a bruciare. Un film? Una rapina finita male? Un gruppo di pazzi? No, tutto normale, anche il nome più che esplicito della società. Ma perché carica e manda in fumo montagne di euro?
In Italia circolano 3,6 miliardi di banconote per un valore stimato di 146 miliardi di euro (rispettivamente 20,2 miliardi e 1.126 miliardi nell’intera area euro), secondo i dati della Banca d’Italia a fine 2016. Circa 148 mila biglietti sono stati ritirati per sospetta falsità. Molti di più, 830 milioni (numero), hanno smesso di circolare: troppo logori hanno sentenziato le apparecchiature della rete di filiali della banca centrale. Un sistema sofisticato di verifiche che garantisce l’autenticità e la qualità delle banconote circolanti. Nel processo di selezione, quando vengono intercettate banconote logore (i criteri sono predefiniti) scatta automaticamente la distruzione in linea e la triturazione. Il risultato finale sono le bricchette di banconote sminuzzate, cioè mattoncini fatti di ritagli compressi. Miliardi di euro fatti a pezzi ogni anno e compattati in decine di migliaia di blocchetti. Qualcuno diventa oggetto da collezione. Su ebay se ne trova una discreta scelta, dalle vecchie lire fino ai “bigliettoni” da 200 euro. «Curioso oggetto da collezione – recitava un annuncio -, di provenienza assolutamente lecita (omaggio della filiale di Forlì della Banca d’Italia), utilizzabile anche come fermacarte: Bricchetta da 400 grammi composta da banconote da 20 e 50 euro triturate».
Una volta fatto il lavoro di selezione dei biglietti logori e averli ridotti in mattoncini, Bankitalia ha il problema di come smaltirli. La palla passa al servizio appalti che per le principali filiali mette a gara il «servizio di ritiro, trasporto e smaltimento mediante termodistruzione con recupero di energia termica di banconote triturate». È uno dei tanti acquisti di beni che la banca centrale mette a gara. Per esempio è in corso un appalto da 1 milione per la fornitura della carta da fotocopie, mezzo milione per la sostituzione del sistema di lavaggio stoviglie, 73 milioni per il piano di assistenza sanitaria al personale, moltissimi per fornitura e assistenza tecnologica e professionale.
Tornando alle nostre bricchette, in particolare gli euro-rifiuti milanesi, ad aggiudicarsi il lavoro è stata una società romana gestita da una ragazza di 23 anni (amministratore unico) e posseduta dal padre, Roberto Tursini. La loro attività è l’eliminazione certificata di documenti. E per conto di Bankitalia dovranno trattare 30mila kg di banconote triturate ogni anno per quattro anni (90 carichi annui) per un compenso totale di 110.400 euro. Quello della sicurezza è un settore cresciuto anche per effetto della legge sulla privacy che impone di disfarsi degli archivi dopo un certo periodo di tempo. Non c’è dunque da preoccuparsi se nelle prossime settimane a Milano nella centralissima via Cordusio, sotto la sede di Bankitalia, capitasse di vedere soggetti sospetti scendere da furgoni marchiati «Distruzione Documenti». Sono pagati da Bankitalia. Il nome farà effetto ma tutto sommato l’apocalittica «Confraternita della misericordia e della morte» (pompe funebri) di Ascoli non è da meno; o la «Disastro snc» di Sondrio; o l’antica «Distruzione topi e scarafaggi» di Torino. È esistita anche una «Distruzione prodotti alimentari». Poi, però, dopo un po’ di tempo si sono accorti dell’errore e alla Camera di Commercio hanno corretto in «Distribuzione».