
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Berlusconi ha il 63% dei consensi...
• Caspita. una percentuale molto più alta dei voti che ha ricevuto.
Il governo sta un po’ più sotto: ha il 59. Il Popolo della Libertà starebbe al 38-39, la Lega sempre intorno all’8, mentre il Partito democratico avrebbe perso almeno 3 punti e starebbe in prossimità del 30. Che viene giudicata una quota pericolosa. Del resto le difficoltà del Pd si sono viste all’Assemblea dell’altro giorno, andata semideserta. Ma è interessante l’andamento del consenso per Berlusconi: dal 14 aprile, giorno del voto, a oggi non ha fatto che salire. Poi, sabato scorso, Francesco Verderami sul Corriere della Sera ha segnalato che il plauso aveva subito una piccola battuta d’arresto: dal 65%, punta massima toccata nel periodo, era sceso al 63.
• Colpa dei giudici?
Sembrerebbe di sì. Soprattutto l’elettorato più distante dal premier sarebbe rimasto sconcertato dall’improvvisa riapertura della guerra con i giudici. Abbiamo raccontato la storia dell’emendamento – già approvato – che sospende per un anno i processi in cui si giudicano i reati meno gravi, quelli che non prevedono condanne superiori ai dieci anni. Beh, a questa mossa di Berlusconi il sindacato di categoria (l’Associazione Nazionale Magistrati, in sigla Anm) ha risposto con un comunicato durissimo, due membri del Csm hanno stilato un parere in cui giudicano la norma anticostituzionale, le toghe vogliono andare da Napolitano, insomma è tornata la guerra-guerra. Questo non è piaciuto, e il premier ha perso due punti. Il calo di popolarità spiega le grida del Cavaliere da Bruxelles, quando ha protestato la sua innocenza giurando sulla testa dei cinque figli e ha promesso che non si avvarrà, nel suo processo, delle norme previste dall’emendamento (infatti un imputato può chiedere e ottenere che il suo procedimento non sia sospeso). Dovrebbe esserci qualche grossa esternazione anche questa settimana, perché gli esperti in comunicazione avrebbero spiegato a Berlusconi che per continuare ad avere la simpatia del popolo deve metterci la faccia. Confalonieri vuole che vada in televisione a parlare almeno agli spettatori di Mediaset. A quanto pare accadrà.
• Dunque, i giudici hanno un grande consenso popolare.
Per niente. Altri sondaggi, citati sempre da Verderami, mostrano che la considerazione degli italiani per i giudici – ai suoi massimi nel 93-94, epoca di Mani Pulite – è oggi al minimo storico, con un misero 21%. La magistratura ha fornito una cattiva prova di sé non solo tutte quelle volte che ha dato l’impressione di muoversi sotto la spinta di un progetto politico (il giudice Sansa s’è permesso di annunciare che forse disobbedirà alla legge di Berlusconi!), ma anche – per dir cosi – “tecnicamente”, in tante vicende di cronaca: i ragazzini Pappalardi con la detenzione cocciuta del padre (proprio ieri la Cassazione ha demolito il comportamento di quei magistrati), il caso imbarazzante di Rignano, le indagini inutili di Garlasco, i tanti dubbi di Perugia. Per non dire delle scarcerazioni facili, con gente accusata d’omicidio che torna libera e ammazza di nuovo... E tuttavia un altro sondaggio, questa volta di Mannheimer, mostra che in definitiva del problema della giustizia, cioè dello scontro tra Berlusconi e i magistrati, alla gente interessa molto poco.
• Che cosa gli interessa invece?
La domanda che hanno fatto i ricercatori di Mannheimer era questa: «Qual è la questione più importante che il Governo deve affrontare in questo momento?». Campione di 957 persone, con un margine di errore – in più o in meno – del 3%. Ebbene la questione che sta al primo posto – con il 15 per cento di risposte – è quella dei prezzi. Gli italiani vogliono che il governo faccia qualcosa per controllare i prezzi. Il “miglioramento della giustizia”, col 3,4 per cento delle risposte, sta al centro della classifica.
• Come potrebbe il governo controllare i prezzi?
In linea di massima non può. Se parliamo dei prezzi del petrolio, ci vuole un accordo mondiale e magari che passi l’idea di Tremonti di restringere il gruppo di chi specula aumentando il deposito obbligatorio degli operatori. In Italia i vari mister Prezzi non hanno la minima possibilità, se non quella di far rumore. La strada maestra per tenere i prezzi bassi è difendere la concorrenza, cioè mettere i fornitori di servizi o di merci uno contro l’altro in modo che siano incoraggiati a tenere i prezzi bassi. Da noi è fantascienza, come vedremo tra qualche giorno quando gli autotrasportatori – se qualcosa non li dissuaderà prima – fermeranno i camion per cinque giorni. Sono padroncini che non si fanno concorrenza, ma che hanno formato un cartello. Comportamento tipicamento italiano. O sudamericano. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 23/6/2008]
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