
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Stasera ci sono gli azzurri, varrà dunque la pena occuparsi un po’ di Italia-Spagna...
• Parliamo di calcio? Ma qui è proibitissimo...
No, parliamo di Italia-Spagna. Di tutti i confronti possibili tra noi e loro. Confronti non calcistici, s’intende.
• Qui perdiamo, lo so già. Loro vanno a tutta velocità e noi stiamo fermi. Loro si sviluppano e noi no. Posso dirglielo? Loro sembrano felici e noi sembriamo rassegnati.
E già. Così parrebbe. Solo pochi mesi fa – alla vigilia delle elezioni nostre e loro – venne fuori quel dato di Eurostat, secondo il quale ci avevano superato. Zapatero ci fece su campagna elettorale. Non era vero, ma intanto... Guardi, non era vero, ficchiamocelo bene in testa e Prodi rispose per le rime e in modo esatto. Eurostat fece una rilevazione sui 27 paesi della Ue e scoprì che, fatto uguale a 100 il reddito medio pro-capite di tutta l’area, la Spagna stava a 105 e noi a 103. Prima osservazione: differenze così minime sono soggette a errori. Seconda osservazione: il reddito medio pro capite è un affare complicato e basta cambiare un minimo i criteri di calcolo (ognuno ha i suoi) per ottenere risultati completamente diversi. Infatti la Banca Mondiale affermava senza ombra di dubbio che ciascun italiano guadagnava in media 32 mila dollari l’anno, mentre ciascuno spagnolo non arrivava a 28 mila. Idem Global Insight che dava l’Italia avanti per 31 mila e 300 dollari a 28 mila. Global Insight proiettava poi le due economie, con le rispettive velocità, nel futuro e scopriva che, se tutti i parametri fossero rimasti identici, gli spagnoli ci avrebbero superato solo nel 2025!
• Però ci avrebbero superato. E io capisco questa sua affermazione così: noi abbiamo cominciato ad arricchirci prima di loro e li abbiamo distanziati nelle epoche in cui loro erano poveri. Adesso però noi ci siamo fermati e loro corrono. Corrono talmente tanto più di noi, che possiamo stabilire già adesso il momento in cui ci sorpasseranno. Dico bene?
Dice bene. Naturalmente non deve dimenticare l’assunto di partenza: «se tutti i parametri rimangono identici». Cioè, per esempio, se il tasso di crescita resta costante di anno in anno. Negli ultimi 15 anni loro sono cresciuti al tasso del 3-3,5. Noi al tasso del 2, quando non dell’1 e nei prossimi anni – in base alle previsioni di Tremonti – staremo tra lo 0,5 e l’1,5. Continuando così, ci sorpasseranno di sicuro nel 2025. Solo che i parametri sono già cambiati. Mentre noi restiamo dei disgraziati, loro non crescono più al 3,5. Se gli va bene, quest’anno faranno il 2,5 e l’anno prossimo ancora meno. Questo a causa del tipo di sviluppo che hanno avuto, per il tipo di economia che si sono costruiti. Poca tecnologia, molta edilizia, molto credito. Col denaro a basso costo degli anni scorsi, le famiglie si sono indebitate per comprarsi casa. I palazzinari hanno costruito a tutto spiano. Le banche hanno prestato soldi alla grande e siccome gli chiedevano più soldi di quelli che avevano, sono andate a loro volta ad indebitarsi in Germania. I consumi sono esplosi. Tutto questo fa Pil, perché il Pil si calcola secondo certi criteri per cui anche una rapina in banca produce reddito. E tuttavia non fa ancora economia. La Spagna esporta poco. Ha badato poco al proprio sviluppo tecnologico. Il 90 per cento dei mutui è a tasso variabile e le case stanno rapidamente perdendo di valore, come in tutto il mondo. I lamenti delle famiglie si cominciano a sentire. I tedeschi, che prima gli davano i soldi senza problemi, hanno cominciato a fare la faccia feroce. Parecchi cantieri edilizi sono fermi. I numeri spagnoli non sono buoni come una volta. C’è crisi.
• Beh, i numeri spagnoli sono migliori dei nostri.
Noi esportiamo molto di più. E abbiamo una base industriale molto più larga, molto più articolata. Somiglia un po’ alla partita di stasera. Loro corrono come matti e ci hanno assai impressionato. Noi siamo l’Italia, una solidità storicamente maggiore. Se si vanno a guardare i fondamentali, siamo meglio noi.
• Zapatero è più simpatico di Veltroni, Prodi e Berlusconi messi insieme.
Sì, e forse è proprio qui la vera superiorità spagnola su di noi: hanno un sistema politico migliore, con due grandi partiti che si alternano al governo del Paese e senza che si spendano troppe energie in micro-formazioni.Per esempio, hanno già realizzato l’Alta velocità. La loro democrazia è migliore e la loro libertà di stampa è superiore alla nostra. L’anno scorso Zapatero è andato in televisione a rispondere alle domande di cento cittadini qualunque, scelti attraverso un sondaggio che voleva selezionare lo spagnolo medio e sul quale lo staff del premier non ha potuto metter bocca. Se l’immagina Berlusconi che accetta di farsi fare domande da cento italiani venuti chi sa da dove? Da noi sarebbe impossibile. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 22/6/2008]
(leggi)