Varie, 22 giugno 2008
FERRERI
FERRERI Giusy (Giuseppa) Palermo 17 aprile 1979. Cantante. Cassiera all’Esselunga di Abbiategrasso, fu lanciata dall’edizione 2008 di X-Factor • «[…] secondogenita di una coppia di siciliani trasferiti nella provincia milanese. ”Mia mamma racconta che era mattina presto e in sala parto c’erano solo due dottorini giovani che sentivano Io canto di Cocciante”. Il lessico familiare spiega così quella sua voce strana, potente, profonda, che l’ha spesso fatta paragonare a Amy Winehouse, in contrasto con la taglia da scricciolo: ”Alle recite scolastiche ero sempre davanti, a otto anni mi sono iscritta al primo concorso canoro, tutti cantavano le sigle dei cartoni animati, io portavo Libero dialogo di Eros Ramazzotti. Sul palco mi sono detta: ”Ecco, sto facendo una cosa bella, sono piccola ma posso regalare emozioni grandi’”. La musica diventa subito una compagna di strada, ”un rifugio”, un piatto cui attingere con ingordigia disordinata prima, con maggior selettività poi. ”Sono più o meno un’autodidatta, ho imparato moltissimo ascoltando le grandi, Linda Perry, Janis Joplin, Fiona Apple, Billie Holliday, PJ Harvey, poi per tre anni ho studiato pianoforte. A 14 anni cantavo già nelle cover band: avevo un repertorio maschile, dato questo timbro scuro che mi ritrovo, ero un po’ grezza, urlavo, finché un’insegnante di canto mi ha fatto scoprire il blues e ho imparato a trattenermi, a sussurrare, a girare la voce”. La sua insegnante le propone il salto al jazz: ”C’era la Civica Jazz di Milano, lì avrei potuto crescere, ma mi ero appena diplomata e avevo trovato lavoro nel supermarket, si trattava di mollare tutto e trasferirmi, non me la sono sentita”. Inizia così la sua doppia vita, dalle 9 alle 5 carrelli e scontrini, la sera le feste di piazza [..] La doppia vita di Giusy ha anche un nome, Gaetana, quello della nonna materna. il nome con cui ha firmato nel 2005 il suo primo video, Il Party. ” corposo, potente, si adatta a me. Ma il video non ha avuto successo, è stata una delusione abbastanza dura, perché non ero già più una ragazzina e ci avevo messo dentro tutta me stessa. Lo capisco, i miei brani come cantautrice non sono facili, sono introspettivi, quasi paranoici […]» (Raffaella Silipo, ”La Stampa” 22/6/2008).