Francesco Zucchini, Libero 23/4/2008, pagina 15, 23 aprile 2008
Il paese degli immigrati è sicuro ma leghista. Libero, mercoledì 23 aprile Dai polli alla rivoluzione
Il paese degli immigrati è sicuro ma leghista. Libero, mercoledì 23 aprile Dai polli alla rivoluzione. Un paese sulle colline forlivesi si ritrova in prima pagina a forza di record. Qualcuno certo ne avrebbe fatto volentieri a meno invece Galeata, 2490 abitanti, diventata un fenomeno di immigrazione - è il comune italiano con la più alta percentuale di immigrati (18,59%) - alle Politiche ha fatto il botto con la Lega, passata dal 3 al 15% con 231 voti ai seggi del Carroccio; gli iscritti, che si contavano sul dito di una mano, sono diventati 40 in poche settimane. Come conseguenza il successo dei bossiani ha trascinato il PdL, per la felicità del consigliere Andrea Buscherini e del coordinatore Massimo Venturi, a uno storico sorpasso sul Pd che dominava indisturbato da 60 anni. Un terremoto fa sempre notizia e se qui l’ultimo, nel 1661, aveva fatto crollare il convento, stavolta può dare il colpo di grazia all’ex Pci nel suo travestimento finale. stato un voto di protesta. Troppe cose in troppo poco tempo nel ex tranquillo borgo della Val Bidente, un tempo terra di emigranti, dove oggi un abitante su 5 è straniero; la palestra occupata dai musulmani per il ramadan. LA CASA DEL POLLO E qui si torna al pollo, anzi alla Casa del Pollo, da cui è partita la rivoluzione, gioia e croce di Galeata, «la nostra Fiat» come la definisce il sindaco Valentini. L’azien da, nata nel 1979 come cooperativa, produce il 9% dei polli industriali italiani ed è la quarta realtà economica dopo Aia, Amadori e Arena. Un gigante di 12 mila mq che non si ferma mai, 24 ore su 24, e da cui escono ogni giorno 100mila capi pronti per la padella, con centinaia di operai al lavoro, per la precisione 1080 operai di cui 600 stranieri. Ecco perché Galeata è stata invasa dagli extracomunitari. Sono arrivati in massa senegalesi e nigeriani, cinesi e cingalesi, soprattutto maghebini e perfino qualche brasiliano: 700 euro netti in busta paga per turni di 6 ore e mezza al giorno. A strangolare polli, a pulire escrementi di galline. Un lavoraccio. L’80% dei lavoratori ha contratto a tempo determinato rinnovato di anno in anno. Nel 2005, quando i consumi crollarono del 40% per la psicosi dell’in fluenza aviaria, l’azienda sfiorò il tracollo; la crisi portò la società nell’orbita del Gruppo Amadori che ora ne detiene il controllo. Il pollo condiziona lo sviluppo e l’economia della comunità. INTEGRAZIONE FALLITA «Galeata è un grande laboratorio di integrazione» diceva meno di un anno fa il sindaco Rodolfo Valentini, 65 anni, Pd, dirigente scolastico con notevole senso dell’humour non solo involontario (sorride sul suo nome: «mai stato un playboy»). Già perché il "laboratorio di integrazione", con i residenti italiani che protestano denunciando un panorama sociale stravolto, si è rivelato un autogol rivoltandosi contro l’amministrazione comunale e il primo cittadino che parla di «gran botta» riferendosi all’esito delle urne e si difende dicendo che «la «Bossi-Fini è una legge che non abbiamo fatto noi». Però è preoccupato, «la paura è che qualcuno possa fomentare gli animi. Non abbiamo mai avuto problemi di ordine pubblico: tre episodi di microcriminalià negli ultimi 4 anni». SCUOLE IN CRISI L’integrazione è una parola impervia anche a scuola. A Galeata su 118 scolari il 33% è extracomunitario con ovvi problemi conseguenti sulle spalle di insegnanti alle prese con allievi totalmente ignoranti di italiano; e per la mensa scolastica che deve fornire piatti alternativi alla carne di maiale. I bambini italiani e stranieri giocano senza problemi, vero. Ma la materia offre spunti polemici anche laddove pare impensabile: nella partita di pallone under 15 i ragazzi del Rocca San Casciano hanno chiamato "leghi sti" i rivali del Galeata perchè in squadra c’erano alcuni giocatori di colore. I CONVERTITI Ma qui si è fatta strada la sensazione di una sinistra alla disperata ricerca di nuovo materiale umano e disposta ad aiutare gli stranieri più per fabbricare voti che per altruismo. «Di sicuro non tutela più gli italiani - racconta P.B. pretendendo l’anonimato - perchè qui ci si conosce tutti e non voglio storie». P.B. è un autotrasportatore di famiglia comunista da generazioni ma alle Politiche si è convertito alla Lega. «La sinistra ha spalancato le porte agli immigrati non per l’integrazione ma per ottenerne il voto. Ha fatto perfino volantinaggio e proseliti davanti al discount Eurospin sapendo che gli extracomunitari trascorrono lì gran parte del tempo. Gli hanno concesso case popolari e la nostra palestra perché potessero fare il ramadan». LEGA BOOM Alla Lega l’appetito vien mangiando: adesso ha sede nel ristorante l’"Osteria di del Carroccio, il segretario nazionale Gianluca Pini, forlivese, che preannuncia al sindaco una battaglia «sul regolamento di assegnazione degli alloggi» a suo avviso troppo vantaggioso per gli stranieri a scapito dei nostri (il sindaco smentisce: «Su 64 case popolari 59 sono finite a italiani») annunciando che ne dovranno usufruire solo quelli con reddito minimo tra i 4 e i 6mila euro; e poi il decalogo bossiano «per migliorare la qualità di vita dei cittadini e rendere il territorio più sicuro a prova di clandestini» anche qui «dovrà trovare applicazione». Il responsabile locale del Carroccio, Marcello Naldini, professore alle scuole medie, la mette giù così: «Voglio che i miei figli possano girare per strada senza paura e qui la situazione sta diventando preoccupante». Per merito e per colpa di un pollo, naturalmente. Francesco Zucchini