
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
• Senta, lo so che lei vorrebbe parlare di Alitalia e dei francesi che ci hanno mandato a quel paese, ma io sono troppo curioso e le domando che ne pensa della storia del braccialetto elettronico...
L’idea di Rutelli di far girare le donne col braccialetto al polso in modo che in caso di aggressione possano spingere un pulsante e chiamare una centrale di polizia? Mah. Rutelli ha tirato fuori questa cosa sabato scorso, subito dopo la notizia dello stupro di Milano e, soprattutto, dello stupro di Roma. Si trattava di rispondere agli attacchi del centro-destra, secondo il quale questi episodi di violenza sono il frutto del degrado romano, dell’incuria che ha fatto sorgere decine di baraccopoli dove si rifugia gente di ogni tipo. Il centro-sinistra risponde che la colpa risale a Berlusconi, il quale non pensò di porre un argine all’arrivo dei rumeni. un palleggio abbastanza penoso, tutto sommato, di fronte al quale dobbiamo essere indulgenti in considerazione del fatto che a Roma è in corso la battaglia elettorale per la conquista del Comune. Una battaglia dall’esito assolutamente incerto.
• Sì, ma l’idea del braccialetto può funzionare o no?
Rutelli l’ha lanciata col solito sistema dei politici: buttano lì una cosa e non spiegano bene come si immaginano che funzioni. Intanto le dico subito che tecnologicamente è assolutamente possibile far portare a qualcuno un dispositivo che lo tenga in collegamento con un centralino. Si schiaccia un bottone e la centrale connessa sa esattamente dove si trova il chiamante. A quel punto, dovrebbe poter provvedere al soccorso. Quindi, per prima cosa, dobbiamo pensare che polizia e carabinieri siano sempre all’erta 24 ore su 24 e pronti a intervenire, cosa che sarebbe ovvia se non sapessimo che le forze dell’ordine hanno parecchi problemi di soldi e, per esempio, non è raro il caso che le volanti restino nei garage perché non ci sono i fondi per comprare la benzina oppure perché la manutenzione delle auto è, sempre per ragioni economiche, carente. Ma supponiamo che questi problemi, con qualche stanziamento messo in piedi in qualche modo, siano risolvibili. Per essere un’iniziativa politica, il braccialetto dovrebbe avere una diffusione di massa, cioè in un certo senso il Comune dovrebbe distribuirlo gratis o quasi. Supponiamo che ci si limiti a darlo alle donne. Le donne a Roma sono un paio di milioni. Che organizzazione bisognerebbe mettere in piedi? E ogni consegna andrebbe registrata...
• Forse Rutelli pensava semplicemente di incoraggiare l’acquisto o magari di mettere a disposizione un contributo economico. Intanto le sedi della polizia o dei carabinieri si sarebbero attrezzate...
L’altro giorno abbiamo calcolato che gli stupri in Italia sono circa centomila l’anno. Significa 3-4000 al giorno. Quanti ne succederanno quotidianamente a Roma? Una decina? Ci sono, ventiquattr’ore su ventiquattro, dieci volanti da mandare in aiuto alle donne in pericolo? Molte di queste donne con il braccialetto si sentiranno poi in pericolo anche quando non lo sono. Provi a parlare con i medici di un qualunque Pronto soccorso ospedaliero, si faccia dire quanta gente affolla le corsie solo perché crede di aver qualcosa e invece non ha assolutamente niente. Crede che col braccialetto sarebbe diverso? Ma se c’è una che l’altro giorno ha denunciato un tizio solo perché la fissava e il tribunale le ha pure dato ragione!
• Scusi, ma se io questo braccialetto voglio comprarmelo?
Ma se quello di Rutelli è solo un consiglio, allora si farebbe prima a incoraggiare l’uso dello spray al peperoncino, oppure il manganello telescopico, o anche il portachiavi che fischia a 100 decibel e ti assorda. Tutta roba che non ha niente a che fare con la politica.
• Perché, che cos’è che ha a che fare con la politica?
Espellere i clandestini sul serio. Impedire la nascita delle baraccopoli. Rendere i processi rapidi e giusti. Dare la sensazione di essere presenti, di voler risolvere i problemi, di non volersela cavare solo con gli slogan. Dare la sensazione di sapere di che si parla. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 30/4/2008]
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