m.ver., La Stampa 22/6/2008, 22 giugno 2008
La Stampa, domenica 22 giugno Skopje. Il serial killer si è tradito da solo, descrivendo, nei suoi articoli su tre misteriosi omicidi, dettagli molto precisi, che la polizia stessa ignorava
La Stampa, domenica 22 giugno Skopje. Il serial killer si è tradito da solo, descrivendo, nei suoi articoli su tre misteriosi omicidi, dettagli molto precisi, che la polizia stessa ignorava. Così, insospettiti, gli inquirenti hanno cominciato a indagare su Vlado Tanevski, 50 anni, cronista di nera per l’«Utrinski Vesnik», uno dei maggiori quotidiani in Macedonia. I sospetti sono diventati certezza grazie agli esami del Dna trovato sui corpi delle donne assassinate. E’ stato arrestato con l’accusa di avere rapito, stuprato e ucciso tre donne nella cittadina sud-occidentale di Kicevo. Poi le ha fatte a pezzi e gettate in una discarica dentro sacchi di plastica. Gli omicidi sono stati commessi tra il 2003 e il 2008. Tanevski sceglieva le vittime in base alla somiglianza con la madre, con la quale aveva rapporti difficili. Ha detto la polizia: «Erano tutte anziane, scarsamente istruite, avevano lavorato come donne delle pulizie e vivevano nello stesso quartiere di Kicevo», la città dove vive anche l’uomo. La prima vittima si chiamava Mitra Siljanovska, aveva 70 anni ed è stata trovata morta nel novembre 2004. Il cadavere della seconda, Ljubica Licovska, è stato trovato nelle vicinanze di Kicevo nel febbraio scorso. Quello della terza, Zivana Temelkovska, 60 anni, il mese scorso in una discarica vicino a Kicevo. Il giornalista è sospettato anche dell’assassinio di una donna da tempo data per dispersa. Tutte sono state uccise nello stesso modo: strangolate con un cavo del telefono. Per incastrarlo la polizia aveva perquisito la sua villetta estiva sequestrando, oltre a materiale pornografico, anche materiale biologico per un confronto con le tracce di Dna lasciate nei corpi delle vittime, uccise dopo «aver subito abusi sessuali e psicologici», come ha detto la polizia. Il materiale è risultato compatibile e così è scattato l’arresto. Sicuro dell’impunità, Tanevski aveva anche seguito per il suo giornale il processo a due uomini che in un primo tempo erano stati ritenuti i responsabili dei delitti. I due si erano sempre detti innocenti ma erano stati ugualmente condannati all’ergastolo. Ora attendono di essere prosciolti e risarciti per il periodo passato in carcere. m.ver.