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 2017  dicembre 10 Domenica calendario

Le bande dei sassi contro gli autobus: centinaia i casi a Roma, Napoli e Torino

ROMA Sassaiole a Roma, Torino, Napoli, Milano. Ma anche a Gela, Firenze, Catanzaro. Mezzi pubblici presi di mira e baby-gang in azione un po’ dovunque. «Deve forse scapparci il morto perché qualcuno finalmente intervenga? Il tirassegno contro i mezzi pubblici sta diventando un problema sociale...», avverte preoccupata Micaela Quintavalle, leader del sindacato degli autisti romani «Cambia-menti M410» e autista Atac anche lei. 
Ottanta casi, quest’anno, solo nella Capitale. Una media di 3 sassaiole al mese all’ombra del Vesuvio (quasi 40 in un anno). Almeno 1.800 veicoli, tra bus, tram o treni della metropolitana bersagliati ogni mese dai vandali a Torino e mandati poi in officina per essere puliti o riparati: il conto annuale fa 2 milioni di euro di danni solo per l’azienda Gruppo Torinese Trasporti (GTT).
«Il problema vero – continua la sindacalista Micaela Quintavalle – è che manca la certezza della pena. Quando l’assessore alla Mobilità del Comune di Roma, Linda Meleo, davanti a un caso del genere, parla di una “bravata di minorenni”, ecco che quei ragazzini si sentono al sicuro e continuano impuniti il proprio tiro al bersaglio. Ma intanto, a me, telefonano disperate le mogli degli autisti del deposito della Magliana, quello che sta più vicino al campo nomadi di via Candoni: ben 50 mezzi, quest’anno, sono stati presi a sassate solo in quella zona dalle bande di zingarelli, specie di notte».
«In tutti questi casi l’ipotesi di reato è sempre quella di danneggiamento, che non comporta alcuna misura cautelare», conferma il pm torinese Andrea Padalino, che indaga tra l’altro sugli assalti ai mezzi dell’Amiat, l’azienda locale di igiene ambientale, con già due lanci di sassi in tre giorni, dall’inizio di dicembre, partiti dal campo nomadi di via Germagnano. «E non è prevista neppure l’aggravante per il fatto che a venir danneggiati sono mezzi di pubblico trasporto – continua il pm —. Purtroppo ci troviamo come dentro a una zona grigia e forse la tutela penale andrebbe rafforzata».
Anche perché non ci sono soltanto bande di zingarelli a lanciare pietre sugli autobus in corsa. Nel quartiere romano di Primavalle, un branco di giovanissimi – notati da testimoni in via Pasquale II poco prima di entrare in azione – ha già colpito quattro volte negli ultimi venti giorni e a farne le spese, lunedì scorso, è stata una passeggera della linea 46, rimasta ferita leggermente agli occhi. Anche a Napoli, nella zona di Arenaccia, dieci giorni fa un gruppetto di undici-dodicenni ha bersagliato un mezzo Anm a colpi di pietra. Nessun ferito, ma si è resa necessaria la sostituzione del veicolo.
«Ecco, appunto – interviene ancora Micaela Quintavalle, la sindacalista di Roma —. Ma i pezzi di ricambio spesso e volentieri non ci sono, così le vetture rimangono ferme e si acutizzano i disagi per i cittadini».
Domanda: queste bande allora lo fanno per noia, per gioco? «Macché – commenta amaro il sociologo Maurizio Fiasco, consulente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul degrado delle periferie —. Lo fanno essenzialmente per sfida. Perché in tutte queste periferie romane, milanesi, napoletane, negli anni si è creato un deficit di sovranità amministrativa, un vuoto di potere che è stato subito riempito dalla prepotenza organizzata. Pensate anche all’errore fatto coi campi rom: in tutte le città, purtroppo, sono stati piantati nella terra di nessuno, dove la sovranità pubblica non arriva. E se non c’è l’istituzione a far rispettare le regole, ecco che le baby-gang ovunque prendono coraggio e si cementano tra loro, specchiandosi in queste azioni plateali e candidandosi agli occhi dei fratelli più grandi per svolgere in futuro nuove e più importanti mansioni: dalle rapine allo spaccio. La devianza, in fondo, è un processo di apprendimento. Non c’entra tanto la psicopatologia...». 
Già, eppure non mancano i fuori di testa: quelli che lanciano le pietre per scommessa. O per superare una prova di coraggio ed essere ammessi nel gruppo, come un’iniziazione. E quelli poi che sparano dalle finestre e dai balconi addirittura coi fucili a piombini. A Milano, quest’estate, è successo una notte nei pressi della stazione di Bonola: la porta d’ingresso di un autobus Atm della linea 68 centrata in pieno da un pallino di piombo, diametro 6 millimetri, che ha mandato il vetro in frantumi. Le schegge hanno ferito al volto il conducente, portato in codice verde all’ospedale Sacco. Lo sparatore è rimasto ignoto.