Ettore Livini, la Repubblica 23/4/2008, pagina 4, 23 aprile 2008
Ultimo bivio tra Mosca e commissariamento la Repubblica, mercoledì 23 aprile 2008 British Airways si defila
Ultimo bivio tra Mosca e commissariamento la Repubblica, mercoledì 23 aprile 2008 British Airways si defila. Lufthansa prende le distanze. La cordata italiana targata Silvio Berlusconi - con o senza Air One - continua a marcar visita. L´addio di Air France, come prevedibile, ha cacciato Alitalia in un vicolo cieco da cui, al momento, esistono solo due strettissime vie di fuga: un cavaliere bianco (o rosso, visto che il candidato numero uno pare Aeroflot) dell´ultima ora o un complicato commissariamento dagli esiti imprevedibili. Il maxi-prestito ponte garantito dal governo ha allungato di due-tre mesi (Ue permettendo) la vita alla Magliana risolvendo qualche problema di non poco conto con Enac e Iata. La società però continua a bruciare più di un milione al giorno e senza una svolta in tempi brevi i soldi in cassa potrebbero bastare a malapena per arrivare a fine estate. Il cavaliere rosso. L´unica soluzione in extremis per evitare il commissariamento è trovare un nuovo socio «con il borsellino», per dirla con Pierluigi Bersani, in grado di versare in tempi stretti almeno un miliardo nelle casse di Alitalia e di varare un nuovo piano industriale. La soluzione made in Italy - malgrado gli sforzi di Bruno Ermolli - è sempre in salita. C´è qualche imprenditore disposto a mettere sul piatto un cip da qualche decina di milioni. Air One (pronta a scommettere pure su un suo ruolo da pivot a Malpensa) avrebbe in questo caso un ruolo fondamentale visto che è l´unica ad avere un piano già definito e il know-how per una due diligence a tempo record. Ma non basta. I soldi, quelli veri, li devono mettere le banche. E loro, Intesa in testa, non sono disposte ad aprire il portafoglio per operazioni abborracciate e che non prevedano una partnership internazionale. Con chi? Lufthansa - evocata come salvatore dai sindacati e dal fronte pro-Malpensa - non sembra intenzionata a scendere in campo ora, soprattutto come socio di minoranza di una cordata tricolore un po´ troppo variegata. Sul tavolo per il salvataggio in zona Cesarini - salvo sorprese - la strada internazionale più percorribile pare al momento quella di Aeroflot. La compagnia di Mosca, da questo punto di vista, ha alcuni pregi. Il primo è l´"asse del Bagaglino", consolidato a Villa Certosa tra Berlusconi e Putin. Un rapporto virtuoso se è vero - come ha detto ieri all´agenzia di stato russa Ria Novosti il vicepresidente Aeroflot Lev Kochliakov – che a meno di una settimana dal vertice in Costa Smeralda «c´è un ordine del presidente della federazione russa su una ripresa dei negoziati con Alitalia». «L´operazione – ha proseguito – dovrà essere nell´interesse dei nostri soci». Un ostacolo non troppo alto visto che il 51% del vettore è in mano allo stato e alla presidenza c´è Viktor Ivanov, ex capo del Kgb di San Pietroburgo e dal 2000 capo dello staff presidenziale di Putin. L´altro vantaggio è che un´alleanza con l´aerolinea moscovita controllata al 51% dallo stato non sarebbe un´annessione. Aeroflot è al momento più piccola di Alitalia (anche se capitalizza in Borsa otto volte di più) e non potrebbe in ogni caso salire oltre il 49% del capitale della Magliana per evitare di perdere i diritti di volo comunitari. Ermolli – se i soldi italiani non basteranno – potrebbe cercare così di sposare la gracile cordata italiana con il partner russo per evitare in extremis il commissariamento. La legge Marzano. L´amministrazione straordinaria – da ieri più lontana di qualche settimana – avrebbe due conseguenze. La prima è quella di rendere molto più incerto il futuro di Alitalia e di avere un costo sociale più alto. La seconda è che il riassetto toccherebbe tutto al Commissario (quindi al governo) mentre i potenziali compratori – a quel punto di sicuro molti di più – si metterebbero in fila per rilevare un´aerolinea già risanata. Il problema è capire se Alitalia riuscirà ad uscire indenne dalla procedura. I rischi sono tanti. La compagnia di bandiera ha una sessantina di aerei in affitto che potrebbero essere ritirati dai creditori. E per continuare a volare potrebbe fare affidamento solo sui suoi mezzi, vale a dire i soldi incassati con i biglietti. Tradotto in soldoni significa che dovrebbe ridurre drasticamente organici e rotte. Sperando che basti a tener in vita il servizio. proprio per questo l´eventuale commissariamento dovrebbe essere gestito con cura, affidando la cloche della compagnia a esperti di settore per non dare il colpo di grazia a una situazione già molto compromessa. Ettore Livini