
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Avanza un’onda neofascista in Italia?
Alcune migliaia di persone ieri hanno affollato il lungolago di Como per la manifestazione contro ogni fascismo e intolleranza organizzata dal Pd. Parecchi i ministri presenti, da Graziano Delrio ad Andrea Orlando, da Maurizio Martina a Roberta Pinotti. C’era Matteo Renzi, così come Laura Boldrini e la segretaria della Cgil Susanna Camusso. Sul palco non sono saliti i big ma solo i rappresentanti di associazioni ed enti che operano sul territorio e i giovani del partito. Si sono viste bandiere rosse, dell’Anpi, si è cantato Bella ciao. Contemporaneamente, a poca distanza, i neofascisti di Forza Nuova, che si erano visti negare dalla Questura il permesso di una contromanifestazione, hanno organizzato un convegno in un hotel, andato semideserto. Per tutta la mattinata Como è stata blindata, con misure di sicurezza imponenti. Alla fine non c’è stato nessun disordine. E mentre il centrosinistra trova l’unità sui valori dell’antifascismo, la Lega, con il suo segretario Matteo Salvini, attacca: «In piazza con il Pd a Como c’è chi sostiene l’immigrazione fuori controllo, domani (oggi, ndr) a Roma con noi in piazza Santi Apostoli ci sarà chi è per un’immigrazione controllata e per una maggiore attenzione per le priorità degli italiani».
• Perché il Pd ha organizzato questa manifestazione?
Era una risposta all’irruzione avvenuta proprio a Como a fine novembre a opera di alcuni appartenenti al Veneto Fronte Skinhead, i quali avevano interrotto la riunione di “Rete Como Senza Frontiere”, associazione che si occupa di accoglienza ai migranti. Avrà visto anche lei il video: questi ragazzotti in bomber, anfibi e capelli rasati, con atteggiamenti da squadristi, si sono autofilmati mentre uno di loro leggeva un proclama che suonava così: «Basta all’invasione dei migranti». Ma al di là di questo episodio – per cui sono stati denunciati in quattro per violenza privata – il corteo di ieri arriva in un momento in cui cresce nell’opinione pubblica la percezione dell’avanzata di un’onda nera.
• Sta dicendo che c’è un ritorno di movimenti fascisti in Italia?
È indubbio che il clima non sia dei più rassicuranti, basta mettere in fila gli episodi degli ultimi mesi. Glieli riassumo in breve, partendo dai casi più recenti: venerdì scorso a Forlì il segretario della Fiom Cgil, Gianni Cotugno, è stato colpito alla testa con un bastone durante un presidio da un militante di Forza Nuova; due giorni prima una dozzina di militanti di Forza Nuova si sono presentati con maschere e fumogeni nel cortile delle sede del quotidiano la Repubblica, esponendo lo striscione “Boicotta l’Espresso e la Repubblica” e insultando i giornalisti; lo scorso 28 ottobre, sempre quelli di Forza Nuova, volevano fare una nuova marcia su Roma, vietata dal Viminale. Poi gli adesivi con Anna Frank sulla maglietta della Roma e le scritte «romanista ebreo» attaccati da alcuni tifosi della Lazio all’Olimpico; i cortei contro lo Ius soli sotto il Senato; il migliaio di braccia tese in ricordo di tre camerati al cimitero Maggiore di Milano lo scorso 29 aprile…
• Ho capito, ma alcuni di questi episodi mi sembrano più gesti di piccoli gruppi o bravate.
Minimizzare, ridurre a goliardate o iniziative di pochi è rischioso alla lunga. Certamente oggi non c’è un pericolo reale per la democrazia, come ha sottolineato il ministro degli Interni Minniti dopo l’episodio di Como: «Se qualcuno pensa che in un momento di incertezza politica ci possa essere spazio per infiltrare pratiche antidemocratiche, la risposta è semplice: non c’è aria. Ci sono i corpi dello Stato che non subiscono incertezza politica».
• Ma non si possono sciogliere questi movimenti neofascisti?
La Costituzione recita: «È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista». Nel 1952 il Parlamento approvò la legge che prese il nome da Mario Scelba, all’epoca ministro dell’Interno. Questa legge punisce la ricostituzione del Partito fascista, l’apologia del fascismo e l’esaltazione pubblica di principi e metodi del fascismo. Nel 1993, con la Legge Mancino, fu introdotta l’aggravante della discriminazione razziale. Adesso il ministro della Giustizia Orlando ha fatto sapere che, nella prossima seduta del Consiglio dei ministri, presenterà una proposta per rendere più fluida la normativa in modo da sciogliere i gruppi neofascisti e neonazisti prima che venga istituito un processo, superando le lungaggini giudiziarie.
• Come si spiega l’avanzata dei movimenti di estrema destra?
Si sono fatti strada grazie a temi come la sicurezza e l’immigrazione, seguendo l’onda lunga del populismo che ha acquisito consensi in tutta Europa nell’ultimo anno. È chiaro che la galassia dei cosiddetti movimenti neri in Italia è eterogenea: da Lealtà Azione in ascesa al Nord ai neonazisti di Militia, ci sono casi molto diversi tra loro. Capofila è sicuramente CasaPound, che ha 104 sedi da Nord a Sud e ha fatto il botto alle ultime amministrative (a Ostia è arrivato al 9%). Proprio ieri il leader Simone Di Stefano si è posto come obiettivo per le prossime politiche il 3% «per arrivare dentro le istituzioni».
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